70 anni dal D Day

Qui si parla di tutto ma non di armi

70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » gio giu 05, 16:55:24

...stanotte, un paio d'ore prima della mezzanotte, partivano sui C47 i ragazzi americani della 101ª e dell'82ª aviotrasportate ed i britannici della 6ª per lanciarsi sul Calvados ed essere i primi reparti combattenti a calpestare il suolo francese... se qualcuno ha letto D Day - Storia dello sbarco in Normandia - di S. Ambrose, avrà un quadro dei momenti terribili vissuti da quei giovani ottenuto dalla viva voce di chi c'era. Nelle prime ore del mattino ebbero inizio gli sbarchi, in alcuni settori la progressione fu meno contrastata che in altri ma alla sera del 6 Giugno gli alleati avevano comunque, al prezzo di perdite terribili, superato il frangiflutti ed aperto alcuni varchi dai quali, faticosamente, si avviarono alla vittoria. Sono stato sulle spiagge e nei musei del Calvados e della penisola del Cotentin ed ancora oggi, pensandosi, mi prende un tremendo magone. Un pensiero a tutti quei giovani, anche a quelli dell'altra parte, che lasciarono questo mondo in quella terribile giornata ed un grande ringraziamento a chi ha sconfitto il male :cinesino:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda waltherp38 » gio giu 05, 16:58:33

Grazie ragazzi...e scusateci se il mondo che abbiamo creato non è quello che sognavate quando combattevate per noi... :cinesino:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda mimmo002 » gio giu 05, 17:30:37

un lungo articolo che descrive il D Day trovato sul web http://cultura.biografieonline.it/sbarco-in-normandia/
e che spudoratamente copio ed incollo


Lo sbarco in Normandia fu una delle operazioni più importanti della storia militare sia per la sua complessità strategica e sia per la quantità di uomini e mezzi impiegati. Certamente fu la più grande invasione anfibia che un esercito abbia mai realizzato, tenendo conto che il suo scopo era aprire un secondo fronte in Europa durante la più grande e tragica guerra mondiale. L’impiego quindi dei mezzi fu senza dubbio imponente. Lo sbarco in Normandia avvenne il 6 giugno 1944, all’alba, e si concentrò in Normandia, nel nord della Francia con lo scopo di aprire un varco fino a Parigi e di far avanzare l’esercito alleato verso ovest per liberare l’Europa e giungere insieme all’Armata Rossa, che proveniva da est, fino a Berlino distruggendo definitivamente il Terzo Reich.


Il progetto

Il progetto dell’invasione ebbe una lunga gestazione. La prima richiesta, fra gli Alleati, di esaminare un piano, affinché si aprisse un secondo fronte in Europa, fu formulata dagli americani e in particolare dal generale George Marshall ma trovò la resistenza di Winston Churchill che preferiva proseguire con una strategia militare suddivisa su più punti di attacco soprattutto nel Nord Africa e in Italia, visione questa contrastata da Stalin che si trovava in una condizioni di seria difficoltà nel settore orientale e chiedeva insistentemente l’apertura di un altro fronte. Le discussioni proseguirono per diversi mesi ed arrivarono ad un punto di vista comune e concreto agli inizi del 1943, quando sir Frederick Morgan, generale di corpo d’armata britannico, poté presentare un piano dettagliato dell’invasione che era stato sviluppato sulla scelta della Normandia come luogo di sbarco. Il piano venne approvato da Roosevelt e Churchill nel luglio del 1943 e l’operazione venne chiamata “Overlord”.

Perché si scelse la Normandia

L’obbiettivo era quello di liberare la Francia togliendo Parigi, simbolo della più clamorosa sconfitta della Seconda Guerra Mondiale, ai tedeschi. Bisognava quindi partire dal nord della Francia scegliendo un punto in cui i venti non fossero di impaccio alle operazioni militari, era necessario che ci fosse un aeroporto nelle vicinanze e che i tedeschi non la considerassero la prima opzione per uno sbarco alleato. In effetti la Normandia aveva questi vantaggi.

Inoltre era uno dei punti meno protetti dall’esercito tedesco perché considerato meno probabile per un attacco e quindi favorevole ai progetti degli Alleati. Tuttavia un’operazione di quelle dimensioni, unica nella storia moderna, doveva avere un diversivo perché potesse funzionare. Ne furono decisi due: il Pas de Calais perché era più vicino alle coste inglesi e forniva un accesso diretto alla Germania e la Norvegia, facendo ipotizzare ai tedeschi che l’operazione sarebbe partita dal nord dell’Inghilterra.


Per rendere credibile i diversivi furono create strutture ed equipaggiamenti militari con strutture fittizie per confondere i ricognitori dell’aviazione tedesca che fotografarono carri armati di gomma, aerei di legno ed edifici scenografici. Gli stessi servizi segreti di Hitler vennero ingannati dal controspionaggio alleato che coordinò con molta perizia le informazioni, facendo credere, con falsi piani d’attacco, che i punti scelti per lo sbarco erano quelli falsi.

Dopo aver determinato il luogo vennero scelti i comandanti generali dell’operazione: Bertram Ramsay per le operazioni navali, Dwight David “Ike” Eisenhower a capo del comando supremo delle forze alleate, Sir Bernard Law Montgomery a capo delle operazioni terrestri di invasione.

Le forze militari impiegate furono imponenti: 160.000 uomini, 130 navi da guerra, 12.700 aerei, 4.000 mezzi anfibi per il trasporto della fanteria e dei mezzi pesanti. Per quanto riguarda la logistica, oltre all’organizzazione del trasporto e alla coincidenza nei tempi dei bombardamenti di apertura del fronte e di copertura dello sbarco, si aggiunse anche una fitta serie di attacchi aerei alle ferrovie francesi per indebolire il trasporto di rinforzi alle difese tedesche. Dal punto di vista meteorologico, invece, si scelse un periodo di mezza marea per permettere agli anfibi di valutare gli ostacoli frapposti fra la spiaggia e la battigia e permettere alle truppe di avanzare senza dover percorrere un tratto di spiaggia troppo lungo.

