beretta 92 elaborata

Armi corte

beretta 92 elaborata

Messaggioda metzger » mar dic 08, 22:00:29

ecco un articolo sulla super beretta m9 elaborata per la squadra di tiro dell'esercito americano:

http://www.handgunsmag.com/featured_han ... ndex3.html

l'unica cosa che per ora voglio tradurre è la precisione di 1,5 pollici a 50 iarde, rosate da 10 colpi...
ma il 9 luger non era poco preciso?

per avere gli stessi risultati da una 1911 bisogna sborsare 2500 dollari a les baer!
Avatar utente
metzger
SUPER SHOOTER
SUPER SHOOTER
 
Messaggi: 1157
Iscritto il: ven ott 02, 12:01:23
Località: SALERNO
Has thanked: 0 time
Been thanked: 0 time

Messaggioda radioamerica » mar dic 08, 23:50:33

mha...sara' che non so l'inglese ma pensavo dalle foto di vedere qualche cosa di diverso....almeno che qualche cosa non mi sia sfuggita.
Comunista è qualcuno che legge Marx e Lenin. Anticomunista è qualcuno che li capisce.
Avatar utente
radioamerica
VERY SHOOTER-coppa argento
VERY SHOOTER-coppa argento
 
Messaggi: 10091
Iscritto il: sab ago 22, 00:08:35
Località: zona conegliano
Has thanked: 13 times
Been thanked: 0 time
Medals: 8
Imperatore (1) UITS (1) Coppa_2 (1) Coppa_3 (1) Sostenitore (3)
Mail IS (1)

Messaggioda metzger » mer dic 09, 13:27:22

non c'è bisogno di vedere qualcosa di diverso, l'arma è già perfetta cosi'!!!
l'accuratizzazione consiste in impercettibili miglioramenti come rettifiaca dei piani di scatto, alleggerimento del cane, sostituzione della canna cromata con una KKM in acciaio inossidabile...insomma un prodotto uguale alla mia 98 elite2 ma senza il carrello rinforzato!!!

mi ero reso conto di aver inconsapevolmente scelto molto bene...
Avatar utente
metzger
SUPER SHOOTER
SUPER SHOOTER
 
Messaggi: 1157
Iscritto il: ven ott 02, 12:01:23
Località: SALERNO
Has thanked: 0 time
Been thanked: 0 time

Messaggioda metzger » dom dic 13, 13:49:05

ecco l'elaborazione di questo modello per roberto palamà:

Quando si progetta una pistola militare, e si vuole venderla al governo degli Stati Uniti, bisogna aver ben presenti i tre fattori che contribuiscono al successo dell?arma. I fattori sono affidabilità, affidabilità e affidabilità. C?e anche un preciso parametro di costo, ma viene dopo. Peraltro il costo, che è un fattore trascurabile quando si parla di sistemi sofisticati, dai missili ai satelliti, diventa importante quando un?arma, pur presente nella dotazione militare di un Paese, ha perso molta della sua importanza bellica. Solo il legislatore italiano, unico al mondo, riesce ancora a considerare una pistola come arma da guerra, ma ciò avviene perché il nostro burocrate ha buona memoria. Ricorda perfettamente i duelli aerei sui cieli dell?Isonzo, combattuti a colpi di revolver Bodeo, e si regola di conseguenza. Queste tuttavia sono tristezze quotidiane che affliggono solo il Bel Paese, e nel resto del mondo se ne infischiano largamente.

Consideriamo quindi il parametro dell?affidabilità, come hanno fatto le forze armate USA. Un?arma individuale militare è fatta per essere impiegata in un teatro di guerra. Quindi in condizioni di vita all?aperto, di combattimento sotto qualunque clima, di esposizione all?acqua, al fango e alla polvere, magari di impossibilità di manutenzione ordinaria per vari giorni. In combattimento il poco tempo libero lo si impiega per dormire, e solo dopo ci si dedica a qualsiasi altra attività. In queste condizioni la pistola, estratta dalla fondina, deve funzionare senza incertezze. Chi ha paragonato le tolleranze della Beretta mod. 951, concepita per uso di polizia, con quelle della 98FS, concepita per uso militare, non ha capito che stava paragonando due cose assolutamente diverse tra loro, come le mele e le carote.



Accuratizzare la 98FS

Nel campo delle armi militari, tutto ciò che esiste può essere accuratizzato, a patto che il progetto iniziale sia buono e che i processi industriali che hanno portato alla realizzazione dell?oggetto siano corretti. In questo caso ci siamo, tanto che la stessa Beretta ha realizzato il modello ?stock? destinato alle gare di tiro pratico. Allora perché insistere?

