nuovo secolo europeo

Qui si parla di tutto ma non di armi

nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » sab nov 02, 23:02:55

queste nazioni : Austria, Svizzera, Belgio, Norvegia, Svezia Finlandia, Inghilterra danna la linea guida per tutte le altre in fatto di sessuologia e insegnamento nelle scuole , a mio parere orrendo per chi ha sani principi morali e figli piccoli sotto i 16-anni.


In collaborazione con l’agenzia tedesca per l’Educazione Sanitaria, l’OMS ha stilato una guida per i governi europei per indottrinare i bambini alla teoria di gender. Lo Standard di Educazione Sessuale si rivolge a bambini dai 0 ai 16 anni, stabilendo step diversi per ogni età.

-Da 0 a 4 anni: età ideale per “la scoperta del corpo e dei genitali”, si prescrive il “godimento e piacere quando giochiamo con il nostro corpo: la masturbazione nella prima infanzia”.
-A 4 anni i bambini esprimono i bisogni e i desideri nel “gioco del dottore”.
-Da 4 a 6 anni: sfatare il mito della cicogna. Età ideale per “parlare di questioni sessuali”, esplorare “le relazioni omosessuali” (tanto per cambiare) e “consolidare l’identità di genere”.
-Da 6 a 9 anni i bambini sono pronti a conoscere e difendere i “diritti sessuali di bambini e bambine”.
-Da 9 a 15 anni si parla di maternità imprevista, sponsorizzando l’aborto. Si insegna, infatti, come trovare le cliniche abortiste e dove comprare i preservativi. Immancabile l’attacco alla Chiesa: si deve insegnare che la religione cristiana è un ostacolo per il godimento del corpo: “influenza di età, sesso, religione e cultura” nell’educazione sessuale. A quest’età i bambini sono spronati a dichiarare la propria omosessualità, presentata come una condizione in cui il piacere sessuale è sublime e centrale. Infine, si tratta di prostituzione e dei siti pornografici.

I principi del documento sono altrettanto espliciti:
-I genitori sono “fonte informale” di educazione, mentre lo Stato è una fonte “formale e scientifica”.
-L’educazione sessuale dev’essere pianificata secondo una “sensibilità di genere”, cui natura, fatti e genitori devono sottomettersi.
-L’educazione sessuale inizia alla nascita, “deve avere un approccio olistico” (cioè ogni cosa è sesso), ed è necessaria al “rafforzamento dell’individuo e della comunità”.
-Gli insegnamenti dell’OMS sono scientifici e inconfutabili, mentre quelli dei genitori sono infondati.

alcuni link
http://www.aispa.it/attachments/article ... %20OMS.pdf
http://reazionecattolica.wordpress.com/ ... essualita/
( da dove estratto il breve brano)

STANDARD sessuale OMS.pdf
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Calico » lun nov 04, 13:51:31

La storia dei 4 anni mi farebbe esclamare "perché sono figli di maniaci"; nel senso che la curiosità é vero che c'é e così pure le "tenerezze", ma a volerci vedere la masturbazione, vorrei sapere di quale bestia si parla. Chiedo lumi a un pediatra, se gravita qui.
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda ordotempli » lun nov 04, 19:58:34

Lumi ???

Meglio un bel falò

Anche nel passato strampalate dottrine sostenevano che gli allucinogeni consentissero una " liberazione ! " della mente. I danni di quelle " dottrine d' avanguardia culturale " ancora sono evidenti .. una società di disadattati
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » lun nov 04, 21:06:07

e se un padre nauseato uccide un adulto che "insegna" cose moderne al figlio bambino cosa gli fanno ?
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Pyno&dyno » mar nov 05, 10:09:03

mimmo002 ha scritto:e se un padre nauseato uccide un adulto che "insegna" cose moderne al figlio bambino cosa gli fanno ?

Il padre nauseato finisce in galera, avrà così modo di sperimentare (suo malgrado) le pratiche omosessuali che tanto discrimina.

Detto questo, faccio mio il pensiero di Ordo, che come sempre vede lontano,la sessualità non si insegna.
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » mar nov 05, 12:49:48

Pyno&dyno ha scritto:
mimmo002 ha scritto:e se un padre nauseato uccide un adulto che "insegna" cose moderne al figlio bambino cosa gli fanno ?

Il padre nauseato finisce in galera, avrà così modo di sperimentare (suo malgrado) le pratiche omosessuali che tanto discrimina.

Detto questo, faccio mio il pensiero di Ordo, che come sempre vede lontano,la sessualità non si insegna.

quindi il padre nauseato deve fare di tutto per non farsi scoprire,
visto che viene punito il farsi scoprire, non il reato in se (molti assassini sono a piede libero perche non si sono fatti scoprire ) :lol:
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Calico » mar nov 05, 19:37:31

il padre nauseato può allentare un bello sganassone: troverà orde di giudici anzianotti disposti a riconoscergli le attenuanti per la difesa psicologica del figlio e magari qualcuno che gli assegnerebbe un risarcimento per violenza morale. Secondo me il cosiddetto diritto di famiglia non consente ingerenze alla scuola. Comunque, sono tutti stimoli alla scelta futura di scuole private, dove ciascuno sceglie quella che gli firma il programma didattico che preferisce, nell'ambito discrezionale dei programmi ministeriali. Porta le bimbe dalle suore! :lol:
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda NdK » mar nov 05, 21:30:53

Calico ha scritto:Porta le bimbe dalle suore! :lol:

Mah... Molto spesso quelle state a scuola dalle suore "cercano informazioni" altrove...
Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui.

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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Calico » mer nov 06, 09:36:37

Sì, e diventano pure atee, ma almeno stai più tranquillo che dai frati :uhaha:
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda ordotempli » mer nov 06, 12:37:33

Non dimenticate che c'è il TELEFONO AZZURRO per difendere i bimbi dai genitori violenti ...

Ho tuttavia deciso di creare il TELEFONO COLOR COCOZZA per difendere i genitori dai figli ...
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » mer nov 06, 22:11:26

Discorso di Marine Le Pen del I° maggio 2011

«Signore, Signori, miei cari compatrioti,

Mi sia permesso dirvi quanto mi tocca la vostra presenza numerosa, gioiosa e fraterna. Grazie a tutti quelli che seguono questa tradizione che ci permette di ritrovarci ogni anno per la commemorazione di quella meravigliosa ed incomparabile figura della nostra storia nazionale che è Giovanna d’Arco.