Il D-Day

Il giorno più favorevole, considerando l’influenza della luna sulle maree e le condizioni del tempo, fu individuato nel 6 giugno: denominato D-Day. Ma come era organizzato il nemico? Cosa avevano previsto i tedeschi in caso di attacco? Come si è detto lo Stato Maggiore tedesco non si aspettava un attacco massiccio in Normandia, benché sospettasse che uno dei punti di sfondamento di un secondo fronte dovesse essere sulla linea del Vallo Atlantico, pertanto le difese approntate non erano della stessa forza in tutta la linea difensiva. Ma al di là delle differenze la sostanza della difesa era stata cambiata nel 1943 dall’intervento di Erwin Rommel, il leggendario comandante dell’Afrika Korps che aveva dominato la guerra nel Nord Africa, e che aveva avuto l’incarico da Hitler di organizzare e comandare la difesa della Francia del Nord.

Rommel eseguì con estrema cura il suo incarico e sviluppò una difesa articolata soprattutto sulle spiagge, facendo costruire diverse fortificazioni unite fra loro da una catena di bunker, filo spinato, case mimetiche, percorsi di mine, postazioni di mitragliatrici e pali di acciaio incrociati. Inoltre prevedendo quello che poi sarebbe avvenuto e cioè che le vie di comunicazioni sarebbero state distrutte dai bombardamenti dell’aviazione Alleata chiese che fosse operata una dislocazione logistica delle truppe corazzate. Questa richiesta fu respinta e dopo una riunione dello Stato Maggiore, Hitler decise che tre divisioni fossero gestite direttamente da Rommel mentre altre tre fossero disposte a circa 150 km dalle spiagge.

I fatti

Quarantacinque minuti prima dello sbarco le navi cominciarono a cannoneggiare le linee difensive tedesche. Poi avvenne lo sbarco che non fu simultaneo ma seguì il corso delle maree iniziando alle 6,30 sulla spiaggia Utah e proseguendo a ondate continuò fino alle 7,20 sulla spiaggia Sword.


Lo sbarco poi proseguì per altre tre ore con un mare mosso che non permetteva un movimento lineare delle Landing Ship, le barche da trasporto con fondo piatto che contenevano truppe e mezzi. L’approdo più facile avvenne sulla spiaggia Utah dove per un errore di calcolo la fanteria composta da 23.000 unità sbarcò in una posizione diversa da quella prevista e ricevette un contrattacco tedesco più smorzato. Le perdite alleate furono 197 mentre le difese tedesche furono completamente sbaragliate.
Sulla spiaggia di Omaha invece capitava l’opposto, dopo un difficile sbarco che vide la perdita di battelli e corazzati a causa delle condizioni del tempo gli Alleati trovarono un fuoco di sbarramento praticamente impenetrabile che produsse notevoli perdite nella fanteria, la quale continuò ad avanzare anche grazie ad un ulteriore serie di bombardamenti di appoggio delle navi e ai rinforzi che continuavano a sbarcare. Nel pomeriggio la I divisione di fanteria statunitense riuscì a distruggere 43 fortini e a snidare 85 postazioni di mitragliatrici proseguendo verso l’interno ma le sue perdite furono ingenti 3.000 uomini e quasi 60 carri armati distrutti da bombe anticarro da 88 mm volute da Rommel e rivelatesi efficacissime nel fermare i tank.


Negli altre tre punti dello sbarco – le spiagge Sword, Juno e Gold – l’avanzata delle fanterie britanniche e canadesi ottenne rapidamente successi insperati. A Sword le truppe britanniche, dopo aver passato la spiaggia, dovettero scontrarsi con i tank di Rommel che ritardarono la loro avanzata verso Caen. Strategia azzeccata da parte della volpe del deserto (nome storicamente attribuito a Rommel per le sue vittorie nel Nord Africa) perché impedì una conquista immediata della città da parte degli Alleati. Sulla spiaggia Juno i canadesi riuscirono, con determinazione e coraggio, a prendere la spiaggia e a raggiungere Courseulles-sur-Mer penetrando in profondità nella costa. Anche sulla spiaggia Gold, malgrado le resistenze tedesche, gli inglesi riuscirono a penetrare oltre alla costa per 10 km, fino quasi a Bayeux. Complessivamente inglesi e canadesi dimostrarono un coraggio e una determinazione inaspettate ottenendo migliori risultati e in minor tempo rispetto agli americani.

La resistenza tedesca non fu all’altezza della situazione, in parte perché Hitler fino al pomeriggio inoltrato non diede a Rommel i rinforzi che quest’ultimo chiedeva temendo che fosse ancora possibile un attacco al Pas de Calais. Tuttavia la forza di sfondamento americana e la quantità enorme di rinforzi e approvvigionamenti che continuavano ad arrivare era difficile da contrastare.
La spiaggia di Omaha, dove furono maggiori le perdite alleate, fu il punto più debole dello sbarco e più volte preoccupò i generali americani sullo stato dell’invasione in quella specifica e strategica zona di attacco. Nei giorni seguenti la notizia dello sbarco, che non aveva raggiunto subito gli obiettivi preposti, fu diffusa come una vittoria fondamentale nell’economia della guerra galvanizzando le resistenze partigiane e costruendo quella speranza che sarebbe stata fondamentale per gli eventi bellici successivi.
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda mimmo002 » gio giu 05, 17:41:13

e per equilibrare la bilancia e non smentirmi.....la campana contraria del Web , sul D Dey (che a me piace di più :lol: )


Un rito di ringraziamento e di sottomissione

Domani alla presenza dell'Imperatore venuto appositamente a prendersi gli applausi per lo sbarco avvenuto in Normandia nel 1944 quasi cinque anni dopo l'inizio della seconda guerra mondiale e quando l'Armata Rossa aveva sconfitto gli eserciti di Hitler a Stalingrado dopo 900 giorni di assedio e aveva cominciato la sua marcia verso Berlino si ricorderà in pompa magna l'evento. Gli USA si decisero ad aprire il cosidetto secondo fronte per "stringere la mano a Stalin il più ad est possibile" insomma nel timore che l'Europa fosse liberata soltanto dalla Unione Sovietica,.

