ritrovamento arsenale

Qui si parla genericamente di armi
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ritrovamento arsenale

Messaggioda christianerr » mer mag 27, 16:07:40

vi posto questa notizia che ho appena letto.

http://www.armietiro.it/trovato-un-aute ... -armi-6607

rimango incuriosito dall'organizzazione " Gladio " citata dal giornalista,di cui non conosco assolutamente nulla. mi dovrò informare. comunque è un bel ritrovamento,che dite?
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Luigi67 » mer mag 27, 16:16:28

Secondo me erano qualcuna di più :risata: ... ne metterei volentieri anche io una sul caminetto :uhaha:

Riguardo a Gladio, in parole povere, c'è già scritto nel trafiletto cosa era (se non ricordo male il presidente Cossiga è stato uno dei primi a parlarne liberamente), che poi l'arsenale faccia parte dei tanti depositi "dimenticati" ... credo basti verificare il periodo di "produzione" delle armi per capirlo e la cosa potrebbe essere anche fattibile

http://it.wikipedia.org/wiki/Breda_Mod._37
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda christianerr » mer mag 27, 18:13:48

questi ritrovamenti mi fanno venir voglia di andar girando con pala e metal detector per le campagne :risata: :risata:
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda ordotempli » mer mag 27, 19:37:17

L'Organizzazione Gladio venne creata quale supporto per eventuali partigiani .. si era in piena "guerra fredda". TUTTAVIA quando vennero pubblicati i nomi di coloro che ne facevano parte ( e che ottenevano benefici economici ) erano frequenti casi di cognomi che si ripetevano ..... mi sorse, a quel tempo, il sospetto che si trattava di una sorta di "beneficenza" per i soliti noti.
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Silvio Biagini » mer mag 27, 20:05:50

Le "fantasticherie" dei giornalisti sono qualcosa di grandioso, in particolare quando sfociano nell'assurdo. Sicuramente l'autore ha poca dimestichezza con la storia (per quanto attiene la struttura Stay Behind organizzata in Europa dopo la fine della IIGM e della quale Gladio era una articolazione) e le armi (in particolare le modalità di conservazione stendendo un velo pietoso sulla sua ignoranza relativa al loro impiego).

Le Breda Mod.37 e 38 hanno avuto una vita breve. La produzione è praticamente cessata nel '43 e, comunque, con la fine della guerra ed il riarmamento della nazione (in particolare l'Esercito) prima con materiale di provenienza inglese (subito ceduto alla Marina) e americana e successivamente solo americana in cal.30-06 (fucili e mitragliatrici), .30M1 (carabine) e .45ACP (Thompson), oltre ai nostri gloriosi 9mmM34 e 9mmM38. Diventavano praticamente "inutili" i vari 6,5x52 (dei '91 tranne per alcuni piccoli reparti e per la mobilitazione o altri usi non propriamente bellici) e 8x59 che era il munizionamento delle Breda.

Alcune di queste, come successivamente avvenne per le Browning M17 in 30.06 con il passaggio al nuovo 7,62x51, furono destinate alle "opere" insieme ad altri armamenti.

Nemmeno durante la guerra partigiana venne impiegata la Breda Mod.38 in quanto mitragliatrice da carro armato. Per l'impiego come arma di supporto per fanteria si doveva utilizzare un apposito adattatore per incavalcarla sul treppiedi della Mod.37 e, inoltre, necessitava di particolari organi di mira aggiuntivi oltre alla complicazione del caricamento.

A prescindere da questo aspetto, i depositi di Gladio, secondo una semplice logica di conservazione delle armi, erano custoditi in contenitori stagni per impedirne la fine delle mitragliatrici del ritrovamento. Inoltre erano una presenti diversi tipi di armi per consentire la formazione di unità con formazione paramilitare. Nel 1990, nel momento in cui venne "alla luce" l'organizzazione in vita da quasi 40 anni, furono diffuse immagini di alcuni degli oltre 120 depositi con le casse contenenti le armi ed altri dispositivi. Il ritrovamento della foto, invece, è disorganizzato, "monotipo" pesante e inutile, oltretutto privo di munizionamento. Sembrerebbe, invece, un espediente utilizzato per nascondere le armi "al nemico" o meglio per evitare che il nemico potesse impadronirsi delle armi tipico del secondo conflitto. "Depositi" di questo genere, principalmente di natura partigiana, sono stati ritrovati in vari luoghi.

