Un commento sul nuovo decreto del Ministero dell'Interno
E’ Settembre inoltrato e si riparte.
Purtroppo non ci sono buone notizie.
E’ infatti stato varato il “Decreto 9 agosto 2011 Modificazioni agli allegati A, B e C al regolamento per l'esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza..” che si occupa oltre che di esplosivi “tradizionali” di inneschi.
Secondo il testo modificato i manufatti della V categoria gruppo E non possono essere più detenuti in quantitativo illimitato ma nei limiti seguenti :
In tali locali possono essere detenuti e venduti capsule innescate in un quantitativo massimo di n. 25.000 e bossoli innescati fino a un quantitativo massimo di n. 50.000, approvvigionati e conservati nelle confezioni originali e commercializzati nella confezione originale minima. Negli esercizi abilitati al caricamento delle cartucce il limite massimo delle capsule innescate e dei bossoli innescati e' stabilito in n. 50.000 per ciascuno, fermo restando il limite di cui al precedente capoverso per i locali in cui e' consentito l'accesso al pubblico.
Avete letto bene; 25.000 inneschi e 50.000 bossoli innescati, rimanendo da capire se i 50.000 bossoli innescati saranno sostituibili con 50.000 inneschi in modo da portare il totale a 75.000.
Già prevedo che prima ci diranno di no poi se sapremo insistere, anche con la politica (ossia con quelli che abbiamo mandato al seggio noi ivi compreso il Ministero Maroni), diranno di si come è logico che sia (logica vuole che i bossoli innescati non siano più pericolosi dei soli inneschi).
Intanto val la pena di precisare che a nostro avviso il Ministero non poteva regolare la materia degli inneschi; la Direttiva Europea 2007/23/CE recepita con D.L. 4 Aprile 2010 nr. 58 dice all’art 2 c.2 punto F che le disposizioni non si applicano “…alle munizioni, ai proiettili, alle cariche propulsive nonché alle munizioni a salve…”.
Ora visto che non possono occuparsi di munizioni a salve (che usano inneschi uguali a quelli delle munizioni vere) non si capisce come potessero occuparsi di inneschi che erano già regolamentati da norme specifiche; le munizioni e le parti che le compongono sono regolate da norme specifiche che devono essere approvate e varate con norme specifiche ma la triade ministeriale Manganelli-Porzio-Paravati si era legata al dito l’occasione perduta del DLgs 204/2010 (ossia il tentativo di sottoporre la ricarica a licenza del Questore, poi sventato dalla Campagna di lettere FISAT recepita dalla Lega che l’ha bloccata) ed appena ha potuto ha cercato di pareggiare i conti.
E’ chiaro che quando si perde si cerca di vincere sgambettando e questa è stata l’occasione buona per i ministeriali per prendersi una rivincita morale in considerazione del fatto che i la versione originale di inneschi ne consentiva solo 8000; FISAT aveva già lanciato l’allarme ad Aprile 2011 quando subito dopo l’EXA aveva detto “Il ministero ci riprova con gli inneschi(lo trovate sul sito indipendente thegunners.it :
http://www.thegunners.it/index.php?opti ... Itemid=317,
sapevamo che la cosa era in discussione in Commissione ma non avendo più notizie a causa del muro del silenzio dei membri non osammo lanciare la campagna di lettere (la Commissione tiene ai propri segreti e solo talvolta riusciamo a carpirne qualcuno).
Giova ora fare qualche considerazione: le riviste del settore hanno attaccato FISAT come non mai in questi ultimi mesi; Armi Magazine lo fa da sempre sia pur senza nominarci in modo da poter tenere i proverbiali piedi in due scarpe, ci fa dispiace che lo faccia il Direttore Vallini di Armi e Tiro che sul suo editoriale “Il muro del Fango” ci paragona agli antiarmi per aver detto e scritto ciò che fino a due mesi fa scrivevamo sul suo giornale; ossia aver raccontato ciò che succede in Commissione e che non si spiega in nessun altro modo se non con abboccamenti tra i ministeriali e quelli che in rappresentanza del settore dovrebbero fargli da contraltare.
Non si spiega in altro modo il muro del segreto che che si erge in modo regolare su provvedimenti in studio da mesi che non avrebbero modo di passare se conosciuti dal settore – che potrebbe attivarsi regolarmente se avvisato per tempo dai propri rappresentanti - prima dell’approvazione definitiva.
E’ così difficile immaginare che se il settore avesse saputo per tempo e con certezza dell’approvazione di queste modifiche avrebbe lanciato una campagna di lettere come quella della Legge 204/2010, tale da attivare parlamentari e ministri della Lega che costringessero il Ministro Maroni a rileggere il provvedimento prima di firmarlo, specie in questi tempi in cui l’immagine della maggioranza è quanto mai annebbiata ?
Ce l’avremmo fatta per certo sarebbe bastato saperlo ma chi era in Commissione a rappresentarci ancora una volta si è guardato bene dal farlo e ciò è chiarissimo ai lettori ed agli appassionati (ed ai funzionari ministeriali che vincolani i memebri della Commissione ad un silenzio illegale minacciandoli di chissà quali ritorsioni).
E non pare essere chiaro neanche ai Direttori di Armi e Tiro e Armi Magazine che nel far loro, riga per riga alla perfezione, le difese dei presidenti delle Associazioni presenti in Commissione (FISAT usa verbali parziali, il verbale integrale ve lo faremo vedere, hanno sbagliato ad interpretare) non chiariscono come mai nessuno della Commissione senta mai il dovere di avvisare per tempo il settore (che rappresenta) o almeno i propri iscritti ma sappia solo fare lamentazioni di facciata a norma ormai approvata.
Noi avremo anche sbagliato ad interpretare i verbali, ci avvarremo di verbali parziali (forse un giorno ci mostreranno ”l’integrale” ammesso che esista, ma poi il Ministero deve giustificarci chiarendo come non lo dette ai legali di FISAT in sede di accesso agli atti) ma dobbiamo riuscire ad abbattere il muro del silenzio a qualunque costo.
Vorrei avere un euro per ognuno di coloro che si sono avvicinati a FISAT suggerendo, col fare del cospiratore e prendendola da lontano, di trovare un accordo con le altre associazioni. Purtroppo non sarà possibile trovarlo finché le associazioni e le aziende che sono in Commissione manterranno in piedi il muro del silenzio.
Provate a spiegarglielo voi se ne avete tempo e voglia. Intanto sapete come regolarvi col portafogli.
La lotta continua e riparte dall’altro lato dell’oceano ove al Convegno mondiale di Second Amendment Foundation di Chicago cercheremo di spiegare come stanno andando davvero le cose in questa terra medievale.
Speriamo anche nel loro aiuto per rompere una volta per tutte il muro del silenzio.