L'Europa fu ridotta in macerie con milioni di morti nella popolazione civile dai raid aerei delle fortezze volanti americane. Prima di essere "liberata" l'Europa occidentale fu rasa al suolo a differenza della parte liberata dai sovietici che non usavano i bombardamenti a tappeto e l'uccisione sistematica dei civili.

Le modalità militari dello sbarco in Normandia sono tuttora discusse non solo dagli storici ma dagli strateghi. Una spaventosa carneficina,. Pare che fosse statisticamente certa la perdita di un considerevole numero di soldati. Il generale Eisenhower aveva calcolato le perdite di vite umane e non fece niente per evitarle perchè la ragione "politica" dello sbarco era diventata preminente su tutto....

Insomma quando avvenne lo sbarco questo era del tutto inutile ai fini della guerra che si era decisa attorno a Stalingrado. Lo sbarco serviva soltanto a piantare bandierine americane in Europa prima che sventolassero soltanto bandiere rosse.

Eppure domani avremo la ripetizione di una solenne cerimonia in cui i capi di Stato di tutta l'Europa si genufletteranno davanti ad Obama e gli diranno quanto gli sono riconoscenti per quello che hanno fatto gli USA. L'Italia e la Germania che sono considerati nazioni sconfitte che hanno sottoscritto una resa incondizionata sono controllate da centinaia di basi militari statunitensi. La loro posizione di alleati nella Nato è ambigua. Solo alleati "obbligati". Gli USA non hanno mai sottoscritto una pace con l'Italia. L'hanno dettata senza consentire la firma...

Domani, i veri vincitori del nazismo saranno trattati come parenti poveri.. Peggio: come appestati.
L'Europa viene spinta ad armarsi contro la Russia da Obama.

Credo che farebbe bene Putin a disertare questa sconcia manifestazione di imperialismo atlantista.

Gli Usa domani saranno salutati da tutti i pennivendoli e mezzo busti della comunicazione come "liberatori". Liberatori che tuttora ci tengono in una morsa e ci trattano come sconfitti. Ma non ci sarà nessun De Gaulle a rivendicare i meriti della resistenza europea.
Domani sarà una giornata di odio verso la Russia nella quale i tedeschi sconfitti di ieri si uniscono agli USA ed agli inglesi per finalmente realizzare quello che ieri inglesi e francesi volevano fare contro l'URSS: invaderla,.

Riconoscenza eterna alla Unione Sovietica ed alla gloriosa Armata Rossa!!
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » gio giu 05, 17:54:26

Caro mimmo, butti sempre là i tuoi proclami... tutti sanno che l'Armata Rossa 15 giorni dopo il D Day dette l'avvio all'operazione Bagration, il vero "giro di boa" ad est, spingendo i nazisti ad est come gli alleati occidentali stavano facendo ad ovest... tu non ricordi, chissà come mai, che l'apertura del nuovo fronte in occidente alleviò i grossi problemi dei sovietici ad est AIUTANDO moltissimo Stalin, come non ricordi, guarda caso, le centinaia di migliaia di mezzi corazzati, aerei, mezzi di trasporto che americani ed inglesi spedirono in Unione Sovietica che da sola NON avrebbe MAI vinto la guerra. A Stalingrado non si era deciso proprio nulla, puoi leggerlo anche nelle pubblicazioni storiche sovietiche nonchè, udite udite, nelle memorie di Iosip Stalin... hai perso un'altra occasione per non scrivere caxxate veramente di una enormità micidiale :wink: ...un'appendice... i sovietici non usarono mai fare bombardamenti a tappeto perchè non disponevano di bombardiari pesanti e la dottrina sovietica imponeva che l'aviazione fosse l'artiglieria al servizio della fanteria, per quanto riguarda l'uccisione sistematica dei civili fatti raccontare cosa facevano i soldati dell'armata rossa nei territori appena occupati :!:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda mimmo002 » gio giu 05, 21:26:25

e storia che gli americani durante la II° guerra fornivano materiali ad entrambi gli schieramenti ...GUADAGNANDO fortune.
i tedeschi erano riforniti dalla FORD che gli permise la famosa guerra lampo proprio con i suoi camion a doppia trazione , e gli fornivano petrolio ed altri materiali strateggici , addirittura la fortuna della famiglia Busc fu creata proprio dal padre/nonno dei successi presidenti americani , fortuna creata trafficando con i nazisti e si racconta anche con l'oro ebraico.
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda ordotempli » ven giu 06, 06:12:06

A me risulta che i debiti dell' Armata Rossa, per le forniture ricevute dagli USA, non siano mai stati pagati. I Nazi pagavano con oro sporco di sangue ...
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda mimmo002 » ven giu 06, 06:59:22

ordotempli ha scritto:A me risulta che i debiti dell' Armata Rossa, per le forniture ricevute dagli USA, non siano mai stati pagati. I Nazi pagavano con oro sporco di sangue ...

questa non la sapevo :lol:
ma non credo che il fatto che i Russi a fine guerra si fecero "condonare" i debiti dagli americani alleggerisca la coscienza americana per aver permesso che la II° guerra andasse avanti per anni prima di intervenire con il D Day
per meglio speculare con tutti i combattenti.
fornivano a russi come a tedeschi ed anche agli inglesi (gli inglesi li pagarono in colonie e basi e pure palestina) purchè facessero affari e su questa storia ci sono decine di ricerche storiche anche di ricercatori americani ,
queste ricerche vengono ostacolate ma e difficile fermare la conoscenza.
allego un lungo articolo , quasi un saggio proprio riguardante le trattative economiche tra tedeschi ed industrie americane ,
prima tra tutte la IBM che permise con le sue schede perforate di gestire il genocidio dei campi di concentramento
o la ford che forniva i mezzi pesanti , o i petrolieri per i carburanti .
senza il gontributo industriale americano ai contendenti la II° guerra non ci sarebbe stata.....o sarebbe sfumata quasi-subito.

