PaoloAR15 e le solite chiacchiere

Qui si parla di tutto ma non di armi

PaoloAR15 e le solite chiacchiere

Messaggioda radioamerica » gio dic 31, 00:23:33

Sul Blog di questo provocatore nazionale si legge questo:

Riporto semplicemente un articolo comparso oggi sul Corriere On Line su come Trenitalia ha trattato un disabile.


Privo di biglietto perché impossibilitato a farlo mostra i soldi
al controllore. Ma viene costretto a scendere dalla polizia ferroviaria

Quel ragazzo senza braccia sul treno dell'indifferenza

di SHULIM VOGELMANN

CARO direttore, è domenica 27 dicembre. Eurostar Bari-Roma. Intorno a me famiglie soddisfatte e stanche dopo i festeggiamenti natalizi, studenti di ritorno alle proprie università, lavoratori un po' tristi di dover abbandonare le proprie città per riprendere il lavoro al nord. Insieme a loro un ragazzo senza braccia.

Sì, senza braccia, con due moncherini fatti di tre dita che spuntano dalle spalle. È salito sul treno con le sue forze. Posa la borsa a tracolla per terra con enorme sforzo del collo e la spinge con i piedi sotto al sedile. Crolla sulla poltrona. Dietro agli spessi occhiali da miope tutta la sua sofferenza fisica e psichica per un gesto così semplice per gli altri: salire sul treno. Profondi respiri per calmare i battiti del cuore. Avrà massimo trent'anni.

Si parte. Poco prima della stazione di (...) passa il controllore. Una ragazza di venticinque anni truccata con molta cura e una divisa inappuntabile. Raggiunto il ragazzo senza braccia gli chiede il biglietto. Questi, articolando le parole con grande difficoltà, riesce a mormorare una frase sconnessa: "No biglietto, no fatto in tempo, handicap, handicap". Con la bocca (il collo si piega innaturalmente, le vene si gonfiano, il volto gli diventa paonazzo) tira fuori dal taschino un mazzetto di soldi. Sono la cifra esatta per fare il biglietto. Il controllore li conta e con tono burocratico dice al ragazzo che non bastano perché fare il biglietto in treno costa, in questo caso, cinquanta euro di più. Il ragazzo farfugliando le dice di non avere altri soldi, di non poter pagare nessun sovrapprezzo, e con la voce incrinata dal pianto per l'umiliazione ripete "Handicap, handicap".

I passeggeri del vagone, me compreso, seguono la scena trattenendo il respiro, molti con lo sguardo piantato a terra, senza nemmeno il coraggio di guardare. A questo punto, la ragazza diventa più dura e si rivolge al ragazzo con un tono sprezzante, come se si trattasse di un criminale; negli occhi ha uno sguardo accusatorio che sbatte in faccia a quel povero disgraziato. Per difendersi il giovane cerca di scrivere qualcosa per comunicare ciò che non riesce a dire; con la bocca prende la penna dal taschino e cerca di scrivere sul tavolino qualcosa. La ragazza gli prende la penna e lo rimprovera severamente dicendogli che non si scrive sui tavolini del treno. Nel vagone è calato un silenzio gelato. Vorrei intervenire, eppure sono bloccato.

La ragazza decide di risolvere la questione in altro modo e in ossequio alla procedura appresa al corso per controllori provetti si dirige a passi decisi in cerca del capotreno. Con la sua uscita di scena i viaggiatori riprendono a respirare, e tutti speriamo che la storia finisca lì: una riprovevole parentesi, una vergogna senza coda, che il controllore lasci perdere e si dedichi a controllare i biglietti al resto del treno. Invece no.
Tornano in due. Questa volta però, prima che raggiungano il giovane disabile, dal mio posto blocco controllore e capotreno e sottovoce faccio presente che data la situazione particolare forse è il caso di affrontare la cosa con un po' più di compassione.

Al che la ragazza, apparentemente punta nel vivo, con aria acida mi spiega che sta compiendo il suo dovere, che ci sono delle regole da far rispettare, che la responsabilità è sua e io non c'entro niente. Il capotreno interviene e mi chiede qual è il mio problema. Gli riepilogo la situazione. Ascoltata la mia "deposizione", il capotreno, anche lui sulla trentina, stabilisce che se il giovane non aveva fatto in tempo a fare il biglietto la colpa era sua e che comunque in stazione ci sono le macchinette self service. Sì, avete capito bene: a suo parere la soluzione giusta sarebbe stata la macchinetta self service. "Ma non ha braccia! Come faceva a usare la macchinetta self service?" chiedo al capotreno che con la sua logica burocratica mi risponde: "C'è l'assistenza". "Certo, sempre pieno di assistenti delle Ferrovie dello Stato accanto alle macchinette self service" ribatto io, e aggiungo che le regole sono valide solo quando fa comodo perché durante l'andata l'Eurostar con prenotazione obbligatoria era pieno zeppo di gente in piedi senza biglietto e il controllore non è nemmeno passato a controllare il biglietti. "E lo sa perché?" ho concluso. "Perché quelle persone le braccia ce l'avevano...".