Un benvenuto a tutti coloro che – e sono molto numerosi lo so – per la prima volta si uniscono a noi in questo incontro primaverile; spero abbiano colto il calore dell’amicizia che ci unisce. Un saluto amichevole a tutti i telespettatori e soprattutto ai nostri simpatizzanti che, grazie alla messa in onda di questo discorso, ci fanno l’onore di ascoltarci.

Un pensiero ai nostri compatrioti d’oltremare, in particolare a quelli della Martinica, messi alla prova da gravi inondazioni; sappiano che pur lontani dai nostri occhi sono sempre vicini ai nostri cuori. Non voglio dimenticarmi, testimoniando pubblicamente la mia gratitudine, l’impegno dei volontari e quello delle amministrazioni locali e centrali che hanno garantito lo svolgersi ed il successo di questa splendida manifestazione.

Infine, a nome di tutti gli aderenti al Fronte Nazionale, mi permetterete di rendere un omaggio particolare al nostro Presidente onorario, che come sempre ha mantenuto la parola ed è riuscito in condizioni difficilissime a portare a buon fine la vendita del nostro paquebot (la vecchia sede sociale del FN situata a Saint-Cloud venduta per 10 milioni di euro, ndr), risanando così le finanze del nostro movimento e permettendoci di guardare al futuro con fiducia.

All’inizio di questo terzo millennio, ad un anno dalla celebrazione del sesto centenario dalla sua nascita, può sembrare anacronistico il celebrare Giovanna d’Arco. Ma questa celebrazione è – ve lo ricordo – una festa nazionale repubblicana in quanto Giovanna d’Arco è sia una santa cattolica che un’eroina nazionale.

Sarebbe stato doveroso che Jean Marie Le Pen ridesse vita e vigore a questa festa nazionale.

Riteniamo infatti di essere gli anelli di una catena che ci ricollega al passato per via della nostra storia, ed al futuro per la nostra volontà di crearci il destino. Quindi, lungi dal ripudiarla, noi rivendichiamo l’eredità dei nostri eroi, eroi nei quali la gloria non ha macchie da cancellare, la cui vita è fatta di purezza di sentimenti, di vittorie e di martirio.

Questi esempi ci arricchiscono per quanto radicano il nostro coinvolgimento nella storia, ma che dico storia, con l’anima del nostro popolo. E dato che la storia qualche volta vuole farci delle strizzate d’occhio maliziose, noi terremo presente che il padre spirituale della piccola Giovanna di Domrémy – colui che si occupò di elevarne anima e spirito preparandola così al suo glorioso destino – si chiamava Guillaume Front.

Ma cosa più importante è il messaggio che ereditiamo dalla vicenda di Giovanna, vicenda di cui voglio mostrarvi la sorprendente modernità.

A parte la gloriosa parentesi dell’eroico Bertrand du Guesclin – il più francese dei Bretoni – la Francia si impantana in questa Guerra dei Cento Anni che vede il suo suolo invaso dagli inglesi ed il suo popolo, in preda alla guerra civile, dividersi in due fazioni.

I Burgundi (mi dispiace per quelli di loro che ci ascoltano), favorevoli all’annessione all’Inghilterra, volevano far diventare il re d’Inghilterra il “Re di Inghilterra e di Francia”, all’epoca erano chiamati «francesi rinnegati», e oggi li si chiamerebbe collaborazionisti. I partigiani di questa doppia corona, appoggiati a livello intellettuale dalla Sorbona, suggellarono la propria resa nel trattato di Troyes con la pseudo-buona intenzione di metter fine alla Guerra dei Cento Anni e di costruire (e non è una novità ), «l’Europa della pace».

Facciamo presente, dato che spesso la storia si ripete, che dopo la sconfitta nella Francia del 1940, è ancora il pacifismo, è ancora l’illusione di una pace al costo della servitù – in pratica una inquietante rinuncia – a condurre alcuni francesi ad un indegno collaborazionismo con gli invasori.

Comunque, in quell’anno (1429), il partito della Francia, quello degli Armagnacs, è raccolto attorno ad un povero e pallido delfino, il piccolo re di Borges. Isolato e tradito, minato dall’indecisione ed accerchiato dalla cortigianeria più vigliacca. Malgrado la resistenza dei patrioti francesi nella zona di occupazione, malgrado il sorgere di movimenti spontanei armati di ribellione contro l’occupante, per mano di partigiani fra i quali ricordiamo Mont-Saint-Michel, Reims o Tournai in Vallonia, l’esito sembrava già scritto. La Francia era destinata a scomparire, annegata nella nuova Europa dell’epoca, come la chiamavano già a gran voce le supposte elite.

Il seguito lo conosciamo. Quella giovane ragazza del popolo capace di tanto coraggio quanto di dolcezza, tanta nobiltà quanta semplicità, tanto ardore quanta modestia, tanta disinvoltura quanta pietà, riesce a dissipare con la luce della sua presenza e con l’intensità della sua fede patriottica i dubbi che tenevano imbavagliate le nostre migliori risorse. Il suo coraggio, potenziato da una santa innocenza, fa ritrovare subito, anche ai soldati più brutali, la strada della virtù ed agli alti gradi la strada del dovere e dell’onore. Ai più vili, l’onta della codardia o del tradimento.

Lei, che piange davanti al sangue che scorre, dall’alto dei suoi diciotto anni brandisce lo stendardo della riconquista, libera Orléans e restaura, con l’unzione del santo di Reims, la legittimità reale. Diremo oggi: la legittimità dello Stato.

Così, in un’atmosfera di sconfitta morale, di scoraggiamento, di rinuncia e di tradimento perpetrato da un’elite venduta all’occupante, questa piccola contadina che si definisce «francese per nascita e per affetto» impersona il soprassalto patriotico del popolo in un Paese in preda alla spartizione, impersona la lealtà verso questo Paese, lealtà che si oppone al tradimento perpetrato da parte delle autoproclamatesi autorità morali del tempo.