P.S. interessantissimo in discorso di Hitler all'annuncio di dichiarazione di guerra agli USA (lo sto cercando)

il profitto innanzi tutto.doc
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda mimmo002 » ven giu 06, 07:16:59

il testo del discorso di Hitler alla entrata in guerra della germania contro gli USA , il discorso si trova ed io lo ho ricopiato da un sito Comunista , http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=13105


TESTO DEL DISCORSO

Il Presidente Americano ha usato sempre maggiormente la sua influenza per creare conflitti, intensificare quelli esistenti e, soprattutto, fare in modo che tali conflitti non venissero mai risolti pacificamente.
Per anni quest’uomo cercò provocazioni ovunque nel mondo, ma in particolare in Europa, da poter usare per creare un coinvolgimento politico con gli impegni dell’economia americana verso una delle parti contendenti, che poi avrebbe costantemente coinvolto l’America nel conflitto, deviando così l’attenzione dalle caotiche politiche economiche nazionali.
Le sue mosse contro il Reich Tedesco al riguardo, sono state particolarmente rudi.
Fin dal 1937 egli iniziò una serie di discorsi, di cui uno particolarmente spregevole, a Chicago il 5 ottobre 1937, durante il quale quest’uomo, incitava sistematicamente il pubblico americano contro la Germania.
Minacciò di creare una specie di quarantena nei confronti delle cosiddette nazioni autoritarie.
Come parte di questa costante e crescente campagna di odio e di incitamento, il Presidente Roosevelt fece un’altra affermazione offensiva (il 15 novembre 1938) e poi richiamò a Washington per consultazioni l’ambasciatore americano a Berlino.
Da allora i due Paesi sono stati rappresentati solamente da incaricati d’affari.
Dal novembre 1938, iniziò sistematicamente e consapevolmente a sabotare ogni possibilità di una politica di pace europea.
Pubblicamente affermava ipocritamente di essere interessato alla pace mentre, nel contempo, minacciava qualsiasi nazione, disposta a perseguire una politica di intesa pacifica, di bloccargli i crediti, di rappresaglie economiche, di ritirare prestiti e via dicendo.
Al riguardo i rapporti degli ambasciatori polacchi a Washington, Londra, Parigi e Bruxelles forniscono un quadro scioccante.
Quest’uomo aumentò la sua campagna di provocazione nel gennaio 1939.
In un messaggio indirizzato al Congresso Americano il 4 gennaio 1939, minacciò di prendere qualsiasi misura, senza escludere la guerra, nei confronti delle nazioni autoritarie.
Egli sosteneva di continuo che altre nazioni stavano tentando di interferire negli affari americani e parlò molto della possibilità di sostenere la Dottrina Monroe.
Nel marzo 1939, iniziò a fare delle prediche sugli affari interni europei che non competevano al Presidente degli Stati Uniti. Per prima cosa non capisce questi problemi e come seconda cosa, anche se li capisse e riconoscesse le circostanze storiche, non avrebbe più diritti di immischiarsi negli affari dell’Europa Centrale di quanto ne avrebbe il capo di stato tedesco di prendere posizione e di dare giudizi sulla situazione degli Stati Uniti.
Il Sig. Roosevelt andò ben oltre. In violazione del diritto internazionale, si è rifiutato di riconoscere governi che non gli piacevano, non ne ha accettati altri, si è rifiutato di rimuovere ambasciatori di paesi non esistenti e li ha addirittura riconosciuti come governi legittimi. Arrivò persino al punto di firmare trattati con questi ambasciatori che gli davano semplicemente il diritto di occupare territori stranieri (Groenlandia e Islanda).
Il 15 aprile 1939 Roosevelt lanciò il suo famoso appello rivolto a me e al Duce Mussolini, che era un misto di ignoranza politica e geografica, combinato con l’arroganza di un membro del ceto milionario.
Fummo invitati a rilasciare dichiarazioni e a concludere degli accordi di non aggressione con un certo numero di nazioni, molte delle quali non erano nemmeno indipendenti in quanto, o erano nazioni annesse oppure diventate protettorati subordinati a stati alleati del Sig. Roosevelt (Gran Bretagna e Francia).
Voi, miei Delegati, ricorderete che all’epoca (28 aprile 1939) diedi una risposta franca e gentile a questo invadente gentiluomo. Una risposta che riuscì a fermare, almeno per alcuni mesi, l’uragano di chiacchiere di questo rozzo guerrafondaio.
In quella parentesi però fu la gentile moglie di Roosevelt (Eleanor Roosevelt) a prendere il posto del marito. Disse che lei e i suoi figli si rifiutavano di vivere in un mondo come il nostro.
Questo è quantomeno comprensibile perché il nostro è un mondo di lavoro e non di disonestà e di malavita.
Dopo una breve pausa però, il marito si rifece vivo.
Il 4 novembre 1939 il Decreto che sanciva la neutralità (Neutrality Act) fu rivisto e l’embargo sugli armamenti fu abrogato a favore solo di coloro che fornivano armi ai nemici della Germania.
Intanto premeva in Estremo Oriente per un coinvolgimento economico con la Cina che avrebbe alla fine portato a veri interessi comuni.
In quello stesso mese egli riconobbe a un piccolo gruppo di emigrati polacchi la qualifica di governo in esilio, la cui unica base politica erano i milioni in lingotti d’oro polacchi che si erano portati via da Varsavia.
Il 9 aprile 1940 congelò tutti i beni norvegesi e danesi negli Stati Uniti col falso pretesto di evitare che cadessero in mani tedesche e questo sebbene sapesse fin troppo bene che, ad esempio, la Germania non ha interferito, ne tantomeno preso il controllo, dell’amministrazione dello stato danese dei suoi affari finanziari.
Assieme agli altri governi esilio, Roosevelt ne riconobbe uno per la Norvegia.
Il 15 maggio 1940 i governi del Belgio e dell’Olanda in esilio, furono anch’essi riconosciuti e allo stesso tempo furono congelati i beni belgi e olandesi negli USA.