In rete si trova un'ampia bibliografia relativa a Stay Behind con l'elenco di tutte le nazioni che vi avevano aderito, comprese Austria e Svizzera. A proposito di Austria una piccola curiosità...nel periodo storico in argomento una certa quantità di carabine M1 era conservata nel Parlamento per la difesa dello stesso da parte dei parlamentari in caso di...vi immaginate una cosa del genere in qualche altro parlamento...

Un cordiale saluto, Silvio

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Silvio Biagini » mer mag 27, 20:22:16

Il concetto di deposito di armi o "santuario" per lotta clandestina contro eventuali invasori era un principio largamente applicato nella ex-Jugoslavia di Tito dove tutto era utile per armare il popolo (esercito di popolo). In questo caso armi della IIGM sono state ritrovate perfettamente efficienti durante le operazioni della NATO e successivamente distrutte.

Sempre a proposito di aneddoti e di incauto uso di munizioni ritrovate un particolare che riguarda la conservazione delle stesse. Durante l'ultima guerra non tutte le fabbriche prevedevano la sigillatura di inneschi e colletto. Ho letto, non ricordo la fonte, che durante la guerra partigiana nel nascondere le armi avvolte in stracci e teli dopo averle abbondantemente oliate qualcuno pensò di conservare anche le munizioni con la stessa procedura. Risultato fu di avere armi efficienti, dopo la sospensione degli scontri per il periodo invernale, ma munizioni inefficienti...

Il ricordo di questo episodio mi porterebbe ad escludere che si tratti di un deposito partigiano abbandonato proprio per l'assoluta mancanza di conservazione...

un saluto a tutti, Silvio

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda mimmo002 » mer mag 27, 20:47:35

si , anche io ho letto delle munizioni partigiane conservate "sotto olio" e poi inefficenti, e nelle mie reminesceze anche sul forum tempo fa con un giovane utente discutevamo di come si conservano le munizioni (nn riesco a trovare il link)
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda mimmo002 » mer mag 27, 21:00:24

leggendo, per associazione di idee mi viene da pensare alla "Operazione Unthinkable " che Churchill fantasticava di attuare
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda ordotempli » gio mag 28, 04:47:12

mimmo002 ha scrittoColonsi , anche io ho letto delle munizioni partigiane conservate "sotto olio" e poi inefficenti, e nelle mie reminesceze anche sul forum tempo fa con un giovane utente discutevamo di come si conservano le munizioni (nn riesco a trovare il link)


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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda christianerr » gio mag 28, 09:09:56

buongiorno a tutti! :)
quindi silvio se ho capito bene tu escludi che quello sia un deposito di armi della gladio vista la mancanza di munizionamento e l'assente cura nella conservazione delle stesse armi..ora che ci dai spunti di riflessione è molto più probabile ciò che dici. sicuramente sono armi della IIGM nascoste per non essere prese dal nemico. comunque tutto ciò suscita in maniera incredibile la mia curiosità!!! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :h: :ciao:
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Silvio Biagini » gio mag 28, 10:58:21

La curiosità è lo stimolo principale per la conoscenza. Qualunque siano gli studi fatti e la professione scelta, la curiosità aiuta a sconfiggere l'ignavia di dantesca memoria (bel pensiero, vero? mi è venuto così...).

