Mr45 ha scritto:...un piccolo OT... leggendo il libro di Kris Kyle, nella parte dedicata alle armi in dotazione, il buon Kris scrive che tra le corte in dotazione, la SIG 226 e la Colt 1911, preferiva la 1911 in quanto molto più semplice da usare, pollice sulla sicura, indice sul grilletto, e via
Silvio Biagini ha scritto:Penso che la tua ipotesi di contenimento dei costi sia molto verosimile...
Riguardo alle tue domande sui numeri vicino al codice ottico...potrebbe essere una serie di codici (non ricordo l'acronimo che li indica) con i quali vengono prese in carico e registrate le armi e le loro parti, si può controllare.
Per quanto riguarda l'acronimo EGA vicino alla matricola, questo è una particolarità della COLT. La casa indica, con quelle lettere, una serie specifica di armi. Possono essere le iniziali del responsabile del progetto, o le iniziali del progetto stesso con il quale la casa ha risposto alle specifiche formulate dal richiedente...penso si potrebbe indagare anche in questo caso.
Un cordiale saluto, Silvio
Silvio Biagini ha scritto:Grazie Walther...ecco la ragione delle lettere vicino al numero di matricola. Hai allargato le mie conoscenze...non ci sarei arrivato senza vedere il simbolo.
Gli altri numeri credo sia legati ad un NSN specifico per l'arma in questione.
Il National Stock Number è un codice di identificazione "logistico" per i ricambi. Per esempio questi sono una piccola parte di quelli della carabina M4 e del fucile M16A2.
M4/M16A4 carrying handle
1005-01-465-0401 weapon carrying handle
M16A2 rail handguards
1005-01-529-4908 TDI arms rail handguards
M16A2 handguards
1005-01-134-3629 handguard
M4 rail adapter mount for M4 rifle
1005-01-452-3527 M4 rail mount hand grips
M5 rail adapter mount for M16A4
1005-01-452-6771 M5 rail mount hand grips.
Si può facilmente immaginare quante "migliaia" di NSN ci siano tenuto conto che comprendono non solo armi e parti di arma, ma anche munizioni e altri esplosivi, vestiario, equipaggiamento, ottiche, sorgenti luminose, etc., etc. Comunque in quella serie di numeri, ogni serie è preceduta da numeri e lettere tra parentesi e l'ultima serie è la ripetizione del numero di matricola.
Quindi è presumibile (ma solo presumibile) che l'annotazione e la trasmissione di quelle tre serie nell'ordine riportato consentirebbe di acquisire informazioni sulla "posizione dell'arma" dalla presa in carico dalla fabbrica alla sua assegnazione individuale. Questo, evidentemente solo nel caso di distribuzione militare e in mancanza di un lettore del codice ottico.
Un cordiale saluto, Silvio
metzger ha scritto:secondo voi il fusto proviene da billetta forgiata o da fusione a cera persa?
una volta si diceva che le colt erano realizzate su fuso microfuso caspian...
ordotempli ha scritto:Nella realizzazione per microfusione + facile che siano generate "bolle" d'aria internamente al metallo, più frequenti sbavature ed imprecisioni .... nel metallo pieno è molto meno probabile l'esistenza di bolle (che, in ogni caso sono molto piccole) ed ancor meno nell'acciaio forgiato. Il pezzo ottenuto per microfusione ha tolleranze e dimensioni maggiori e viene poi riportato alle quote necessarie con processi di fresatura spesso indistinguibili da una lavorazione "dal pieno".
E' probabile che la tecnologia della microfusione, oggi sia molto migliorata. Quanto da me descritto in precedenza si riferisce alle mie esperienze di qualche anno (più di uno ovviamente) e non ho acquistato più armi ottenute per microfusione ...
P.S. Mi lasciai tentare da una Luger in acciaio inossidabile (Mitchell) .... una cosa indescrivibile ... l'ho tenuta con me solo per il tempo di rivenderla.
Le pentole della Lagostina erano di gran lunga migliori e, di certo, più dignitose.