Quest’uomo rivelò il suo vero atteggiamento in un telegramma del 15 giugno 1940 al premier francese Paul Reynaud. Roosevelt gli disse che il governo americano avrebbe raddoppiato gli aiuti alla Francia a condizione che la Francia continuasse la guerra contro la Germania.
Al fine di dare un risalto speciale al suo desiderio che la guerra continuasse, dichiarò che il governo americano non avrebbe riconosciuto acquisizioni avvenute con la forza, il che includeva, ad esempio, la riconquista dei territori che erano stati rubati alla Germania.
Non mi serve evidenziare che, ora e in futuro, il governo tedesco non si preoccuperà se il Presidente degli Stati Uniti riconoscerà o meno un confine in Europa.
Cito questo caso perché è tipico della provocazione sistematica di quest’uomo che parla in modo ipocrita di pace mente allo stesso tempo incita alla guerra.
E lui temeva che se la pace fosse arrivata in Europa, i miliardi che aveva dissipato in spese militari, sarebbero stati considerati come un lampante caso di frode, perché nessuno attaccherebbe l’America a meno che non fosse l’America stessa a provocarne l’attacco.
Il 7 giugno 1940 il Presidente degli Stati Uniti congelò i beni francesi negli USA in modo, disse lui, da evitare che cadessero in mani tedesche, ma lo scopo vero era quello di impossessarsi dell’oro che era stato portato via da Casablanca su un incrociatore americano.
Nel luglio 1940, Roosevelt iniziò a prendere nuove misure in direzione della guerra, come permettere a cittadini americani di prestare servizio nell’aviazione inglese e di addestrare personale dell’aviazione britannica negli Stati Uniti.
Nell’agosto del 1940, venne concluso un patto di collaborazione militare fra Stati Uniti e Canada, in modo da creare un comitato di difesa congiunto americano-canadese, plausibile solo alle persone più ingenue e sciocche.
Roosevelt si inventava periodicamente delle crisi e agiva come se l’America fosse minacciata da un attacco immediato. Annullava improvvisamente i viaggi e ritornava rapidamente a Washington. Faceva cose del genere per evidenziare la serietà della situazione ai suoi sostenitori che veramente meritano compatimento.
Si mosse ancora di più in direzione della guerra nel settembre del 1940 quando inviò 50 cacciatorpediniere alla flotta britannica e in cambio prese il controllo di basi militari di proprietà britannica nel Nord e Centro America.
Le future generazioni giudicheranno fino a che punto in tutto questo odio contro la Germania nazionalsocialista non abbia giocato un ruolo importante il desiderio di impossessarsi facilmente e a buon mercato dell’Impero Britannico nelle ore della sua disgregazione.
Dopo che l’Inghilterra non era più grado di pagare in contanti le forniture militari americane, Roosevelt impose il Lend-Lease Act (Legge Affitti e Prestiti) nel marzo del 1941.
In qualità di Presidente, ottenne l’autorizzazione a fornire aiuti militari, sulla base di questa legge, a nazioni che lo stesso Roosevelt riteneva fosse negli interessi vitali degli USA difendere.
Quando fu evidente che la Germania non avrebbe mai risposto in alcun modo al suo ripetuto e rozzo comportamento, quest’uomo fece un’altra mossa nel marzo del 1941.
Già in data 19 Dicembre 1939, un incrociatore americano (il Tuscaloosa), che si trovava all’interno della zona di sicurezza, fece dirottare la nave passeggeri tedesca Columbus consegnandola nelle mani della marina da guerra inglese. La conseguenza fu che la nave venne auto-affondata.
Lo stesso giorno, le forze armate americane collaborarono nel tentativo di catturare la nave mercantile Arauca.
Il 27 gennaio 1940, in violazione del diritto internazionale, l’incrociatore americano Trenton diede le coordinate di navigazione delle navi mercantili tedesche Arauca, La Plata e Wangoni, a forze navali nemiche.
Il 27 giugno 1940 annunciò una limitazione sulla libera navigazione di navi mercantili straniere nei porti americani, in completa violazione delle leggi internazionali.
Nel novembre 1940 permise a navi da guerra americane di inseguire le navi mercantili tedesche Phrygia, Idarwald e Rhein fintanto che dovettero auto-affondarsi per evitare di cadere in mani nemiche.
Il 13 aprile 1941 alle navi americane fu permesso di transitare liberamente attraverso il Mar Rosso per poter rifornire gli eserciti britannici in Medio oriente.
Nel frattempo, nel marzo 1941, tutte le navi tedesche furono sequestrate dalle autorità americane.
Durante questi avvenimenti, i cittadini del Reich Tedesco furono trattati nel modo più degradante, obbligati ad essere relegati in luoghi in violazione delle norme internazionali, assoggettati a restrizioni di viaggio ecc.
Due ufficiali tedeschi che fuggirono negli Stati Uniti dalla prigionia in Canada, furono catturati, incatenati e restituiti alle autorità canadesi, probabilmente violando il diritto internazionale.
Il 27 marzo 1941, lo stesso Presidente, quello che si diceva contrario ad ogni aggressione, annunciò il suo appoggio al generale Dusan Simovic e la sua cricca di usurpatori in Yugoslavia che avevano preso il potere a Belgrado dopo il rovesciamento del governo ufficiale in carica.
Diversi mesi prima, il Presidente Roosevelt aveva inviato il capo dell’OSS, Colonnello Donovan, un soggetto mediocre, nei Balcani con l’ordine di organizzare un sollevamento contro la Germania e l’Italia, a Sofia in Bulgaria e a Belgrado.
In aprile, Roosevelt, promise aiuti sulla base della Legge Affitti e Prestiti, alla Yugoslavia e alla Grecia.
Alla fine di aprile riconobbe emigranti yugoslavi e greci come governi in esilio e, sempre in violazione delle normative internazionali, congelò i beni yugoslavi e greci.
A partire dalla metà di aprile del 1941, squadre navali americane iniziarono ad espandere le operazioni nell’Atlantico Occidentale, inoltrando ai britannici le loro osservazioni.