In lei si incarna lo spirito che si oppone alla schiavitù, all’oppressione ed alla collaborazione con i nemici della sovranità – cosa che avrà in sé un’eco terribilmente attuale – e la sua favolosa epopea porta ugualmente in sé il marchio inequivocabile dell’aspirazione del nostro popolo a questa sovranità.

Miei cari amici, che cosa è la sovranità se non la libertà dei popoli? Che cosa è la sovranità francese se non la libertà della Francia e del popolo francese? Possiamo noi rimproverarci di render gloria e di batterci per una Francia libera, per LA Francia libera? Credo di no.

Certo, i trattati di Maastricht e di Schengen, come dicono i nomi stessi, non sono stati firmati a Troyes. Ma avrebbero potuto esserlo benissimo. Del resto, come non fare oggi il paragone con l’azione antirepubblicana con la quale i nostri governanti di sinistra e di destra hanno consentito la rapina e l’abbattimento della sovranità francese ai danni del nostro popolo? La sovranità è prima di tutto la libertà di determinare le proprie leggi. La sovranità è quanto dichiarato nella Costituzione della nostra Repubblica: «Il governo del popolo, esercitato dal popolo, a favore del popolo».

È un fatto che non deteniamo più la matrice della nostra sovranità perchè tutto quello che è il lavoro legislativo consiste ormai in una servile trascrizione delle direttive europee. Il parlamento non fa che seguire pedissequamente il cammino che gli viene indicato dal suo nuovo padrone.

Dove è la democrazia quando non abbiamo più né libertà legislativa, né libertà giuridica, né libertà monetaria, né libertà di bilancio?

Oggi, milioni di francesi – operai, impiegati, disoccupati, agricoltori, artigiani, commercianti e pensionati – si rivolgono a noi per dire: «Liberateci dalla schiavitù, rompete le nostre catene, liberateci!».

Amici miei, la Francia deve liberarsi da una Unione Europea che non ha smesso di indebolirla e di ridurne le libertà. Le istituzioni sovranazionali che hanno fatto tanto male al mondo, la prima delle quali è il Fondo Monetario Internazionale, non detteranno più legge in Francia.

L’era dei tecnocrati, dei gruppi di pressione, della potenza corruttrice, dei giudici anonimi, degli esperti venduti e dei recidivi del conflitto di interesse, quell’era avrà fine.

Non c’è cessione di sovranità più pericolosa della cessione di sovranità territoriale, perchè mette il Paese alla mercè degli occupanti, delle esazioni e delle invasioni.

Oggi non abbiamo più il controllo delle nostre frontiere perchè, dopo aver soppresso le nostre frontiere nazionali, abbiamo ceduto l’integrità territoriale francese ed europea ad un organismo europeo denominato Frontex. E siccome ho appena parlato di anonimato, faccio una domanda : I francesi sanno cosa sia il ’Frontex’? No, non lo sanno di certo.

La casa è aperta e noi abbiamo dato le chiavi del giardino ad uno sconosciuto, un incapace, un assente per giunta verosimilmente desideroso di vedere altri installarsi in casa a nostra insaputa.

Come Fantomas, Frontex è invisibile. Vengono distribuiti dei permessi di soggiorno provvisori che di fatto diventeranno definitivi perchè immediatamente prevengono qualsiasi ritorno nel Paese d’origine. Chiunque può scomparire nel territorio europeo, facendo rotta per la Francia, la nazione più attraente di tutte per le sue politiche sociali.

Questa perdita di sovranità, cioè questa perdita di libertà, non è solo a livello legislativo o territoriale. Essa infesta tutti i settori dato che la nostra classe dirigente vuole avere il potere solo per gli onori e non per gli oneri né per le responsabilità legate alle loro prerogative.

Il servilismo garantisce un certo tipo di tranquillità che la libertà non permette. Il servilismo è spesso tranquillità, la libertà è sempre esigente.

Che cosa non mi sono sentita dire per aver sostenuto che bisognava anticipare, e non subire, l’uscita dall’euro, l’uscita da una moneta, scusatemi… da un dogma, che porta dentro di sé troppe contraddizioni per essere fattibile e che è fallito ormai anche agli occhi dell’intero pianeta e di economisti sempre più numerosi.

Di volta in volta, sono stata accusata dai sapientoni, dai professoroni della morale pubblica, dagli espertoni che si sono sempre sbagliati, sono stata accusata di debolezza, avventurismo, incoscienza nel scegliere la libertà, la libertà di avere una moneta nazionale.

Forse le nostre élites sono così sovvertite, subordinate od in malafede da non poter ipotizzare quella stessa sovranità monetaria che Svizzera, Inghilterra – e con loro il 95% delle nazioni del mondo – vivono con soddisfazione?

La verità è che oggi la zona euro vive completamente isolata dal mondo, discostata dalla crescita mondiale, essendosi bloccata in una politica assurda, una politica suicida. La Francia rientrerà nel novero delle nazioni grazie alla libertà monetaria!

Questi bei signori, per così dire illuminati, si sono forse dimenticati che la Francia è stata definita nella sua storia la «grande nazione» e che il genio del suo popolo l’ha fatta risplendere nel mondo intero? Bisogna forse ricordare loro che durante i secoli, il nostro Paese ha gestito l’intera emissione della propria moneta nazionale con il più grande beneficio per la sua economia e la sua prosperità? Si sono forse dimenticati che alla fine della guerra, c’è stata l’indipendente determinazione del Generale de Gaulle di rifiutare di vedersi imporre una valuta USA che i liberatori americani avevano importato insieme ai loro mezzi militari?

Scommetterei per certo che gli odierni euromaniaci avrebbero applaudito una tale paternalistica colonizzazione monetaria del nostro Paese. Come in campo militare, dove la Francia è stata dotata, per la propria indipendenza, dell’arma nucleare ed aveva preso le distanze dalla NATO, il rifondatore della Francia moderna ha così testimoniato in ogni momento la propria sana ed esigente determinazione all’indipendenza nazionale.

La tranquillità della schiavitù la si ritrova in ogni epoca ed è giunta a noi fin dai tempi di Giovanna d’Arco. Da parte mia, traggo inspirazione da quelli che hanno osato, perchè lungi dall’aver dubbi, credo nel genio francese ed ho fiducia in una Francia legittimamente fiera di se stessa ed orientata verso il proprio futuro.