Solo una piccola serie preparate da Gitti (se non ricordo male il nome, che acquistò le parti non finite), ebbero dignità.
doppioalfa ha scritto:Approfitto di questa tua domanda molto interessante per porne delle altre:
Come facciamo a distinguere un pezzo macchinato dal pieno da uno in microfusione, esiste un sistema ?
il pezzo creato dal massello e migliore per un piu accurato controllo delle quote e delle tolleranze e per il fatto che richiedendo maggiori ore di lavore e intirsicamente piu prezioso e di maggiore valore,doppioalfa ha scritto: E poi, il pezzo macchinato dal pieno è sempre migliore e più robusto di un pezzo lavorato dalla microfusione ?
Se effettivamente il pezzo macchinato dal pieno è migliore e più robusto di quello in microfusione, dovrebbe essere corretto da parte dei costruttori di specificarlo nei dati tecnici in modo che l' acquirente sia consapevole della qualità del prodotto che stà acquistando.
mimmo002 ha scritto:doppioalfa ha scritto:Approfitto di questa tua domanda molto interessante per porne delle altre:
Come facciamo a distinguere un pezzo macchinato dal pieno da uno in microfusione, esiste un sistema ?
il pezzo totalmente macchinato si riconosce perche non ha linee di giunzione, le linee di giunzione sono i bordi dei gusci che formano il pezzo, dopo fuso alcune zone devono lo stesso essere smacchinateil pezzo creato dal massello e migliore per un piu accurato controllo delle quote e delle tolleranze e per il fatto che richiedendo maggiori ore di lavore e intirsicamente piu prezioso e di maggiore valore,doppioalfa ha scritto: E poi, il pezzo macchinato dal pieno è sempre migliore e più robusto di un pezzo lavorato dalla microfusione ?
Se effettivamente il pezzo macchinato dal pieno è migliore e più robusto di quello in microfusione, dovrebbe essere corretto da parte dei costruttori di specificarlo nei dati tecnici in modo che l' acquirente sia consapevole della qualità del prodotto che stà acquistando.
il pezzo di fusione in teoria ha la stessa resistenza del pezzo smacchinato ma logicamente non le stesse tolleranze di lavorazione vsto che lo stampo e generico e due pezzi generici per accoppiarsi perfettamente almeno uno dei due si deve manualmente adattare
doppioalfa ha scritto:Probabilmente esistono dei controlli per evitare i pezzi con bolle d' aria tipo quelli che controllano le saldature.
Dici che non hai più acquistato armi ottenute per microfusione, dovevi prima informarti da qualcuno per sapere se erano macchinate dal pieno o in microfusione?
doppioalfa ha scritto:Scusa Mimmo ma non credo che con le moderne tecniche di microfusione si abbia ancora l'effetto a "uovo di pasqua" , gli stampi moderni sono molto precisi tanto che possono fare direttamente fori già filettati, e comunque come dici tu stesso vengono ulteriormente rifinite a macchina.
Non capisco invece la seconda parte quando dici che lo stampo è generico e che si devono adattare i pezzi almeno uno lo si deve manualmente adattare, anche ipezzi macchinati dal pieno vengono manualmente adattati, ma forse non ho capito bene quello che volevi dire.
ordotempli ha scritto:micromartellatura ?
forse sabbiatura
in genere le parti ottenute con microfusione sono surdimensionate e vengono riportate alle quote di progetto con aggiustamenti (limatura); vengono successivamente sabbiate per nascondere le lavorazioni (spesso grossolane) e dare una finitura più dignitosa.
metzger ha scritto:posso confermare che il fusto e tutti i componenti principali sono in acciaio forgiato e poi macchinato.
la parte esterna delle componenti in acciaio inox non vernicaiate sono state finite con sabbiatura antiriflesso compresa la zona della camera di cartuccia.
scatto dopo 100 colpi 2100 grammi, dopo 300 colpi era sceso a 2000 (media di 5 pesature con dinamometro digitale lyman). lo scatto però non è pulitissimo e causa vernice in parti striscianti o imperfezioni di lavorazione non soddisfa a pieno.