Il 26 aprile, Roosevelt consegnò all’Inghilterra venti nuove vedette veloci. Intanto le navi inglesi venivano a turno riparate nei porti americani.
Il 12 maggio navi norvegesi operanti per conto della Gran Bretagna, vennero armate e riparate (negli USA), violando il diritto internazionale.
Il 4 giugno trasporti di truppe arrivarono in Groenlandia per costruire piste di volo ed il 9 Giugno arrivò il primo rapporto britannico che una nave da guerra americana, operante su ordine del Presidente Roosevelt, aveva attaccato un sottomarino tedesco vicino alla Groenlandia con cariche di profondità.
Il 14 giugno, i beni tedeschi negli Stati Uniti furono nuovamente congelati, in violazione delle leggi internazionali.
Il 17 giugno, sulla base di un falso pretesto, il Presidente Roosevelt chiese il richiamo dei consoli tedeschi e la chiusura dei consolati tedeschi.
Chiese anche la chiusura dell’agenzia di stampa tedesca Transocean, la Libreria Tedesca di New York e l’ufficio delle Ferrovia Nazionali del Reich.
Il 6 e 7 luglio 1941, forze armate americane, che agivano su ordine del Presidente Roosevelt, occuparono l’Islanda che era nell’area delle operazioni militari tedesche.
Lui sperava che questa azione avrebbe per prima cosa costretto finalmente la Germania a entrare in guerra con gli Stati Uniti, e, per seconda cosa, neutralizzare l’efficacia dei sottomarini tedeschi, come nel 1915-1916.
Allo stesso tempo promise aiuti militari all’Unione Sovietica.
Il 10 luglio, il Segretario Frank Knox annunciò improvvisamente che la marina americana aveva ricevuto l’ordine di sparare contro navi da guerra dell’Asse.
Il 4 settembre il cacciatorpediniere americano Greer, sempre su ordine del Presidente, operò assieme agli aerei inglesi contro sottomarini tedeschi nell’Atlantico.
Cinque giorni dopo un sottomarino tedesco intercettò delle cacciatorpediniere americane che facevano da scorta ad un convoglio inglese.
In un discorso rilasciato l’11 settembre 1941, Roosevelt finalmente confermò di aver dato l’ordine di sparare su tutte le navi dell’Asse e quest’ ordine venne ripetuto.
Il 29 settembre, navi vedetta americane attaccarono un sottomarino tedesco ad Est della Groenlandia con cariche di profondità.
Il 17 ottobre il cacciatorpediniere Kearny, operativa come scorta per gli inglesi, attaccò un sottomarino tedesco con cariche di profondità.
Il 6 novembre forze armate americane si impossessarono della nave tedesca Odenwald, violando il diritto internazionale, portandola in un porto americano ed imprigionando il suo equipaggio.
Trascurerò, considerandoli senza senso, gli attacchi offensivi e le maleducate affermazioni di questo cosi detto Presidente contro la mia persona.
Che lui mi chiami gangster non ha alcuna importanza, poiché questo termine non ha avuto origine in Europa, dove questi tizi sono insoliti, ma in America.
Ma, a parte questo, non mi sento assolutamente insultato dal Sig. Roosevelt perché, come il suo predecessore Woodrow Wilson, lo considero mentalmente malato.
Noi sappiamo che quest’uomo, con i suoi sostenitori ebrei, ha agito contro il Giappone allo stesso modo. Di questo non devo parlarne ora.
Anche in quel caso furono usati gli stessi metodi.
Quest’uomo, prima incita alla guerra, poi mente sulle sue cause e lancia accuse infondate.
Infine, da buon vecchio massone, si rivolge a Dio che sia testimone dell’onestà delle sue azioni.
Il suo vergognoso travisamento della verità e le violazioni commesse, sono senza precedenti nella storia.
Sono certo che tutti Voi abbiate considerato un atto di liberazione il fatto che il Giappone abbia alla fine reagito per protestare contro tutto questo, cioè nel modo in cui quest’uomo aveva sperato e del quale non dovrebbe stupirsi (l’attacco a Pearl Harbor del 7 dicembre 1941).
Dopo anni di trattative con questo imbroglione, il governo giapponese ne aveva finalmente le tasche piene di essere trattato in un modo così umiliante.
Tutti noi, il popolo tedesco e, credo, tutti i popoli rispettabili di questo mondo, consideriamo ciò con profondo apprezzamento. Noi conosciamo il potere che sta dietro a Roosevelt. E’ lo stesso eterno ebreo che crede sia venuto il momento di imporre lo stesso destino che tutti abbiamo visto e testimoniato nella Russia Sovietica.
Abbiamo conosciuto di prima mano il paradiso ebraico sulla terra.
Milioni di soldati tedeschi hanno visto in prima persona la terra dove questo ebraismo internazionale ha distrutto e annientato il popolo e la proprietà.
Forse il Presidente degli Stati Uniti non lo capisce. Se è così, allora la sua ristrettezza intellettuale di idee parla da sola.
Noi sappiamo che questo enorme sforzo mira a questo scopo.
Anche se non fossimo alleati col Giappone, ci renderemmo sempre conto che gli ebrei ed il loro Franklin Roosevelt intendono distruggere una nazione dopo l’altra.
Il Reich Tedesco di oggi non ha niente in comune con la Germania del passato.
Da parte nostra faremo ora ciò che questo provocatore ha cercato di realizzare per anni. E non soltanto perché siamo alleati del Giappone, ma piuttosto perché la Germania e l’Italia, con la loro attuale dirigenza politica, hanno la perspicacia e la forza di rendersi conto che in questo periodo storico sta per essere determinata, e forse per sempre, l’esistenza o la non esistenza delle nazioni.
Ciò che questo altro mondo ha in serbo per noi, è chiaro. Riuscirono a portare alla fame la Germania democratica del passato (1919-1933) e ora tentano di distruggere la Germania nazionalsocialista di oggi.
Quando il Sig. Churchill ed il Sig. Roosevelt dichiarano di voler costruire un giorno un nuovo ordine sociale, è come se un barbiere calvo consigliasse una lozione che garantisce la crescita dei capelli.
Anziché incitare alla guerra, questi gentiluomini, che vivono nei paesi più arretrati socialmente, avrebbero dovuto preoccuparsi dei loro popoli senza lavoro.