I buoni motivi sono almeno due. Il primo è che una Casa costruttrice che voglia mantenere in ordine i propri bilanci non può ? letteralmente non può ? dedicare lavoro manuale e artigianale a una pistola, se non per pochi singoli pezzi. Semplicemente non c?è abbastanza manodopera specializzata, e formarla nella quantità necessaria e sufficiente è antieconomico.

Il secondo è che qualcuno potrebbe voler ottenere una pistola che dia il massimo delle prestazioni senza richiedere attrezzi speciali per lo smontaggio - come sono invece richiesti dalla boccola di centratura della canna del modello ?stock? - e senza far apparire ad un primo esame esterno l?intervento eseguito. Potrebbe trattarsi di guardie giurate, di agenti di PS, o semplicemente di persone che hanno acquistato l?arma da loro usata durante la ?naja? e non vogliono snaturarne l?aspetto.

Con l?aiuto di Roberto Palamà, armaiolo in Borgovercelli e ben noto preparatore, abbiamo elaborato una Beretta 98FS per vedere di trarne il massimo.



L?arma

La prima attività da svolgere su una 98FS è spararci molti colpi. Il fusto in lega si segna, lo stesso avviene per il cane e il controcane, e lo stesso ancora per tutte quelle parti che hanno contatto reciproco, come la sicura al percussore, la barra di scatto, l?abbatticane. Sparando ci si potrà rendere conto del punti su cui intervenire, in funzione sia delle tolleranze specifiche di quell?arma che dei gusti individuali del proprietario. Se in armi meno moderne questa ricerca può talvolta essere trascurata - magari perché qualche funzione, come la sicura al percussore, non c?è ? in questa che ci accingiamo a elaborare è praticamente impossibile intervenire senza averci tirato abbastanza a lungo, almeno 500 colpi. Una volta individuati i punti di contatto si potrà procedere.



Lo smontaggio

L?arma in questione, a differenza della sua gloriosa antenata militare mod. ?34, non brilla per semplicità e per ridotto numero di pezzi. Questo va a merito di chi è riuscito a farla costare poco nonostante le molte operazione per l?assemblaggio (più pezzi = più lavoro); forse era indispensabile fare così. Sta di fatto che la buona vecchia ?34 - un?arma con la quale, se in ordine, ho sempre fatto rosate dignitosissime, nell?ordine degli 8-9 centimetri di diametro a 25 metri - è ancor oggi citata dalle riviste americane tra le armi che si possono portare con sé per difesa personale.

Lo smontaggio da campagna della 98FS è altrettanto semplice, e forse più, di quello della sua antenata. E? sufficiente estrarre il caricatore, ruotare il chiavistello e sfilare il gruppo canna-carrello, Tutto ciò, naturalmente, dopo aver controllato che la camera sia vuota. Per proseguire ulteriormente con lo smontaggio, bisogna necessariamente disporre di un cacciaspine e di una pinzetta. Il cacciaspine serve in un solo momento, per la spina che assicura al fusto quel tubetto in cui si infila un?estremità della molla del cane. Tutte le altre spine si sfilano con le mani, come si addice ad un oggetto che deve poter essere riparato sul campo. Anche questa lo farebbe, ma è caricata dalla molla e quindi richiede l?uso dell?attrezzo. La pinzetta serve per togliere la molla che solleva la barra di scatto, e per trattenere le molle quando le spine vengono sfilate. Ci sono ben quattro molle a filo nel castello, e ciascuna di esse ha la deplorevole tendenza a schizzare via e perdersi per sempre. Per il cliente in funzione del quale l?arma è stata progettata, questo non è un problema, naturalmente. Lo smontaggio a fondo non avviene praticamente mai e le molle a filo costano così poco che è possibile averne molte a disposizione nella cassetta per l?armaiolo di reparto. Ma il cliente civile non ha ricambi. E? vero che una molla si può rifare in breve tempo da un pezzetto di filo armonico, ma bisogna essere riusciti a vederla. In ogni caso i due attrezzi citati, con l?aggiunta di un cacciavite per smontare le guancette, sono tutto ciò che serve per lo smontaggio totale utile. Perché utile? Perché c?è un pezzo che va lasciato al suo posto. Non cercate di smontare il blocchetto oscillante. E? trattenuto dall?unica altra spina che non si toglie con le dita, e smontarlo non serve. Quindi lasciatelo lì, memori del fatto che tutto ciò che non è utile rischia, prima o poi, di diventare dannoso.