Il cenno di Mimmo al piano britannico del '45 è solo un aspetto di quello che si cominciava a temere, anzi già si temeva in Europa (e non solo), a riguardo dell'espansionismo sovietico che si era manifestato già prima dell'inizio del conflitto. Basta andare indietro nella storia per vedere i vari episodi che denunciavano questo atteggiamento. L'organizzazione "Stay Behind" prende l'avvio nel '49 (se non ricordo male) includendo via via diverse nazioni NATO e neutrali. Anche l'uscita della Francia dall'organizzazione militare dell'Alleanza Atlantica non cancellò l'esistenza del relativo ramo francese. In sostanza l'organizzazione rimase in piedi fino alla caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda. In tale occasione non solo viene smantellata Stay Behind ma si avvia un processo di riduzione del numero degli "effettivi" che ogni nazione doveva mettere a disposizione dell'Alleanza e si rivedono i piani di difesa. Per esempio terminano le esercitazioni congiunte di alto livello come le Exercise Reforger dagli Stati Uniti, l'ultima grande esercitazione proprio a ridosso dell'epocale svolta storica. Negli anni '60 era stato avviato il ritiro di forze USA a livello divisioni dal territorio europeo. Da quel momento, annualmente, veniva condotta una esercitazione di ridislocazione delle forze ritirate. Questo avrebbe comportato in caso di guerra, da parte delle nazioni europee dell'Alleanza, un impegno in termini di uomini, mezzi, materiali, pianificazione delle operazioni etc., etc. in grado di sostenere l'urto di un attacco sovietico per il tempo necessario al completamento delle forze USA.

Ogni nazione dell'Alleanza era consapevole che, partendo da posizioni di difesa perché non era previsto di "uscire" fuori dai confini nazionali, avrebbe potuto perdere (quasi sicuramente) parte del proprio territorio sotto la spinta delle forze nemiche. Territorio che si prevedeva di riprendere fino ai confini nazionali con il supporto delle forze alleate. In questo caso si potevano ipotizzare anche azioni di interdizione (o guerriglia) da parte di eventuali unità sopravanzate. E' evidente il gioco che avrebbe potuto avere una organizzazione come la "Stay Behind".

Qui torna di nuovo il riferimento al tipo di lotta partigiana condotta già durante la IIGM in misura maggiore o minore, più o meno organizzata, nelle diverse nazioni occupate.

Anche la neutrale Svizzera era (direi ancora è ) organizzata in tal senso, ovvero trasformare il suo popolo in esercito di milizia all'occorrenza. Chiaramente anche in questa nazione, dopo la caduta del muro di Berlino sono stati rivisti i compiti primari delle Forze Armate. Ciò non toglie che la tipologia del loro addestramento è rimasta sostanzialmente diversa da quella di molte altre nazioni europee dove non è previsto un esercito di milizia.

Sempre a proposito di Svizzera ricordo degli interessanti passaggi sulla loro dottrina di "reazione ad una invasione". In questi passaggi si spiegavano diversi metodi di attacco a strutture nemiche essenzialmente basati sulla nota tattica del "colpisci e fuggi", la preparazione di ordigni e trappolamenti, la costruzione di lanciabombe ed altri marchingegni...

Questi "insegnamenti" vennero ripresi nel testo, "In caso di golpe. Manuale teorico-pratico per il cittadino di resistenza totale e di guerra di popolo, di guerriglia e di controguerriglia. A cura di Stella Rossa Fronte Rivoluzionario marxista-leninista. 1975" in vendita per qualche migliaio di lire. La denominazione della "casa editrice" penso sia esaustiva per indicare le finalità del testo. Un amico lo acquistò, era un manuale del perfetto guerrigliero....per fortuna venne prontamente ritirato dal commercio. In quegli anni giravano testi vari dal "Come si arma la rivoluzione" di Trotszkij al "Il comunismo e la guerra" o il "Dominio e sabotaggio" di Negri e tanti altri di sinistra e di destra su temi simili. Quindi un testo come il citato "Manuale" si sarebbe potuto perdere nella massa e fornire ulteriori suggerimenti...di problemi ce ne erano già abbastanza, mancava solo quello oltre al "Manuale per la coltivazione della marijuana" editore S.E. (non so chi sia), 1978.

Scrivendo queste note che, ripeto, sono reperibili nel vasto mondo della bibliografia posta in rete (anche con le varie interpretazioni di parte) mi viene da ripensare alle parole dell'amico Mimmo. Ovvero, un conto è rivedere la storia con gli occhi di chi l'ha conosciuta di persona, un conto è "rivederla" in modo "asettico" a distanza di decine di anni attraverso la lettura di resoconti stesi, come spesso accade, da persone nate dopo gli eventi...