Mi metto nel novero degli storici combattenti per la libertà, dei milioni di combattenti anonimi morti per essa, da Bouvines a Chemin des Dames, le battaglie del grande destino repubblicano, da Victor Schoelcher a Charles de Gaulle, le battaglie di tutti quelli che hanno difeso la libertà a dispetto delle pressioni, a dispetto degli inviti suadenti a rinunciare!

Credo nella predisposizione del nostro popolo, nella nostra capacità collettiva di farsi carico del proprio destino e, ad un livello più ampio, nella vocazione dei popoli – di tutti i popoli del mondo – di disporre di se stessi.

Miei cari amici, oggi ve lo dico con un tono grave: la libertà dei popoli non è collocata nella testata di un missile NATO!

Si trova nel genio nazionale, nell’educazione e nella diplomazia!

Inoltre, io non vedo chi meglio di noi, che siamo il popolo francese, possa sapere cosa sia buono, utile e giusto per noi stessi. Non vedo chi ami i nostri figli più di noi, chi possa trasmettere loro con maggior premura – e senza manometterlo – lo straordinario patrimonio che abbiamo ricevuto.

In una parola, non se ne abbiano a male il signor Von Rompuy od il signor Barroso, ma tocca a noi decidere di noi stessi!

Ecco perchè, con una tale perseveranza, il Fronte Nazionale difende da decenni un sistema elettorale totalmente proporzionale, un sistema che permetta a tutti i francesi e ad ognuno di voi, di essere ascoltato e rappresentato. È la ragione per la quale noi reclamiamo da sempre, con lo scopo di una democrazia ritrovata, una repubblica referendaria che si rivolga al popolo ogni volta che sono in gioco aspetti essenziali.

Perchè a differenza della sprezzante casta al potere da oltre 30 anni, io credo nell’intuizione e nell’intelligenza del popolo ed alla sua vocazione ad innalzarsi un po’ ogni giorno.

Questa intelligenza, questa intuizione, questo buon senso, io li ritengo infinitamente superiori a quelli delle élites autoproclamatesi, le quali non abitano nella stessa nazione nella quale abitiamo noi!

Ecco perchè, quando sarò eletta, io chiederò ai francesi, per via referendaria, quale impostazione vorranno dare alla nostra politica di libertà in Europa. Un tema che non permetteremo, agli altri partiti, che sia messo a tacere.

La sovranità – cioè la nostra libertà collettiva – sarà, io credo, una delle grandi scommesse delle presidenziali.

Voglio ricordarvi subito i grandi insegnamenti della vicenda militare epica di Giovanna d’Arco. Questa epopea, che ha cambiato la faccia dell’Europa, Europa che per l’epoca equivaleva al mondo, fu breve: un anno. Un anno durò anche il martirio di questa giovinetta diciannovenne venduta agli inglesi, incarcerata, controllata da dei codardi, e giudicata in un processo nel quale, sola contro una muta di bestie, impressionerà ancora di più per la sua opposizione ad ogni arbitrio.

Dunque, un periodo così breve, tumultuoso e di sofferenze, che precedette il terribile supplizio del rogo, è un’ode magnifica e terribile alla libertà: la libertà di un popolo in lotta per la propria sovranità, per la libertà dell’uomo contro ogni oppressione.

Noi soli possiamo restituire al popolo francese la sua sovranità e quindi la sua dignità e fierezza. Noi siamo anche i difensori delle libertà pubbliche ed individuali meno visibili! Perchè le nostre libertà non sono un’acquisizione certa, non basta inorgoglirsi per l’essere la patria della libertà perchè ciò resti vero per l’eternità.

La realtà è che la difesa della libertà è un combattimento impegnativo e quotidiano! Infatti è nel vissuto quotidiano dei francesi che le nostre libertà si sono spente, affievolite e sono state barattate dalle élites autoproclamatesi con lo scopo di consolidare il proprio potere e di difendere gli interessi personali e le proprie prebende».

Marine Le Pen

…«Ed è dunque per questo che la libertà di discussione è stata totalmente annichilita. Il dibattito è ridotto, condizionato o addirittura palesemente proibito.

- L’affondamento annunciato dell’euro? Proibito parlarne…

- Il fallimento dell’Europa?… proibito

- L’immigrazione… proibito…

- L’arretramento dei nostri valori sociali… proibito…

- Il dramma del libero scambio… proibito…

Noi, difensori della libertà di pensiero e di opinione senza le quali democrazia non è che una parola morta, noi obblighiamo al dibattito… e la cosa da fastidio.

Un grande rivoluzionario l’aveva già previsto: «L’uomo geniale che rivela delle grandi verità ai propri simili è quello che ha superato il modo di pensare del proprio secolo. L’ardita novità delle sue idee spaventa sempre le altrui debolezze e l’altrui ignoranza. I pregiudizi si legheranno sempre con l’invidia e lo dipingeranno od in modo odioso o ridicolo».

Jean-Marie Le Pen, che ha subìto tutto ciò per oltre 40 anni senza mai arrendersi e che per questo ha meritato la nostra immensa ammirazione e la nostra eterna riconoscenza, ci ha mostrato il cammino. Ed il cammino è quello della verità e della libertà. Certo, la libertà di discussione fa loro paura perchè da tale libertà escono una verità ed una speranza per il popolo francese. All’opposto, devono camuffare la verità e soprattutto le loro responsabilità nella terribile crisi che sta vivendo il nostro Paese.

Somma del fallimento della destra e della sinistra confuse fra di loro da oltre 40 anni: non si discute, non si discute oppure parlano gli esperti, nel qual caso questi ultimi saltano in prima linea ed infestano tribune e platee. Esperti.

Ma, Esperti di che? Esperti di cosa?

Perchè se c’è una crisi è quella dovuta alla pseudo-esperienza ed alla pseudo-competenza!

Esperti in disoccupazione, questo è sicuro, perchè ne hanno prodotti quasi 5 milioni.

Esperti in diminuzione del potere d’acquisto, certo, perchè una categoria sociale dopo l’altra – agricoltori, pescatori, operai, piccoli funzionari – sono state colpite tutte.