Traduzione a cura di
Gian Franco Spotti
- See more at: http://www.rinascita.eu/index.php?actio ... pwCkK.dpuf

P.S. adesso la storia si ripete con la ucraina.
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » ven giu 06, 08:04:03

mimmo002 ha scritto:e storia che gli americani durante la II° guerra fornivano materiali ad entrambi gli schieramenti ...GUADAGNANDO fortune.
i tedeschi erano riforniti dalla FORD che gli permise la famosa guerra lampo proprio con i suoi camion a doppia trazione , e gli fornivano petrolio ed altri materiali strateggici , addirittura la fortuna della famiglia Busc fu creata proprio dal padre/nonno dei successi presidenti americani , fortuna creata trafficando con i nazisti e si racconta anche con l'oro ebraico.


I camion Opel Blitz erano realizzati SU LICENZA Ford, non erano forniti dagli americani :h: ...del patrimonio della famiglia Bush... non dispongo delle tue informatissime e veritiere fonti :cool:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » ven giu 06, 08:07:52

mimmo002 ha scritto:
ordotempli ha scritto:A me risulta che i debiti dell' Armata Rossa, per le forniture ricevute dagli USA, non siano mai stati pagati. I Nazi pagavano con oro sporco di sangue ...

questa non la sapevo :lol:
ma non credo che il fatto che i Russi a fine guerra si fecero "condonare" i debiti dagli americani alleggerisca la coscienza americana per aver permesso che la II° guerra andasse avanti per anni prima di intervenire con il D Day per meglio speculare con tutti i combattenti.




...che enorme bestialità!!!!! ...quindi l'apertura del secondo fronte sarebbe stata una tattica americana... complimenti... forse non hai calcolato il tempo necessario all'epoca per ammassare uomini e materiali, preparare i piani, costruire le navi, preparare basi per bombardieri e caccia e portarli in inghilterra... :h:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » ven giu 06, 08:10:50

mimmo002 ha scritto:il testo del discorso di Hitler alla entrata in guerra della germania contro gli USA , il discorso si trova ed io lo ho ricopiato da un sito Comunista , http://www.rinascita.eu/index.php?actio ... id=13105...


...P.S. adesso la storia si ripete con la ucraina.


...non è possibile commentare un post del genere :h:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda waltherp38 » ven giu 06, 08:14:21

Ma perché, caro Claudio...oseresti affermare che zio Adolf non è una fonte attendibile? :paura: :h: :jumpy:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Viper » ven giu 06, 09:11:26

Keep the sand out of your weapons. Keep those actions clear. I’ll see you on the beach.


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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Sergio » ven giu 06, 09:23:23

ONORE ai caduti de D-Day. Il resto non mi interessa.
‎"Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché in ciò sta l'essenza della dignità umana"
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » ven giu 06, 10:03:15

Sergio ha scritto:ONORE ai caduti de D-Day. Il resto non mi interessa.



:ok: :cinesino: :cinesino: :cinesino: :cinesino: :cinesino:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » ven giu 06, 10:03:46

waltherp38 ha scritto:Ma perché, caro Claudio...oseresti affermare che zio Adolf non è una fonte attendibile? :paura: :h: :jumpy:



:jumpy: :ok: :cinesino: :D
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda mimmo002 » ven giu 06, 13:10:08

Mr45 ha scritto:
mimmo002 ha scritto:e storia che gli americani durante la II° guerra fornivano materiali ad entrambi gli schieramenti ...GUADAGNANDO fortune.
i tedeschi erano riforniti dalla FORD che gli permise la famosa guerra lampo proprio con i suoi camion a doppia trazione , e gli fornivano petrolio ed altri materiali strateggici , addirittura la fortuna della famiglia Busc fu creata proprio dal padre/nonno dei successi presidenti americani , fortuna creata trafficando con i nazisti e si racconta anche con l'oro ebraico.