La catena di scatto e percussione

Non semplicemente ?lo scatto?. L?insieme dei leveraggi che in seguito alla pressione del dito sul grilletto dà origine alla partenza del colpo è piuttosto complesso, e nel nostro caso parte dalla tigia della molla del cane. Si tratta di un pezzo tranciato, che per un uso militare non richiede burattatura. Anzi, dovendo garantire che un colpo sia esploso solo quando effettivamente lo si vuole, lasciare grezzo il pezzo contribuisce ad aumentare la durezza complessiva della doppia azione, minimizzando la possibilità di colpi involontari. Però ciò che è corretto sotto la naja non è sempre bello in poligono, quando ci si voglia esercitare a piazzare con cura anche il primo colpo. In questo caso una doppia azione che gratticchia non è il massimo della vita. Una lucidatura, anche frettolosa, dei lati tranciati della tigia, risolve il problema in pochissimo tempo. Naturalmente anche la testa della tigia, quella che si inserisce nel cane, dovrà essere lisciata, aggiungendo poi in loco una piccolissima quantità di lubrificante al bisolfuro di molibdeno.

L?elemento successivo da migliorare è la barra di scatto, che striscia contro il rebbio del controcane e deve essere lucidata. Allo stesso modo devono essere lucidati i punti di contatto della sicura automatica al percussore e della leva abbatticane. Quest?ultima può anche essere eliminata e sostituita da un distanziale, se si desidera portare l?arma in ?condition one?, e cioè con colpo in canna, cane armato e sicura inserita. Peraltro la posizione della sicura non rende comoda tale condizione, che quindi ha un senso, con opportune modifiche all?azionamento della sicura, solo durante gare di tiro pratico.

Va da sé che di eliminare la sicura al percussore non se ne parla nemmeno, anche se c?è chi lo fa. Personalmente sono dell?idea che nessuna sicura potrà mai impedire a un idiota di spararsi in un piede, e qualunque sicura potrà invece impedire l?esplosione del colpo quando questa sarà indispensabile per salvarsi la vita. Ma ciò che vale in poligono, o tra persone ben addestrate sia al maneggio e all?uso dell?arma sia ad affrontare le situazioni di stress, certamente non si può applicare alle forze armate, o a persone il cui addestramento sia talora pesantemente condizionato da lacci, lacciuoli e vincoli di bilancio. In ogni caso, il traversino che libera il percussore deve essere controllato, ed eventualmente lucidato. Poiché esso sporge all?esterno, bisognerà lucidarlo consumandolo il meno possibile ed evitando di lubrificarlo, in quanto l?olio si trasformerebbe inevitabilmente in una trappola per la polvere.

Le ultime operazioni riguardano i piani di scatto, che devono essere sagomati in modo tale che appoggino su tutta la superficie, e rettificati con cura. L?appoggio su tutta la superficie serve a garantire la costanza dello scatto nel tempo, perché l?usura avverrà allo stesso modo su entrambi i piani, consumandoli senza alterarne la sagoma. A questo punto si verifica che non vi siano interferenze, al momento dello sgancio, tra dente della prima monta e controcane. Se ve ne fossero, andranno eliminate con molta attenzione, per garantire comunque il sicuro funzionamento della prima monta. Così lo scatto è quasi pronto per il poligono. Mancano solo il trigger stop per evitare il collasso di retroscatto e la regolazione della durezza. Il trigger stop si realizza in modo tradizionale, praticando un foro filettato nel grilletto ed inserendovi una vite che al momento opportuno vada ad appoggiarsi contro il fusto. La durezza può essere aumentata intervenendo sulla molla del controcane o su quella del grilletto. Uno scatto sicuro come quello qui realizzato ha una resistenza allo sgancio nell?ordine dei 1500 grammi, adeguata al tipo di arma, ma chi volesse aumentarla può farlo. Lo scatto pulito e l?assenza di interferenze rendono possibile un buon tiro anche con pesi di scatto ben superiori, a tutto vantaggio della sicurezza. Naturalmente la resistenza del grilletto può anche essere diminuita, ma è un?operazione sconsigliabile che generalmente Palamà si rifiuta di fare. La molla del cane non deve essere modificata per alcun motivo.



La precisione e la canna.