Bene, per stamane ho filosofeggiato in abbondanza...

Un cordiale saluto a tutti, Silvio

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda mimmo002 » gio mag 28, 11:21:07

un grazie a Silvio per la considerazione , e per il manuale che devo cercare :lol:

P.S. tutti si perdono dietro la maruiana quando la banale lattuga , o piante floreali , o funghi che si snobbano ,
sono legali e superiori...... basta esser curiosi
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Silvio Biagini » gio mag 28, 11:27:50

E' vero Mimmo, viva l'insalata dell'orto...a me piace da impazzire la misticanza...

A proposito del "manuale" basta digitare in rete e sicuramente si trova qualche "rivenditore". Credo, però, che il prezzo sarà alto considerato appunto il fatto che è stato ritirato immediatamente dal commercio.

Un caro saluto, Silvio

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Luigi67 » gio mag 28, 11:29:51

L'ignavia ... alle volte dimentico quanto sia bella la lingua italica e come abbia terminologie che assolvono al proprio compito più di mille parole, non per nulla si dice che sia una delle lingue più difficili da imparare e padroneggiare (e molti di noi, me compreso, non la padroneggiano :sad: )

Per assurdo mi è venuto in mente che, se non fosse caduto il "muro", tutti questi problemi per le armi non li avremmo ... sicuramente ne avremmo ben altri e, a dirla tutta, preferisco avere i primi :ok:
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Luigi67 » gio mag 28, 11:32:51

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda christianerr » gio mag 28, 11:43:53

su ebai a 60 euro
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Silvio Biagini » gio mag 28, 13:27:27

Il Maggiore Von Dach (Svizzera) è l'autore della teoria sulla resistenza totale ad una eventuale invasione del suolo svizzero. Il titolo dell'opera è "Der Totale Widerstand", 1957. Pubblicato anche in lingua inglese come "Total Resistance". All'epoca questo suo scritto fu criticato perché trattava argomenti che violavano "le leggi di guerra". Tuttavia, proprio perché prendeva spunto da tecniche di guerriglia sviluppate durante il secondo conflitto (io direi "evolutesi" durante tale periodo bellico) era solo antesignano di quella che sarebbe poi diventata una forma di guerra "standard" con gli anni a venire, anche prima della caduta del muro di Berlino...non penso ci sia bisogno di fare esempi...

Un saluto, Silvio

P.S. erano 40 anni che non vedevo quella copertina...

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda christianerr » ven mag 29, 10:41:18

silvio tu sicuramente avrai letto qualche libro sulle tattiche di guerriglia, e penso anche qualcosina sulle tattiche militari vere e proprie...ma giusto qualcosina eh :mrgreen: :risata: ....comunque puoi consigliarci qualche manuale di facile reperimento??anche per aggiungere qualcosa alla libreria del forum. grazie :cinesino: :cinesino: :cinesino: :cinesino: :cinesino:
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Silvio Biagini » ven mag 29, 12:48:17

E' difficile, Christian, indicare qualche lettura di "facile reperimento". Non perché ci siano qualcosa di particolarmente riservato sull'argomento tattiche militari. Infatti, come sempre, la rete è piena di riferimenti vari. Per esempio puoi trovare di tutto sul "combattimento nei centri abitati". Le "librette" americane sono tra le più esaurienti. E' materiale declassificato (ossia non più sottoposto a limitazioni nella diffusione). Oppure altre sul combattimento in "terreno aperto", o in quello "montano". Tattiche nella giungla e nel deserto e così via...

Cosa hanno in comune queste "librette" o circolari? Il fatto di fornire indicazioni "generiche"...All'Accademia Militare (ai miei tempi) alcuni titolari di cattedra erano stati giovani ufficiali durante il secondo conflitto. Il loro commento a proposito della tattica era piuttosto "semplice", ovvero "la tattica è come la pelle dei co....oni". In altre parole è elastica...Fissare principi rigidi da seguire è la strada più semplice per conseguire l'insuccesso. La parola "iniziativa" è fondamentale, scritta a caratteri maiuscoli nei regolamenti di disciplina, almeno quelli occidentali. Noto o assegnato l'obiettivo, note le risorse umane e materiali a disposizione, noti i principi della tattica relativa al tipo di azione, noti quanto più possibile i punti di forza e di debolezza dell'avversario il comandante elabora il concetto di azione al proprio livello.