Esperti in debito pubblico, non c’è dubbio: ne hanno prodotto uno da 1.700 miliardi di euro.

Esperti in deficit, altrochè.

Ed Esperti in delinquentocrazia che prospera.

Esperti nella proletarizzazione della classe media.

Esperti nell’incultura avanzante.

Esperti nell’indebolimento dello Stato.

In una parola: Esperti sì, ma Esperti del caos!

Quotidiani dopo quotidiani, programmi televisivi dopo programmi televisivi, finti dibattiti dopo finti dibattiti, una volta certi di aver soffocato la discussione, gli Esperti possono allora prendersi il lusso di cantarci l’inno della libertà… ma non è né Verdi né il Nabucco!

Il loro inno è un de profundis cantato nei cimiteri: i cimiteri delle loro promesse non mantenute, i cimiteri delle loro menzogne, delle nostre speranze ammazzate, del nostro avvenire fatto a pezzi. E moltiplicano il loro starnazzare come galli spiumati che raspando nel concime pensano di esser loro a far uscire il sole!

Avete votato ieri per l’UMP (Unione per un Movimento Popolare), o per il PS (Partito Socialista), avete accettato senza brontolare la vostra diminuzione del potere d’acquisto, la vostra disoccupazione, una crescente insicurezza, un triste futuro personale che immaginate ancora più difficile per i vostri figli? Allora siete dei bravi elettori: molto educati, per nulla imbarazzanti, intenti a cercare di sopravvivere, impegnati ad aggiungere altri lavoretti per compensare la riduzione del potere d’acquisto, con il massimo di aiuto e solidarietà famigliare.

Ma ecco che la crisi colpisce più forte, la vostra sofferenza diventa insopportabile e malgrado le preghiere e le omelie di tutti questi nuovi sacerdoti della mondializzazione, voi vi rendete conto di come stiano veramente le cose, perchè vi rendete conto che vi hanno mentito, vi hanno mentito ancora una volta, vi hanno mentito sempre, ed allora comprendete il nostro progetto di speranza, iniziate a rivolgervi verso una speranza nuova, quella che gira le spalle alla mondializzazione, quella che vi protegge da essa; perchè la mondializzazione è l’appiattimento del mondo.

È Coca-cola e Nike per tutti, in un universo che diventa un’unica periferia disseminata di ipermercati intasati da prodotti provenienti dal mondo intero e frutto dello sfruttamento – condotto senza il minimo imbarazzo – di produttori che si trovano qui, od in qualunque altra parte del mondo.

Questa è la distruzione voluta e programmata delle nazioni, dei popoli, delle identità culturali e la mercificazione di tutto e di tutti.

È la schiavitù dei tempi moderni: popolazioni che si spostano da un continente all’altro a formare l’armata di riserva del capitalismo, armata che permette ai grandi proprietari di sfruttare i lavoratori francesi; che permette di abbassare i salari grazie a questa delocalizzazione interna e che frantuma il potere d’acquisto, ma che è così vantaggiosa per i super profitti degli azionisti.

E questa presa di coscienza vi spinge a votare per il Fronte Nazionale e per i suoi candidati, rendendovi conto che non vi hanno mai mentito, che siamo stati sempre fedeli alle nostre convinzioni e che le nostre analisi vengono confermate ogni giorno, basta osservare la terribile realtà quotidiana.Ogni giorno sempre più numerosi, vi accorgete che il Fronte Nazionale propone delle soluzioni e delle risposte concrete ai problemi che vi assillano.

Ogni giorno sempre più numerosi, comprendete che le vostre libertà dipendono dalla salita al potere dell’unico movimento capace di difenderle.

Perchè noi siamo i soli ad osare dire la verità. Gridiamola!

Dove è la libertà sindacale se gli operai sindacalizzati sono inseguiti ed esclusi se la pensano in modo diverso, semplicemente perchè pensano?

E quando dei dirigenti sindacali tradiscono i lavoratori conducendo col potere politico od economico dei negoziati alle loro spalle?

Quando la corruzione impera e l’UIMM [Union des Industries et Métiers de La Métallurgie, Sindacato dei metalmeccanici, ndt], tacita le rivendicazioni con valigiate di soldi?

Quando i grandi sindacati non devono nemmeno rendere conto dei propri bilanci e non esiste alcun controllo sulle loro finanze che derivano dai soldi usciti dalle tasche dei contribuenti?

Allora sì, noi ristabiliremo la libertà sindacale, quella vera! Esigeremo che i finanziamenti ai sindacati siano oggetto di controlli come i finanziamenti ai partiti politici. Esigeremo che si metta fine alla totale opacità in materia.

Noi contribuiremo a far emergere un sindacalismo finalmente rappresentativo, permetteremo ovunque la creazione di sindacati realmente liberi che raccoglieranno quei dipendenti, funzionari, impiegati, operai ed agricoltori che, a milioni, si rivolgono a noi.

Dovrà analogamente essere ristabilita la libertà di stampa. Possiamo ancora parlare di vera libertà di stampa – sia scritta che radiofonica od audiovisiva – quando questa è finita nelle mani di grandi gruppi industriali o finanziari?

La vera domanda che si pone è: la stampa può essere davvero libera senza essere indipendente? Può agire liberamente quando gli stessi gruppi che la possiedono dipendono essi stessi dagli enormi contratti concessi dai poteri pubblici? La libertà, è compatibile con i monopoli?

E voi, giornalisti, dov’è la vostra libertà quando è la paura a guidarvi? Quando la tirannia del pensiero unico fa sì che voi stravolgiate la lingua nella vostra bocca o la penna con la quale scrivete, per la paura di essere accusati di «dire come Marine Le Pen» [e cioè] che quando siamo in agosto siamo in estate o che Parigi è la capitale della Francia, due palesi mostruosità!

Dove è la vostra libertà d’informazione quando il totalitarismo del pensiero vi porta a denunciarvi l’un l’altro, a compilare delle liste di devianti come ancora di recente ha fatto il Nouvel Observateur, accusando di eresia questo o quello la cui analisi o giornale è tacciato di compiacenza quando spesso altro non è che descrittivo od oggettivo?