L?arma militare deve funzionare in ogni condizione. Ciò comporta che le tolleranze di una pur altrimenti splendida Borchardt non siano assolutamente adatte. Per consentire il sicuro funzionamento anche in presenza di polvere o fango è quindi necessario che vi siano dei giochi, degli spazi in cui fango e polvere possano essere ?alloggiati? senza disturbare le funzioni meccaniche. Ciò comporta inevitabilmente dei giochi, che peraltro sono tali solo ad arma scarica. Un intelligente dimensionamento dell?opportuna molla, infatti, fa sì che con cartuccia in camera i giochi vengono recuperati dalla pressione dell?estrattore, che spinge la culatta verso sinistra dandole ogni volta una posizione stabile e ripetibile. Quello che è invece difficile recuperare è il gioco della canna in volata. Per poter smontare la canna senza attrezzi, il foro frontale del carrello non è circolare ma ellittico. Il problema è stato risolto sul modello stock con un tubetto metallico troncoconico che si inserisce tra canna e carrello, garantendo una stabile posizione. Tuttavia il sistema richiede l?uso di una chiave apposita. Il primo tentativo effettuato è stato quello di usare, al posto del tubetto, un anello da serrare intorno alla volata da quale protrudesse, verso il cane, una ?U? di filo armonico che si alloggiasse nello spazio superiore tra canna e carrello. Il sistema aveva il vantaggio di essere elastico e di adattarsi quindi ad eventuale sporcizia presente, mantenendo così la filosofia d?impostazione dell?arma; ma per lo smontaggio richiedeva un cacciavite o una chiave a brugola, e si voleva evitare questo inconveniente. La soluzione trovata da Palamà è stata quella di fissare alla parte di canna che alloggia sotto il mirino uno spessore di ottone. Questo fa sì che la canna abbia ogni volta la stessa posizione, garantendo così la precisione dell?arma. Per la giustezza occorrerà aggiustare le mire in funzione della nuova posizione della canna. Ricordiamo che un?arma è precisa quando raggruppa i colpi in rosate strette, giusta quando queste rosate attingono esattamente il punto mirato. Quindi un?arma di buone prestazioni dovrà essere giusta e precisa insieme.

Lo spessore è stato fissato per mezzo di due code di rondine della profondità di pochi decimi di millimetro, e saldato con leghe a bassa temperatura. Il generoso spessore della canna consente questo intervento, che va comunque effettuato da un armaiolo preparato e competente a scanso di problemi sempre in agguato.



La prova a fuoco

L?arma è stata provata al poligono di Vercelli, in condizioni di luce molto variabile (temporale in arrivo), con tiro meditato a due mani senza appoggio. L?arma ha una canna progettata per l?uso militare, quindi per sparare munizioni blindate, e dover tirare palle in piombo non le ha certo giovato. Sono state usate munizioni del commercio; l?uso di palle blindate o di munizioni ricaricate avrebbe certamente portato a risultati migliori. La rosata ottenuta è estesa in verticale perchè risente delle condizioni di luce, ma è comunque contenuta in un rettangolo di 34 x 70 millimetri. Il punteggio, di tutto rispetto, è 47/50.

Con le modifiche effettuate, la pistola ha prestazioni paragonabili con quelle di armi progettate specificamente per il tiro pratico ed accuratizzate da un maestro preparatore. Le stesse modifiche le avrebbe potute fare anche la Beretta? Certamente. In azienda non mancano le persone in grado di progettare ed eseguire gli interventi citati, e l?analisi di un?arma è certamente più facile se eseguita da coloro che l?hanno disegnata e messa a punto. Però queste modifiche, se eseguite all?origine, avrebbero portato ad un rallentamento della produzione, rendendo impossibile la consegna per quantità alle forze armate, che peraltro di tutto ciò non hanno bisogno. Avrebbe inoltre comportato un incremento dei costi del tutto incompatibile non solo con il prezzo di vendita dell?arma standard, ma anche con quello del modello stock.
Avatar utente
metzger
SUPER SHOOTER
SUPER SHOOTER
 
Messaggi: 1157
Iscritto il: ven ott 02, 12:01:23
Località: SALERNO
Has thanked: 0 time
Been thanked: 0 time

Messaggioda lucasb67 » lun dic 14, 11:13:05

bellissimo rendiconto di ottime lavorazioni ... grande 98, grande roberto palamà e grande metz
... fai bene tutto quello che sai fare e poi "lascia che il colpo ti racconti la sua storia!"
Avatar utente
lucasb67
SPECIAL MEMBER
SPECIAL MEMBER
 
Messaggi: 2677
Iscritto il: lun set 21, 22:51:55
Località: Terre di Vini e Bevitori
Has thanked: 0 time
Been thanked: 0 time
Medals: 2
Principe (1) Sostenitore (1)


Torna a ARMI CORTE-Handguns

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 111 ospiti

cron