A prescindere dalla legge di Murphy, non è detto che tutto vada secondo i "piani". Ecco che entra in gioco l'iniziativa. Per non limitare l'iniziativa dei comandanti ai vari livelli il citato concetto di azione non deve essere troppo "dettagliato".

Se a quanto precede aggiungiamo che le situazioni che si presentano non sono mai "identiche" per una infinità di particolari diventa ovvio il fatto che le circolari sulle tattiche sono sempre in continua evoluzione o meglio si aggiungono alle altre note.

Così come si aggiungono le lezioni apprese sui campi di battaglia. Torniamo sempre al solito concetto sull'opportunità di conoscere la "storia". In questo caso la storia militare. Di esempi di comandanti che, per conseguire le loro vittorie, hanno sfruttato la conoscenza della storia ed il principio dell'iniziativa è piena...la storia.

Quindi per quanto concerne le "tattiche" ti è sufficiente digitare per esempio "urban operations" ed accedi al FM 3-06 USA. Un documento non troppo datato (2006) che illustra le tattiche concernenti le UO (Urban Operations) evoluzione delle precedenti MOUT...Lascia perdere le ricerche in italiano perché sono in maggioranza "aria fritta" da parte di personaggi vari o "centri di ricerca inutili".

Al limite, per avere una idea del "futuro" puoi dare una occhiata a questo studio della NATO RTO-TR-071 Urban Operations in the Year 2020. Nello studio trovi riferimenti ad altri studi su altri tipi di operazioni. Ho preso, infatti, le operazioni urbane come esempio dato che, oggigiorno, sono quelle che caratterizzano di più gli scontri. Anche in questo caso lascia perdere i commenti dei citati "centri di ricerca".

Questo per rispondere alla tua domanda sulle circolari relative alle tattiche militari.

Quello che, invece, suggerirei di leggere e tenere nella propria biblioteca sono gli scritti sulla "guerra" che racchiudono il pensiero di vari autorevoli personaggi.

Tanto per citarne alcuni, il classico "L'Arte della guerra" di Sunzi e poi "Della Guerra" di Von Clausewitz. Se hai fatto studi classici ricorderai senz'altro il "De Bello Gallico" di Giulio Cesare e, forse, anche il meno noto "Dell'arte della guerra" del Macchiavelli. Tutti testi da assaporare piano piano...

Un cordiale saluto, Silvio

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda christianerr » ven mag 29, 16:03:39

allora silvio,prima di tutto ti voglio ringraziare perchè ogni tuo commento su questo forum è un pozzo di informazioni da apprendere! (penso che tutti noi la pensiamo allo stesso modo).

quindi se ho capito l'unico manuale sulle tattiche,l'unico utile, è la storia. si impara dalle azione dei grandi condottieri e generali e poi tutto è rimesso all'iniziativa del militare in battaglia. in effetti non vi possono essere delle tattiche da applicare in situazioni standard in quanto ogni situazione è diversa,anche se solo in piccoli dettagli che alla fine posso fare la differenza.
Tanto per citarne alcuni, il classico "L'Arte della guerra" di Sunzi e poi "Della Guerra" di Von Clausewitz. Se hai fatto studi classici ricorderai senz'altro il "De Bello Gallico" di Giulio Cesare e, forse, anche il meno noto "Dell'arte della guerra" del Macchiavelli. Tutti testi da assaporare piano piano...
sono tutti testi che conosco,ammetto di non averli letti tutti, ma li ho il libreria. l'unico che non avevo mai sentito è questo Von Clausewitz e mi dovrò informare.
Fissare principi rigidi da seguire è la strada più semplice per conseguire l'insuccesso.

bellissima frase silvio,dove l'hai pescata? mi suona tanto di sun zu :D
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Luigi67 » ven mag 29, 17:53:02

