Allora Mimmo, per quanto riguarda lo studio, se non riesci a reperire i dati ti do una mano. Però, preferirei che ti cimentassi da solo in questa analisi perché aiuta, poi, ad entrare nel merito di altre analisi in maniera "più indipendente" ovvero non guidato (o instradato) da articoli o informazioni di parte. Una volta che sei padrone di un metodo di analisi "a prescindere", il tuo approccio, la tua lettura di determinati articoli ti consente di individuare o quanto meno "sub odorare" le informazioni reali o che si basano su dati di fatto inconfutabili, le leggende metropolitane, le bufale e/o le menzogne spudorate. Di questo si può riparlare. Per quanto riguarda la tua domanda, esistono degli accordi internazionali che impediscono alle singole nazioni di intraprendere determinate azioni. Il diritto internazionale bellico è materia complessa ed articolata. Non si parla solo di guerriglieri illegali o di soldati regolari, di pallottole Dum Dum o esplodenti al di sotto dei 20mm. Si parla di città aperte, di corridoi umanitari, di inviolabilità dell'integrità territoriale, di protezione dei beni culturali, di genocidio et similia. Un esempio di applicazione del diritto internazionale bellico è la sentenza di qualche giorno fa che riconosce il UN DutchBat corresponsabile del massacro di 300 Mussulmani Bosniaci a Srebrenica nel 1995. Le implicazioni di questa sentenza devono venire ancora fuori, quello che è sicuro è il fatto che creeranno seri precedenti. Nel caso specifico della tua domanda non ci sono le premesse per nessun intervento di singole nazioni anche con pochi uomini e mezzi all'interno del territorio ucraino. In particolare da parte di una nazione appartenente all'Alleanza Atlantica. Il "casus belli" si può verificare solo se una delle nazioni della NATO fosse toccata sul suo suolo da una potenza nemica o dal braccio armato del terrorismo internazionale oggettivamente riconosciuto che ha base in una determinata nazione. Nel primo caso scatta l'art. 5 del Trattato Atlantico (è interessante da leggere
http://www.nato.int/terrorism/five.htm, c'è anche una chiara spiegazione del perché anche il terrorismo internazionale rientra nei termini di tale articolo). Altro impedimento ad un intervento "individuale" in supporto della Ucraina è dato dalle NU. In base alla UN Charter è necessaria una risoluzione ONU, emanata dal Consiglio di Sicurezza, per "infilarsi" dentro un altro stato sulla base dei contenuti del cap. VI o VII (cambiano decisamente i metodi di intervento). Al momento l'Ucraina è ancora una nazione sovrana con al suo interno un "problema" che potrebbe portare l'ONU, sotto la spinta di alcune nazioni che fanno parte del Consiglio Atlantico a chiedere l'invio di osservatori per valutare la reale portata del problema. E' chiaro che un incidente aereo come quello di questi giorni è un problema. Se si osserva la Crimea è passata sotto la "Federazione Russa" attraverso un referendum popolare (legale o meno è ancora da stabilire se non erro). Non c'è stato alcun movimento di truppe russe all'interno ma solo ai confini. Peraltro monitorato e non condiviso dalle NU. Sono in corso sanzioni contro la Federazione Russa per il suo "manifesto appoggio" agli insorti filo russi ma niente di più. Nel caso di un inserimento di truppe russe all'interno dell'Ucraina si possono configurare le premesse per una risoluzione ONU. A questo punto, probabilmente il potere di veto della Russia decadrebbe e la soluzione potrebbe trovare risposta nell'applicazione del Cap.VII della citata Carta che prevede l'impiego della forza da parte delle nazioni che danno l'adesione alla risoluzione. TI ricorderai il caso Iraq - Kuwait e la prima Guerra del Golfo. Per capire bene il meccanismo di questa tipologia di situazioni si deve leggere sia il Trattato della NATO che la Carta delle UN. Ci si chiederà, ti chiederai, ma perché questo non funziona con Israele? Quella è un'altra storia. Altra domanda, ma perché una missione ONU, intervento durante, cambia cappello e diventa una Operazione NATO o una Operazione UE. Un "casino" alla volta. Un cordiale saluto, Silvio