Nel frattempo tutti i passeggeri che seguono l'evolversi della vicenda restano muti. Il capotreno procede oltre e raggiunto il ragazzo ripercorre tutta la procedura, con pari indifferenza, pari imperturbabilità. Con una differenza, probabilmente frutto del suo ruolo di capotreno: la sua decisione sarà esecutiva. Il ragazzo deve scendere dal treno, farsi un biglietto per il successivo treno diretto a Roma e salire su quello. Ma il giovane, saputa questa cosa, con lo sguardo disorientato, sudato per la paura, inizia a scuotere la testa e tutto il corpo nel tentativo disperato di spiegarsi; spiegazione espressa con la solita esplicita, evidente parola: handicap.

La risposta del capotreno è pronta: "Voi (voi chi?) pensate che siamo razzisti, ma noi qui non discriminiamo nessuno, noi facciamo soltanto il nostro lavoro, anzi, siamo il contrario del razzismo!". E detto questo, su consiglio della ragazza controllore, si procede alla fase B: la polizia ferroviaria. Siamo arrivati alla stazione di (...). Sul treno salgono due agenti. Due signori tranquilli di mezza età. Nessuna aggressività nell'espressione del viso o nell'incedere. Devono essere abituati a casi di passeggeri senza biglietto che non vogliono pagare. Si dirigono verso il giovane disabile e come lo vedono uno di loro alza le mani al cielo e ad alta voce esclama: "Ah, questi, con questi non ci puoi fare nulla altrimenti succede un casino! Questi hanno sempre ragione, questi non li puoi toccare". Dopodiché si consultano con il capotreno e la ragazza controllore e viene deciso che il ragazzo scenderà dal treno, un terzo controllore prenderà i soldi del disabile e gli farà il biglietto per il treno successivo, però senza posto assicurato: si dovrà sedere nel vagone ristorante.

Il giovane disabile, totalmente in balia degli eventi, ormai non tenta più di parlare, ma probabilmente capisce che gli sarà consentito proseguire il viaggio nel vagone ristorante e allora sollevato, con l'impeto di chi è scampato a un pericolo, di chi vede svanire la minaccia, si piega in avanti e bacia la mano del capotreno.

Epilogo della storia. Fatto scendere il disabile dal treno, prima che la polizia abbandoni il vagone, la ragazza controllore chiede ai poliziotti di annotarsi le mie generalità. Meravigliato, le chiedo per quale motivo. "Perché mi hai offesa". "Ti ho forse detto parolacce? Ti ho impedito di fare il tuo lavoro?" le domando sempre più incredulo. Risposta: "Mi hai detto che sono maleducata". Mi alzo e prendo la patente. Mentre un poliziotto si annota i miei dati su un foglio chiedo alla ragazza di dirmi il suo nome per sapere con chi ho avuto il piacere di interloquire. Lei, dopo un attimo di disorientamento, con tono soddisfatto, mi risponde che non è tenuta a dare i propri dati e mi dice che se voglio posso annotarmi il numero del treno.

Allora chiedo un riferimento ai poliziotti e anche loro si rifiutano e mi consigliano di segnarmi semplicemente: Polizia ferroviaria di (...). Avrei naturalmente voluto dire molte cose, ma la signora seduta accanto a me mi sussurra di non dire niente, e io decido di seguire il consiglio rimettendomi a sedere. Poliziotti e controllori abbandonano il vagone e il treno riparte. Le parole della mia vicina di posto sono state le uniche parole di solidarietà che ho sentito in tutta questa brutta storia. Per il resto, sono rimasti tutti fermi, in silenzio, a osservare.



Non commento l'articolo perche' superfluo.

Pensateci voi, miei sparuti ma volenterosi lettori di questo blog.