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in quel documento "Il profitto innanzi tutto" che ho allegato nel post precedente e spiegato tutto....basta leggerlo :cool:

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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda faxbat » ven giu 06, 13:40:31

Il titolo del 3D e' "70 anni dal D Day"....e come al solito dopo tutto finisce a tarallucci e vino.
A pochi metri da casa mia c'e' un cimitero di guerra. Sono migliaia di Polacchi sfuggiti dalle unghiate dell'orso sovietico e venuti a morire per ricacciare a casa loro quelli che ci occupavano. Se devessi ripetere le deliranti parole di sopra:"Riconoscenza eterna alla Unione Sovietica ed alla gloriosa Armata Rossa!! ", mi sputerei negli occhi. Riconoscenza? Domandatelo ai Polacchi, ai Lituani, agli Estoni, ai Cecoslovacchi, agli Ungheresi, etc etc.
Il 1977, 1* Maggio ero a Rieka nella ex Yugoslavia ( per un incontro amichevole di tiro ) dove si festeggiava anche l'85mo compleanno del compagno Tito. Durante un pranzo con i nostri vicini mi permisi di fare questa domanda: " Tito e' gia' abbastanza vecchiotto, non sta bene e potrebbe non essere piu' a capo della Federazione, ...se per caso i sovietici facessero capolino??? Risposta:" Non ti preoccupare, ve li manderemo un po' dissanguati"!!!!
Questi i sentimenti dei vicini, mentre da noi ci sono quelli che si inchinano.
Ricordo l'ultima sera quando i tedeschi abbandonarono il nostro paese mentre all'orizzonte si vedevano le fiammate delle cannonate americane.
"Se non hai una spada, vendi il tuo mantello e comprane una"
( Luca, 22-36 )
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Viper » ven giu 06, 14:28:31

faxbat ha scritto:Il titolo del 3D e' "70 anni dal D Day"....e come al solito dopo tutto finisce a tarallucci e vino.
A pochi metri da casa mia c'e' un cimitero di guerra. Sono migliaia di Polacchi sfuggiti dalle unghiate dell'orso sovietico e venuti a morire per ricacciare a casa loro quelli che ci occupavano. Se devessi ripetere le deliranti parole di sopra:"Riconoscenza eterna alla Unione Sovietica ed alla gloriosa Armata Rossa!! ", mi sputerei negli occhi. Riconoscenza? Domandatelo ai Polacchi, ai Lituani, agli Estoni, ai Cecoslovacchi, agli Ungheresi, etc etc.
Il 1977, 1* Maggio ero a Rieka nella ex Yugoslavia ( per un incontro amichevole di tiro ) dove si festeggiava anche l'85mo compleanno del compagno Tito. Durante un pranzo con i nostri vicini mi permisi di fare questa domanda: " Tito e' gia' abbastanza vecchiotto, non sta bene e potrebbe non essere piu' a capo della Federazione, ...se per caso i sovietici facessero capolino??? Risposta:" Non ti preoccupare, ve li manderemo un po' dissanguati"!!!!
Questi i sentimenti dei vicini, mentre da noi ci sono quelli che si inchinano.
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » ven giu 06, 18:13:52

faxbat ha scritto:Il titolo del 3D e' "70 anni dal D Day"....e come al solito dopo tutto finisce a tarallucci e vino.
A pochi metri da casa mia c'e' un cimitero di guerra. Sono migliaia di Polacchi sfuggiti dalle unghiate dell'orso sovietico e venuti a morire per ricacciare a casa loro quelli che ci occupavano. Se devessi ripetere le deliranti parole di sopra:"Riconoscenza eterna alla Unione Sovietica ed alla gloriosa Armata Rossa!! ", mi sputerei negli occhi. Riconoscenza? Domandatelo ai Polacchi, ai Lituani, agli Estoni, ai Cecoslovacchi, agli Ungheresi, etc etc.
Il 1977, 1* Maggio ero a Rieka nella ex Yugoslavia ( per un incontro amichevole di tiro ) dove si festeggiava anche l'85mo compleanno del compagno Tito. Durante un pranzo con i nostri vicini mi permisi di fare questa domanda: " Tito e' gia' abbastanza vecchiotto, non sta bene e potrebbe non essere piu' a capo della Federazione, ...se per caso i sovietici facessero capolino??? Risposta:" Non ti preoccupare, ve li manderemo un po' dissanguati"!!!!
Questi i sentimenti dei vicini, mentre da noi ci sono quelli che si inchinano.
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » ven giu 06, 18:15:06

mimmo002 ha scritto:
Mr45 ha scritto:
mimmo002 ha scritto:e storia che gli americani durante la II° guerra fornivano materiali ad entrambi gli schieramenti ...GUADAGNANDO fortune.
i tedeschi erano riforniti dalla FORD che gli permise la famosa guerra lampo proprio con i suoi camion a doppia trazione , e gli fornivano petrolio ed altri materiali strateggici , addirittura la fortuna della famiglia Busc fu creata proprio dal padre/nonno dei successi presidenti americani , fortuna creata trafficando con i nazisti e si racconta anche con l'oro ebraico.


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in quel documento "Il profitto innanzi tutto" che ho allegato nel post precedente e spiegato tutto....basta leggerlo :cool:

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Leggo sempre tutto, anche la spazzatura di infimo ordine che hai l'abitudine di citare come fonte. Sempre questo rimane, spazzatura :afro:
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Re: 70 anni dal D Day

Messaggioda Mr45 » ven giu 06, 18:20:32

mimmo002 ha scritto:
Mr45 ha scritto:
mimmo002 ha scritto:e storia che gli americani durante la II° guerra fornivano materiali ad entrambi gli schieramenti ...GUADAGNANDO fortune.
i tedeschi erano riforniti dalla FORD che gli permise la famosa guerra lampo proprio con i suoi camion a doppia trazione , e gli fornivano petrolio ed altri materiali strateggici , addirittura la fortuna della famiglia Busc fu creata proprio dal padre/nonno dei successi presidenti americani , fortuna creata trafficando con i nazisti e si racconta anche con l'oro ebraico.


I camion Opel Blitz erano realizzati SU LICENZA Ford, non erano forniti dagli americani :h: ...del patrimonio della famiglia Bush... non dispongo delle tue informatissime e veritiere fonti :cool:

in quel documento "Il profitto innanzi tutto" che ho allegato nel post precedente e spiegato tutto....basta leggerlo :cool:

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...conosco anche il "pensiero" di questo... non posso definirlo perchè non mi piace usare termini offensivi e non lo farò, lo definirò un sempliciotto occultista, è un pensiero assolutamente in linea con le cose che a volte citi come fonti attendibili :addio:
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