Qual è la vostra libertà, voi che non osate alzarvi contro questo nuovo maccartismo temendo di fare la fine di Elisabeth Lévy, Robert Ménard, Eric Zemmour, Philippe Cohen, Natacha Polony, Luc Ferry o di Ivan Rioufol, temendo di essere il prossimo sulla lista delle vittime di queste piccole Torquemada dei tempi moderni che sono però [fatte] di vostri confratelli!

Ah, la libertà di stampa è fondamentale perchè fa parte della democrazia. Avere la libertà di infilare una scheda nell’urna va bene, ma dobbiamo ancora sapere perchè ed a vantaggio di chi, ed essere informati nella maniera più obbiettiva possibile.

Ed affermo anche questo: anche la stampa dovrà essere liberata dalla dittatura dei benpensanti e dalle pressioni degli interessi politici e finanziari.

Parallelamente, e per le stesse ragioni, veglieremo gelosamente per la libertà su internet lottando in modo risoluto contro la scandalosa legge Hadopi; un tentativo totalitario di sorveglianza e di tracciamento degli internauti che nemmeno il Grande Fratello di Orwell si sarebbe mai sognato ed il cui scopo evidente è quello di tentare di fare tacere questa dissidenza, questo ribollire d’intelligenza che ha trovato rifugio nella rete.

Ristabiliremo la vera libertà economica, perchè la libertà è tutto tranne che l’ultraliberismo. Gli europeisti si vantano di difendere la libertà accampando che l’Europa è ultraliberista. Ma questa è una manipolazione perchè in realtà non difende che la libertà di quelli che hanno già tutto ed opprimono gli altri, quelli che non hanno niente.

Questa cosiddetta libertà è quella della volpe nel pollaio, è la legge della giungla, la legge del forte contro il debole. Perchè, alla fine, qual è la libertà di un piccolo commerciante schiacciato dalla forza della grande distribuzione che gli ha imposto una concorrenza insostenibile e mortale?

Qual è la libertà del piccolo produttore, dell’industriale, dell’agricoltore? Davide contro Golia, schiacciati da ogni parte, col ricatto delle garanzie da dare e l’obbligo a ridurre sempre più i propri margini di guadagno, fino alla miseria e talvolta il fallimento?

Qual è la libertà dei piccoli e medi imprenditori, dei commercianti, dell’artigiano, schiacciati da una burocrazia sempre più insopportabile, da tasse sempre più pesanti, di fronte alle multinazionali del CAC 40 [indice di Borsa che raggruppa le 40 aziende francesi più capitalizzate, ndt], che sfuggono alle tasse a colpi di vantaggi fiscali ottenuti grazie ai propri eserciti di avvocati e consiglieri fiscali?

Quale è la libertà per il contribuente se non quella di pagare le perdite dei banchieri – unica vera doppia pena – perchè hanno giocato con la nostre economie e se le sono perse, ed hanno dedotto le perdite d’imposta che non hanno versato allo Stato e si sono intascati le sovvenzioni ed oggi realizzano dei guadagni esorbitanti senza precedenti?

Non c’è nessuna libertà in questo liberismo che impedisce allo Stato programmatore, di intervenire, di regolamentare, di proteggere il debole contro il forte, di fermare la speculazione, di lottare contro gli intrallazzi, di sopprimere i paradisi fiscali, di garantire la giustizia fiscale e di limitare i bonus indecenti.

Non c’è nessuna libertà in questo ultraliberismo che soffoca i talenti, scoraggia l’iniziativa, rovina la buona volontà ed uccide gli indipendenti. Non c’è nessuna libertà in questo sistema iniquo di disoccupazione di massa e di costante spinta verso il basso dei salari.

Dov’è la libertà quando non ci si può più guadagnare onestamente di che vivere grazie ai frutti di un lavoro giustamente retribuito?

Dov’è la libertà quando non ci si può più creare un patrimonio frutto del proprio risparmio, al riparo dall’avidità delle banche?

Dov’è la libertà quando non ci si può più garantire un avvenire per i propri figli né ricevere una pensione decente?

Dunque, l’imperativo per restituire ai francesi la libertà di costruirsi il proprio futuro passa attraverso un progetto economico ambizioso che ritrovi la strada per creare dei posti di lavoro a tempo indeterminato. Noi libereremo i nostri imprenditori della piccola e media industria [PME, ndt], i nostri artigiani, ed i nostri commercianti. Li libereremo dai pesi amministrativi e fiscali che legano la loro creatività e soffocano la vita economica.

Affinchè non siate abbindolati, miei cari compatrioti, [sappiate che] il vostro essere impoveriti è un mezzo per asservirvi. Infatti, il tempo che dovete usare per sopravvivere, non lo potete passare a combattere, nè a pensare, né a costruire. Allo stesso modo bisogna rendersi conto della distruzione della nostra libertà individuale quando delinquenza e barbarie esplodono nelle nostre campagne e città.

In questa battaglia per la sicurezza – la prima delle libertà – i poteri che si sono succeduti si sono gravemente incagliati, incastrati fra lassismo e cultura delle giustificazioni, hanno permesso che si moltiplicassero le aree prive di leggi, lasciando interi quartieri alla legge della mafia ed i francesi che vi vivono in balìa dell’oppressione del disordine.

Dunque, aveva ragione Charles Péguy quando sosteneva che «è l’ordine e solo l’ordine che in definitiva determina la libertà, il disordine crea la schiavitù».

È questa esigenza di libertà che oggi, come sempre, ci spinge a combattere il comunitarismo che è la negazione della laicità, della repubblica, dell’individuo libero e la negazione del cittadino quale membro di una nazione politica e fisica.

La nostra visione dell’uomo è quella di un individuo saggio, libero nelle sue scelte, affrancatosi dalle pesantezze di una comunità che spesso non ha scelto e che troppo spesso lo limita. Ne deriva che l’unica comunità che valga è quella nazionale, in quanto è l’unica che permetta la crescita e la libertà.

Gli integralisti isolazionisti, che finora sono entrati nella repubblica come si entra nel burro, devono sapere che con noi questo principio fondamentale sarà ribadito alto e forte e ristabilito ovunque: non c’è uno Stato dentro ad uno Stato e non c’è un metro quadrato di territorio nazionale nel quale noi accetteremo che le leggi di una comunità si sostituiscano alla legge francese.