Paolo....invece di chiacchierare, vista la cifra, perche' non hanno fatto tutti una colletta? Si' sa.....il portafoglio e' difficile interpellarlo.
Come al solito....scrivi in modo fazioso.
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Messaggioda ordotempli » gio dic 31, 08:00:10

:straquoto:
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Messaggioda faxbat » gio dic 31, 16:21:03

Ecccchediavolo! Ma nessuno ha avuto l'idea e la voglia di tirare fuori gli euro necessari per fare evitare a quel povero cristo tanta umiliazione?
Altro che colletta.....tra tutti i presenti non c'era nessuno che avesse i 50 euro???
A parte questo e' da notare il malefico effetto che fa a tanti umani mettere su qualcosa che li distingua l'uno dagli altri: la divisa. Il dovere anzi il DOVERE....mi e' sembrato di ascoltare e leggere tante altre volte questa magica parola....ma la propria coscienza?
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Messaggioda ordotempli » gio dic 31, 16:52:41

Le Ferrovie hanno ufficialmente chiesto scusa ...

In altri tempi quella persona sarebbe stata un'ottima kapò ... ma il comportamento degli astanti è forse peggiore ... " che me ne freega, mica ce l'ha con me "

Dapprina venne il turno dei dissidenti politici .... non ero tra questi;
Venne il turno degli ebrei .. la cosa non mi riguardava;
Venne poi il turno dei malformati ... ero sanissimo;
Venne poi il turno dei comunisti ... avevo sempre votato diversamente;
venne il turno degli zingari ... non ero un gitano nè un rom;
Venne il turno di quelli che avevano gli occhi verdi .. li avevo azzurri;
Venne il turno di quelli che avevano gli occhi neri .... caspita ... NON MI DIFENDE NESSUNO ... URLAI .. il mio grido si perse nel vuoto.

Difendi la libertà di chi pensa diversamente da te ... la sua libertà è anche la tua.
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Messaggioda giannikuiper » gio dic 31, 16:54:29

beh,se le cose sono andate esattamente come descritte,io non avrei messo i 50 ?
lo dico in tutta onestà ma la polizia,mi avrebbe dovuto portare via insieme al ragazzo questo è sicuro.....La cosa mi sembra talmente assurda.....faccio fatica a
pensare che persone giovani Bigliettaia e capotreno tengano questo atteggiamento come faccio altrettanta fatica, a credere che nessuno abbia aperto bocca dopo aver assistito ad una cosa del genere......Mah.... :roll:
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Messaggioda faxbat » gio dic 31, 16:58:57

ordotempli ha scritto:Le Ferrovie hanno ufficialmente chiesto scusa ...

In altri tempi quella persona sarebbe stata un'ottima kapò ... ma il comportamento degli astanti è forse peggiore ... " che me ne freega, mica ce l'ha con me "

Dapprina venne il turno dei dissidenti politici .... non ero tra questi;
Venne il turno degli ebrei .. la cosa non mi riguardava;
Venne poi il turno dei malformati ... ero sanissimo;
Venne poi il turno dei comunisti ... avevo sempre votato diversamente;
venne il turno degli zingari ... non ero un gitano nè un rom;
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Messaggioda paricutin » gio dic 31, 17:02:07

Qualche settimana fa, in circostanza completamente diverse, ho assistito all'assurda presa di posizione della giovane e graziosa direttrice di una agenzia delle poste, che non ha voluto arretrare di un passo nonostante la mediazione di una altrettanto graziosa (ma molto più versata alla conciliazione) ispettrice capo della polizia postale...
Non c'è nulla di peggio dell'assumere un atteggiamento inflessibile e del doverlo difendere a tutti i costi, quando un po' di buon senso e di umana comprensione potrebbero essere risolutivi... :birra:
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Messaggioda Pyno&dyno » sab gen 02, 15:20:01

Leggendo sul forum di A&T ho trovato una strana similitudine, tra Il signor P...ar15 (non aveva detto che abbandonava i forum italiani ?)e il sig Rocchetta. Date un occhio

http://www.armietiro.it/edisport/armi/f ... 4100764F68

http://www.armietiro.it/edisport/armi/f ... B1007BC968
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Messaggioda radioamerica » sab gen 02, 16:44:39

e' possibile anche perche' ne dice tante nella speranza che qualcuno lo consideri, ma conta come il 2 di picche.
Comunista è qualcuno che legge Marx e Lenin. Anticomunista è qualcuno che li capisce.
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Messaggioda paricutin » sab gen 02, 23:03:56

radioamerica ha scritto:e' possibile anche perche' ne dice tante nella speranza che qualcuno lo consideri, ma conta come il 2 di picche.


Proporrei di smettere di dedicargli dello spazio anche noi... Un po' di sana indifferenza può essere una buona medicina...
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