Non solo i successi dei "grandi" ma dagli insuccessi sia di questi che degli altri :cinesino:

Imparare dai propri errori non è solo una frase fatta ma deve essere una linea guida ... secondo me ... ovviamente inutile cercare esempi attuali :censored
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Silvio Biagini » ven mag 29, 20:07:42

E' corretto Luigi, imparare dai propri errori non è assolutamente una frase fatta. Spesso, però, può essere troppo tardi, almeno in certe professioni. Saper imparare, senza superbia, da quegli degli altri è fondamentale. Infatti, le famose "lezioni apprese" sono proprio quelle che devono far riflettere prima di prendere determinate decisioni. I "comandanti" (non solo quelli militari) che non afferrano questo concetto fondamentale sono destinati, prima o poi, a fare dei clamorosi errori che, o per un verso o per l'altro, si ripercuotono sulle spalle dei "subordinati" (che non sono solo i soldati). Quindi, non solo imparare dai propri errori quanto evitare di ripetere gli errori fatti da altri.

Concordo sul lasciar perdere gli esempi attuali...in particolare quelli di certi supponenti/presuntuosi/altri concetti negativi (senza parolacce) che pronunciano frasi e discorsi che denotano la loro completa ignoranza della storia o di certi eventi e decisioni storiche che hanno portato il popolo, nel passato più o meno recente, a vivere anni di sofferenza...per fortuna che spesso cambiano parere il giorno dopo (forse vanno in rete a leggere qualcosa...).

La frase che indichi, Christian, non è di Sun Zu o Sunzi (secondo altre traduzioni del suo nome) ma è un "normale " concetto che si studia in scienza dell'organizzazione. Più uno schema è rigido tanto più si riducono le possibilità di successo per il semplice motivo che viene "tarpato" lo spirito di iniziativa dei dipendenti. Fondamentalmente il concetto di iniziativa si applica indistintamente a tutte le professioni. Anche quelle "libere" dove il professionista se la vede con se stesso, ovvero fa da direttore, da segretario/a, impiegato/a, etc. Prendi per esempio un avvocato non inserito in uno studio, un medico condotto, un giornalista o un fotografo free lance, etc. Tutti sono iscritti ad un ordine, hanno un sindacato e, a fattor comune, non appartengono ad una organizzazione. Il loro fattore di successo è essenzialmente legato alla capacità di iniziativa che hanno nel saper rendere le loro capacità professionali sempre valide sul mercato dando il meglio di loro stessi. Lo stesso concetto può essere applicato a qualsiasi categoria di lavoratori indipendenti, ovviamente. Sempre ovviamente il tutto visto sotto la luce dell'onestà e dell'integrità morale. Concetti che, spesso, non appartengono a certe categorie di persone "indesiderabili".

Se questi, quelli onesti ed integerrimi, fossero inseriti in una organizzazione dove qualcuno sopra di loro li obbliga a seguire schemi di lavoro rigidi che impediscono al dipendente di ragionare con la propria testa e contribuire all'elevazione, tramite la loro iniziativa, del livello di produzione i risultati dell'organizzazione sarebbero destinati a restare miseri e subordinati a quelli della concorrenza.

Questo concetto, come detto, si dovrebbe applicare in tutti i campi dove è concepita una attività "organizzata", anche nei partiti politici...purtroppo così non è come ci illustrano certi esempi attuali, molto attuali...

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda mimmo002 » ven mag 29, 21:56:14

"Più uno schema è rigido tanto più si riducono le possibilità di successo per il semplice motivo che viene "tarpato" lo spirito di iniziativa dei dipendenti."

ho copiato la frase soprascritta, ma al di la del sistema organizzativo dell'azienda...... cosa impedisce al dipendente di prendere l'iniziativa e salvare la situazione ?
la paura. a mio avviso la paura della responsabilita o di ipotetiche conseguenze.
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Non è la salute che va difesa a costo della Libertà,
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Luigi67
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Luigi67 » ven mag 29, 23:06:17