Da ultimo, miei cari amici, l’apprendimento della libertà si fa – e lo sapete bene – a partire dalla scuola.

Ci diceva Condorcet: «Non c’è libertà per l’ignorante», ed aveva ragione. L’appiattimento del livello e delle esigenze della scuola non poteva infliggere danno peggiore al nostro Paese ed alla gioventù della Francia. Il re bambino e tutte quelle teorie drammatiche smerciate dai pedagogisti stile '68 hanno rovinato la scuola che non ha più trasmesso il sapere, cosa che è il suo ruolo primario.

Ma nulla è perduto.

Rimettere a posto la scuola richiederà il rilevarne le esigenze, sia per la formazione dei professori che sui banchi della classe: esigenze di preparazione, esigenze di disciplina, esigenze nella trasmissione dei valori. Imparare non è un gioco, è difficile, impegnativo, talvolta fin doloroso. Ma apprendere è bello, miei cari amici, è bello!

È bello uscire dalla caverna, uscire dall’illusione e capire com’è veramente il mondo! Il libero arbitrio è un felice dono per l’uomo e la scuola deve dotarsi dei mezzi per svilupparlo nei nostri figli. Il gusto dell’impegno, il merito repubblicano ed il lavoro, saranno ricompensati.

Quanto al lavoro manuale, sarà liberato dal disprezzo dei saputelli e ritroverà la dignità che aveva ingiustamente perduto. Eviteremo anche di pensare che in quel quartiere o quell’altro non ci sia nulla da fare e che alcuni giovani non abbiano altro destino che giocare a football, il rap, la droga od un lavoro precario in nero.

No, dobbiamo essere esigenti con tutti e credere nelle capacità di ognuno e non cedere mai alla demagogia: il prestigio dell’autorità è il miglior servigio che si possa rendere ad uno scolaro che si è perso.

Una simile scuola esigente sarà la sola e vera scuola della libertà!

Francesi, rendetevi conto che il Fronte Nazionale è l’unico partito che rispetti, e che farà rispettare, tutte le vostre libertà individuali!

Fra un anno noi ci ritroveremo qui, nel mezzo dei due turni delle presidenziali. Il popolo di Francia avrà iniziato a disfarsi delle catene che lo imbrigliano. Ma il meglio dovrà ancora venire. Io ve lo dico, miei cari amici, fra un anno ci ritroveremo a pochi giorni dalla primavera francese! Il nostro magnifico Paese, ricco di così tanti talenti, ha immense riserve di coraggio e di patriottismo. E questo coraggio è essenziale, come ha già detto così giustamente Pericle: «Non c’è felicità senza libertà, nè libertà senza coraggio!».

Vi chiedo di aiutarmi e di aiutare il popolo francese a scegliersi un nuovo destino. Un vero destino, a respingere i sentimenti tristi ed a costruire insieme un avvenire per i francesi!

Miei cari compatrioti, usciremo presto dalle tenebre! Il popolo sta facendo ritorno! La Francia sta facendo ritorno!

Viva il Fronte Nazionale, viva la repubblica, viva la Francia!»

Marine Le Pen
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Mr45 » mer nov 06, 22:51:59

...un appartenente all'ultra destra che si permette di pronunciare la parola libertà... disgusta e spaventa allo stesso tempo :sad:
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » gio nov 07, 06:45:26

Mr45 ha scritto:...un appartenente all'ultra destra che si permette di pronunciare la parola libertà... disgusta e spaventa allo stesso tempo :sad:

sicuramente ti riferisci al (lungo) discorso di marine le pen , esattamente quale passaggio non ti ha convinto ?
il riferimento storico a giovanna d'arco ?
il periodo dell'occupazione del territorio nazionale ?
il citare che una parte/percentuale della popolazione stava bene e gli conveniva l'andazzo favorendo l'occupazione ?
o per il solo fatto che chi parla e di destra la cosa non e buona ?
o parlare di libertà nazionale e precluso a chi e di (ultra) destra ?
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Calico » gio nov 07, 09:11:31

Tornando al sesso a scuola, mi pare che ci sia, per la legge penale coordinata con i testi riconosciuti e approvati nelle università di psicologia e quindi con la psicologia forense, un limite minimo di età dei minori oltre il quale parlare loro di sesso senza la presenza dei genitori potrebbe essere considerato violenza: o qualificabile come violenza sessuale o al minimo come violenza privata aggravata dalla qualifica di pubblico ufficiale dell'insegnante nell'esercizio delle sue funzioni., Mimmo, prova a chiedere di questa posizione al tuo preside :)
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Mr45 » gio nov 07, 09:52:29

mimmo002 ha scritto:
Mr45 ha scritto:...un appartenente all'ultra destra che si permette di pronunciare la parola libertà... disgusta e spaventa allo stesso tempo :sad:


...o parlare di libertà nazionale e precluso a chi e di (ultra) destra ?


...non precludo nulla a nessuno, ma, ripeto, la parola libertà in bocca a chi è di ultra destra è una bestemmia :???:
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » gio nov 07, 13:20:43

Calico ha scritto:Tornando al sesso a scuola, mi pare che ci sia, per la legge penale coordinata con i testi riconosciuti e approvati nelle università di psicologia e quindi con la psicologia forense, un limite minimo di età dei minori oltre il quale parlare loro di sesso senza la presenza dei genitori potrebbe essere considerato violenza: o qualificabile come violenza sessuale o al minimo come violenza privata aggravata dalla qualifica di pubblico ufficiale dell'insegnante nell'esercizio delle sue funzioni., Mimmo, prova a chiedere di questa posizione al tuo preside :)

se una lobby di persone NON elette "dice" al governo italiano cosa fare nelle sue scuole,
ed il governo italian formato da piccoli esseri senza spina dorsale .......recepisce e vi fa una legge
la cosa diventa legale
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Calico » ven nov 08, 00:07:29

Se il popolo dei genitori si rivolta, si fa presto ad avere un decreto abrogativo del Ministro della Pubblica Istruzione, senza neppure dover raccogliere le firme per un referendum :wink:
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » ven nov 08, 06:54:58

