Calico ha scritto:Ma che il decreto dovrebbe essere fuori termini della delega e quindi illegittimo? Il Parlamento dovrebbe rifiutarsi di discuterlo; la Corte Costituzionale, tramite le commissioni, dovrebbe avvisare che é incostituzionale per irregolarità della formazione; Napolitano dovrebbe rifiutarsi di firmare alcunché.
In queste occasioni capisco perché una vecchia statistica dava gli avvocati ai primi posti trai professionisti con disagio mentale!
Esattamente. Questa la lettera che FISAT dice di inviare ad una folta lista di Camera e Senato, io ho già fatto, chi lo vuole fare trova tutto sul loro sito.
Gentile Onorevole/Senatore
Sono ______________, cittadino onesto appassionato di armi legali e Le scrivo per sottoporLe il problema dell’approvazione del decreto integrativo al D.Lgs. 204/2010 che andrà in discussione a giorni alla I Commissione di Camera e Senato.
Il Governo riceveva la delega a legiferare in materia di armi per il recepimento della Direttiva Europea 2008/51/CE con la L. 88/2009; il Governo eseguiva la delega facendo promulgare in data 26.10.2010 il DLGS. 204/2010, ma entrato in vigore il giorno 1 Luglio 2011 per espressa previsione del proprio art. 8 c. 1.
L’articolo 1 c. 5 del predetto decreto 204/20010 autorizza il Governo ad adottare decreti integrativi entro 24 mesi dall’entrata in vigore, ossia entro la data del 1.7.2013 e tale termine è ampiamente trascorso in quanto il Governo ha trasmesso il testo alle Camere il 29.6.2013 (appena 2 giorni prima della scadenza del termine) quando invece entro il predetto termine il decreto avrebbe dovuto essere promulgato.
E ciò nonostante abbia avuto ben due anni per promulgarlo, alla faccia “….dell’urgenza e della sensibilità della materia nella lotta alla criminalità….”, che emergono dalla relazione ministeriale quale mero esercizio di stile.
Ma quel che è peggio è che il decreto integrativo è stato preparato in gran segreto da un funzionario del Ministero dell’Interno che lo ha perfezionato in direzione perfettamente opposta alla delega parlamentare.
Chiedo quindi che il decreto sia rigettato per trascorrimento dei termini di delega, ma in ogni caso vorrei che la S.V:. cercasse di far cassare quanto segue:
Cassare la modifica dell’articolo 5 comma 1 del Decreto 204/2010 che modifica l’art. 2 c.2 della L. 110/1975 con cui verranno vietati definitivamente i silenziatori, quando la Direttiva Europea li ammette esplicitamente come parti legali di armi civili, impedendone il possesso agli appassionati di armi. I silenziatori sono l’unica speranza per il tiro sportivo nei poligoni assediati dall’urbanizzazione.
Cassare la modifica dell’art. 5 c. 1 lett. M del decreto 204/2010 di modifica l’articolo 20 comma 1 della L. 110/1975, con cui si obbligherà ad adottare cassaforte ed allarme anche chi abbia semplici fucili ad aria compressa di libera vendita e repliche di armi ad avancarica ottocentesche. L’obbligo di detenzione in cassaforte impedirà l’uso di armi per legittima difesa espressamente previsto dalla norma.
Cassare la modifica dell’articolo 5 comma 1 del Decreto 204/2010 che modifica l’art. 2 c.2 della L. 110/1975 con cui verranno limitate definitivamente le capacità delle armi lunghe a 5 colpi e delle armi corte a 15, condannando i cittadini onesti a non potersi difendere efficacemente dai criminali che ovviamente debbono obbedire non ad alcun decreto e quindi non sono vincolati ad alcuna capacità massima dell’arma.
Cassare la modifica dell’articolo 5 lett. H capoverso decreto 204/2010 con cui si modificherà l’art. 57 ultimo comma TULPS obbligando i poligoni privati, presso cui non è mai avvenuto storicamente alcun reato ad adottare la farraginosa burocrazia dei poligoni dell’Unione Italiana Tiro a Segno, che pure godono di un notevolissimo monopolio commerciale potendo vendere munizioni e certificare le competenze in materia di tiro.
Confido con fiducia che la S.V. vorrà valutare sia la mancata osservanza dei requisiti formali che il mancato rispetto dei termini di delega di cui alla L. 88/2009 che consentiva solo la mera applicazione della Direttiva 2008/51/CE e non invece l’istituzione di divieti e obblighi ulteriori.
La ringrazio per l’attenzione
"Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché in ciò sta l'essenza della dignità umana"
(Giovanni Falcone)