Prima andavo di fretta e non ho aggiunto una considerazione su cui sto ragionando in questi giorni (ragionare non è proprio il temine corretto, diciamo che sto metabolizzando ancora di più le mie convinzioni, amo mettermi in discussione):

ad un corso sul massaggio cardiaco e sull'utilizzo del defibrillatore (non è certo il mio campo di lavoro ma sono quelle cose che è sempre bene sapere) il psicologo del gruppo, in una brevissimo esposizione, parlava della necessita di "visione positiva" per superare le paure di sbagliare e quindi la "paralisi" dovuta proprio a tale paura

sicuramente è un fattore ben presente e che può sempre prendere il sopravvento in situazioni critiche

aggiungeva a questo il "problema" di pensare a quello che potrebbe andare male, quasi come scusante per rafforzare i timori e la conseguente "paralisi", quindi la necessità del pensiero positivo e pensare che tutto sarebbe andato bene

secondo me è proprio il calcolo di tutte le possibilità di errore, e la successiva razionalizzazione, a permettere di riuscire ad agire nel migliore dei modi ... non il solo pensiero positivo ... spero di essermi spiegato ...

faccio un esempio più semplice, se sto facendo un programmino banale che deve scrivermi un testo in una determinata casella posso agire in due modi, uno semplice ed uno molto più complicato

nel primo parto dal presupposto che tutto funzioni sempre bene e quindi la casella sia sempre li dove deve essere ed il testo sarà scritto correttamente

nel secondo prevedo tutte le possibili cose che possono andare male e inserisco nel programma molteplici controlli per scongiurare e "adeguare" , tramite soluzioni idonee, il tutto affinché si arrivi sempre al medesimo risultato

ho provato negli anni entrambe le possibilità e ho sempre preferito la soluzione più "difficile" ma con molte più soddisfazioni ... sfidare e vincere la legge di murphy non ha prezzo :risata:

ovvio che non si possono prevedere proprio tutte le problematiche ma una mente allenata oltre che innata ... e con qualche anno di esperienza di vita sulle spalle ... va quasi da sola e difficilmente non ci azzecca :wink:

ps. il tutto ovviamente funziona se la cosa la si conosce per bene (o la si studia in modo approfondito prima di procedere), riuscire a prevedere problemi in qualcosa che non si conosce è praticamente impossibile ... ad ognuno il suo mestiere :ok:
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Silvio Biagini
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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda Silvio Biagini » sab mag 30, 10:47:40

Buongiorno Mimmo, Luigi e tutti gli amici.

Il concetto di iniziativa, Mimmo, ha molte sfaccettature. Quella di "prendere in mano la situazione" è solo una di queste. Quella a cui accennavo io è un'altra di queste letture. Ovvero la ricerca del metodo per migliore per assolvere bene i propri "compiti" o "lavoro". Proprio l'articolo oggetto di questo argomento ci fa vedere, tra le sue righe, "l'iniziativa" del giornalista che, più o meno spontaneamente, fa riferimento nel suo lavoro di disinformazione (volevo dire informazione) ad un aspetto del passato della storia italiana in particolare e europea in generale. Con questa iniziativa ha reso il suo prodotto più interessante di altri. Quanto poi sia veritiero, anzi reale, o meno il riferimento ha comunque raggiunto il suo scopo, ovvero quello di sollecitare il nostro scambio di idee.

La sfaccettatura della "presa in mano della situazione", a mio parere, è relativa a situazioni "anomale". Di solito si verifica quando in un qualsiasi contesto, per qualsiasi ragione, viene a mancare improvvisamente "il logico ordine delle cose". Un esempio banale può essere un incidente stradale dove più veicoli restano coinvolti, o un terremoto, o un incendio o un altro qualsiasi evento che esula dalla quotidianità e che richiede l'avvio di una certa attività in attesa degli aiuti istituzionali. In questo caso ecco il soggetto "qualsiasi" che riesce a superare la "paralisi" del disorientamento iniziale e si fa parte attiva per aiutare il prossimo o anche coordinare i primi aiuti se si tratta di un qualcuno con indubbia esperienza in materia. Per esempio un medico che può anche avere chiara la logica del triage da attuare in situazioni di emergenza...