Calico ha scritto:Se il popolo dei genitori si rivolta, si fa presto ad avere un decreto abrogativo del Ministro della Pubblica Istruzione, senza neppure dover raccogliere le firme per un referendum :wink:

se tanti singoli genitori troppo pecore per ribellarsi come cittadini ,
incominciano ad accoltellare il pedofilo che insidia i loro figli perchè la cosa e moderna e si dice pure a scuola.....
ottengono lo stesso risultato , senza aspettare un leader che organizzi la rivolta
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Calico » ven nov 08, 10:35:59

Però vengono fuori tanti piccoli processi. Da una rivolta organizzata seria e civile, senza sangue, vengono fuori nuove leggi; con sangue, il perdono di stato, perché posto nelle carceri non c'é.
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » ven nov 08, 10:49:37

Calico ha scritto:Però vengono fuori tanti piccoli processi. Da una rivolta organizzata seria e civile, senza sangue, vengono fuori nuove leggi; con sangue, il perdono di stato, perché posto nelle carceri non c'é.

questo che dici le lobby non elette e che danno ledirettive hai governi, lo hanno previsto comprandosi o intimorendo i possibili leader che potrebbero trascinare i cittadini alla rivolta, quello di cui sono terrorizzati e la iniziativa del singolo che non possono prevedere ed anticipare, se noti si fa un gra chiasso e pubblicita contro la "violenza" o gli atti diforza, ma non si criticano i suicidi dei disperati
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda Calico » sab nov 09, 10:40:14

Che ogni giorno si suicida un imprenditore e chiudono 35 attività autonome non lo vuole ricordare nessuno.
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » sab nov 09, 11:40:49

Calico ha scritto:Che ogni giorno si suicida un imprenditore e chiudono 35 attività autonome non lo vuole ricordare nessuno.

se l'imprenditore invece di suicidiarsi accoltellava un politico o un qualche funzionario governativo di alto rango ........ vedevi come ne parlavano e prendevano provvedimenti
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Re: nuovo secolo europeo

Messaggioda mimmo002 » dom nov 10, 00:54:32

di Gianni Lannes

Per l’Europa dei banchieri, dei politicanti prezzolati e dei burocrati, la nuova regola - verniciata con un sedicente ideale - da imporre a tutti i popoli del vecchio continente è inquietante: è lecito il sesso tra adulti e bambini. Non ci credete? Allora provate a leggere nell’idioma che preferite la Raccomandazione CM/Rec (2010) 5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. All’articolo 18 c’è scritto testualmente:

«Gli Stati membri dovrebbero assicurare l’abrogazione di qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso, ivi comprese le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali; dovrebbero inoltre adottare misure appropriate al fine di abrogare, emendare o applicare in modo compatibile con il principio di non discriminazione qualsiasi disposizione di diritto penale che possa, nella sua formulazione, dare luogo a un’applicazione discriminatoria».

Detto e fatto. L’Italia ha aderito prima di tutti. Infatti, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), istituito all’interno del Dipartimento per le Pari Opportunità, ha pubblicato le linee guida di una Strategia Nazionale LGBT per l’applicazione dei princìpi contenuti nella suddetta Raccomandazione. Protagonista indiscussa dell’operazione, il ministro del Lavoro con deleghe per le Pari opportunità Elsa Fornero che ha disposto due Direttive (2012 e 2013).


Ora, secondo il nostro ordinamento (articolo 606 quater codice penale), l’età del consenso (fissato in Italia a 14 anni) è la determinazione dell’età minima per disporre validamente della propria libertà sessuale e vi sono alcune condotte per le quali è dirimente il suo raggiungimento al fine di configurare o meno una condotta penalmente rilevante: minore di 13 anni: il consenso non viene considerato valido, indipendentemente dall’età dell’autore dei fatti; tra i 13 e i 14 anni: il consenso non è ancora considerato pienamente valido, ma esiste una causa di non punibilità nel caso in cui gli atti sessuali vengono compiuti consenzientemente con un minore di 18 anni, purché la differenza di età tra i due soggetti non sia superiore a tre anni; tra i 14 e i 16 anni: viene considerato validamente espresso il consenso, salvo che l’autore dei fatti sia l’ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore ovvero conviva con il minore, o che il minore gli sia stato affidato per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia; tra i 16 e i 18 anni: viene considerato validamente espresso il consenso, salvo che il fatto venga compiuto con abuso di potere relativo alla propria posizione da una delle figure citate nel punto precedente.


La ratio della legge e di tutta la relativa giurisprudenza è pertanto quella secondo cui al di sotto di una certa soglia d’età minima (14 anni) «la violenza (da parte del maggiorenne) è presunta in quanto la persona offesa è considerata immatura ed incapace di disporre consapevolmente del proprio corpo a fini sessuali».
Ora questa Raccomandazione europea, prontamente recepita dal, governo tricolore, auspica l’azzeramento di ogni distinzione d’età - in Italia come negli altri Paesi - col grave rischio di considerare domani lecite condotte oggi costituenti reato in un progressivo scivolamento culturale e giuridico verso il basso.

Se il criterio per considerare lecito e normale - e pertanto generatore di diritti - qualsiasi tipo di unione sessuale ed affettiva è la libertà ed il libero consenso delle parti, dopo aver sdoganato penalmente e quindi culturalmente i rapporti tra maggiorenni e minori anche di anni 14, si passerà a sdoganare l’incesto (che già oggi è reato solo in caso di pubblico scandalo) e la poligamia, in modo tale da richiedere per entrambi il riconoscimento giuridico con relativi diritti.

Se, infatti, l’ unico imperativo morale è la libertà che non può essere conculcata da nessun principio o legge naturale, non si vede perché un domani, in base a tali presupposti, due o tre donne consenzienti non potranno sposarsi con un uomo o viceversa (e quindi pretendere gli stessi diritti delle obsolete e banali famiglie monogamiche ed eterosessuali tradizionali) o un nonno sposarsi con la nipote consenziente o un padre con la figlia. Ciò che può apparire una provocazione, ma che sul piano logico-giuridico non lo è affatto, si spera sia sufficiente ad evidenziare la folle antropologia che sta alla base di tali documenti.
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