comunque se ne riparlerà dopo 3 o 4 mila colpi per valutare l'effetto del rodaggio.
ottimo il livello di finitura in parti importanti come gli organi della sicura al percussore o la bielletta: lucidate a specchio.
ottima anche l'affidabilità e l'elasticità di funzionamento con cariche eterogenee nonostante la doppia molla coassiale di recupero.
devo valutare bene la taratura in deriva delle mire fisse perchè mi sembra sparare un po' a sinistra.
per ora sono molto soddisfatto dell'acquisto nonostante il prezzo folle di 2500 euro considerato anche che negli stati uniti è venduta a circa 1600 dollari con una dotazione molto più ricca.
doppioalfa ha scritto:metzger ha scritto:posso confermare che il fusto e tutti i componenti principali sono in acciaio forgiato e poi macchinato.
la parte esterna delle componenti in acciaio inox non vernicaiate sono state finite con sabbiatura antiriflesso compresa la zona della camera di cartuccia.
scatto dopo 100 colpi 2100 grammi, dopo 300 colpi era sceso a 2000 (media di 5 pesature con dinamometro digitale lyman). lo scatto però non è pulitissimo e causa vernice in parti striscianti o imperfezioni di lavorazione non soddisfa a pieno.
comunque se ne riparlerà dopo 3 o 4 mila colpi per valutare l'effetto del rodaggio.
ottimo il livello di finitura in parti importanti come gli organi della sicura al percussore o la bielletta: lucidate a specchio.
ottima anche l'affidabilità e l'elasticità di funzionamento con cariche eterogenee nonostante la doppia molla coassiale di recupero.
devo valutare bene la taratura in deriva delle mire fisse perchè mi sembra sparare un po' a sinistra.
per ora sono molto soddisfatto dell'acquisto nonostante il prezzo folle di 2500 euro considerato anche che negli stati uniti è venduta a circa 1600 dollari con una dotazione molto più ricca.
Io invece credo proprio che la mia stock III sia proprio in microfusione almeno per quanto riguarda il fusto ci sono evidenti segni di porosità nelle parti non macchinate , e nutro qualche dubbio per il
carrello. D'altra parte visto il prezzo di acquisto non si può pretendere granchè.
Troverei comunque corretto se fosse ben specificato al momento di acquisto dell'arma.
mimmo002 ha scritto:
i mercanti ci danno da mangiare le peggiori schifezze alimentari e non lo scrivono,
e tu vorresti che ti specificassero le tipologia di acciaio e con quale macchina a controllo numerico sono state incise le scritte
Luigi67 ha scritto:Se fossi l'utilizzatore finale vorrei anche il video di come è stata prodotta per quello che spendo, altrimenti con 450 euro prendo una Norinchio e so quello che compro e quanto la sto pagando, quasi il reale valore
Luigi67 ha scritto:Se fossi l'utilizzatore finale vorrei anche il video di come è stata prodotta per quello che spendo, altrimenti con 450 euro prendo una Norinchio e so quello che compro e quanto la sto pagando, quasi il reale valore
Mr45 ha scritto:Luigi67 ha scritto:Se fossi l'utilizzatore finale vorrei anche il video di come è stata prodotta per quello che spendo, altrimenti con 450 euro prendo una Norinchio e so quello che compro e quanto la sto pagando, quasi il reale valore
...e faresti bene, le 1911 Norinco vengono realizzate in un ottimo acciaio 5010, no microfusione
mimmo002 ha scritto:Luigi67 ha scritto:Se fossi l'utilizzatore finale vorrei anche il video di come è stata prodotta per quello che spendo, altrimenti con 450 euro prendo una Norinchio e so quello che compro e quanto la sto pagando, quasi il reale valore
allora tu sei uno di quelli che non abocca alla pubblicità commerciale e non credi a miti e leggende ?
quindi sei un asociale
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