Cari amici ritengo opportuno, dopo la bufera dell’ultimo fine settimana sulla vicenda FISAT, che mi riguardano personalmente, scrivere queste righe in modo che possiate ascoltare una “campana” diversa da quella istituzionale dell’associazione.
Chi mi conosce sa che pur non disdegnando una vena polemica e di sano contraddittorio, cerco sempre di essere equilibrato e non partire "lancia in resta", cercando quando possibile una mediazione.
Torno indietro nel tempo nel tempo nel dire che appena conobbi FISAT, diverso tempo fa, mi ritrovai d’accordo sulla linea di pensiero e condotta dell’associazione. Per lungo tempo mi impegnai fattivamente, aprendo la pagina facebook e gestendo il sito cavalierifisat. Con l'andare del tempo il legame a filo doppio con una parte politica, l'impossibilità di partecipare alla pianificazione delle iniziative e la gestione associativa mi convinsero sempre meno. La goccia che fece traboccare il vaso fu una email del presidente in cui venivo accusato di una gestione della pagina facebook dissennata, riportata da chissà chi o visionata con un nickname di comodo dalla presidenza, in quanto nè presidente nè il suo vice hanno un account facebook. A seguito di questa brutta email, rassegnai le dimissioni da amministratore della pagina e informai che appena si fosse trovato un sostituto per gestire il sito cavalierifisat, mi sarei fatto da parte anche per quella gestione. Nemmeno tre giorni dopo la presidenza cambiò le password di accesso del sito cavalierifisat e mi “bannò” dalla pagina facebook FISAT senza alcuno scritto o preavviso.
Veniamo a oggi; venerdì mattina, visitando il “social network” vi trovai l’avviso che ero stato nominato amministratore della pagina della associazione. A questo punto, ingenuamente pensai che dato il momento estremamente difficile per gli appassionati di armi, la presidenza cercasse di costruire un fronte comune di azione, pertanto entrai nella pagina ed aggiunsi i membri del vecchio gruppo di lavoro SENZA BANNARE ALCUN AMMINISTRATORE PRECEDENTE, anzi mi stupii di essere unico amministratore. Il primo messaggio che postai, come qualcuno è riuscito a vedere, fu la richiesta di assemblea generale dei soci, onde discutere ed approvare un piano di azione comune e condiviso. Nel primo pomeriggio dello stesso giorno, mentre ero in viaggio in treno verso Milano, venni informato di che il post era stato cancellato, gli amministratori non rimossi ma bannati e in seguito informato delle accuse pesantissime della presidenza, pubblicate sulla pagina e rivolte a persone non ben definite, accuse anche di reati perseguiti penalmente dalla legge italiana (tra l’altro anche minacce di venire presi a calci in culo da personaggi stranieri disposti a fare una trasferta di 10 ore per massaggiare pedologicamente deretani). Ricordo a tutti che MAI HO RICEVUTO una lettera di espulsione dalla FISAT e MAI HO DATO LE DIMISSIONI da associato.
Scrivo queste poche righe, come potete vedere, non per attaccare o cercare consensi, ma per un doveroso diritto di replica che mi è negato nei luoghi dove sono stato attaccato.Questo e tutto.
Saluti carissimi.
Riccardo Badino