La paura, intesa come paura delle responsabilità, è, invece, un altra situazione che non necessariamente è collegabile o collegata direttamente al concetto di iniziativa. Per prima cosa si deve fare un distinguo tra paura e senso della responsabilità. Sappiamo che la responsabilità dell'assolvimento del compito o dell'incarico è un concetto insito in ogni tipologia di mestiere. In alcuni casi di professioni o mestieri può essere associato alla deontologia o all'etica professionale. Ovvero, l'intraprendere un mestiere comporta sempre un impegno ad assolverlo nel migliore dei modi e nel rispetto delle regole che governano la società intesa come insieme di uomini e di donne che formano la nazione di appartenenza. Si torna a quell'aspetto di integrità morale ed onestà che "dovrebbe" essere patrimonio di tutti.

Fissato il concetto di responsabilità cosa si può intendere per paura della stessa? Secondo la mia esperienza la paura delle responsabilità emerge quando l'individuo non è "convinto" di quello che deve fare. Il famoso "non sa che pesci prendere" subentra nel momento in cui lo spirito di iniziativa langue o per conoscenza o per determinazione. Varia al variare delle scelte di vita professionali che possono influire (anzi influiscono) sul carico delle responsabilità individuali. In questo caso, per reagire, è fondamentale l'equilibrio del carattere. Ci può può essere l'incosciente che reagisce in modo incoerente e peggiora le cose (magari in preda al delirio di onnipotenza) come ci può essere l'ignavo che si fa travolgere dalle cose perché incapace di assumersi le sue responsabilità una volta messo alla prova. L'individuo equilibrato, conscio delle sue responsabilità che ha accettato nel "pacchetto mestiere", senso delle responsabilità, si adopera anche in mancanza di indicazioni o di aiuti esterni, per risolvere o quanto meno contenere l'eventuale situazione negativa che si è venuta a creare. In caso di normalità si adopera per fare non "quanto necessario" ma di più a favore della comunità nel cui contesto opera.

Ovviamente la "visione positiva", menzionata dallo psicologo cui fa riferimento Luigi, è fondamentale per superare la "paura" che è, prima di tutto, un nemico della psiche e poi del fisico. La paura data dall'incertezza del "ce la farò o non ce la farò a fare quello che devo fare"...quando a questa si aggiunge la paura delle conseguenze (anche qui non solo fisiche) allora tutto assume un aspetto negativo che fa dimenticare il senso delle responsabilità.

In alcuni casi, è proprio la paura intesa come "imminente pericolo di perdita della propria vita" che prende il sopravvento e porta la panico individuale che può sfociare tranquillamente nel panico collettivo. Che esista la paura è un bene perché, se controllata, aiuta a mantenere l'equilibrio nella ricerca della soluzione equilibrata. E' proprio questo controllo che vita di cadere nei due estremi di cui sopra relativi all'incosciente che ignora ala paura e l'ignavo schiavo della stessa. Ho semplificato un poco il concetto di ignavo che in realtà è un po' più complesso.

Un chiaro esempio di mancanza di equilibrio interno per l'assolvimento del proprio carico di responsabilità lo abbiamo visto con l'episodio del naufragio della "Concordia". Di esempi, diversi nella loro tipologia ma simili nei risultati, li troviamo tutti i giorni in tutti i campi...nel passato e nel presente...e quando si verificano nel presente è spesso dovuto al fatto che le lezioni del passato (positive e negative) nello specifico settore "lavorativo" non state apprese correttamente...

Ecco Luigi, quello del naufragio della "Concordia" è proprio un tipo di lezione sugli errori che serve agli altri. Per l'autore del naufragio penso sia un po' tardi per imparare qualcosa dai suoi errori.

Auguro a tutti una buona giornata. Silvio

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Re: ritrovamento arsenale

Messaggioda NdK » sab mag 30, 23:14:34

"Nessun piano di battaglia sopravvive al contatto col nemico" (liberamente tradotto da Shlock Mercenary, "The seventy maxims of maximally effective mercenaries"). :)

@Luigi: personalmente preferisco "imbastire" il programma per il caso che tutto sia a posto, "farcendolo" di assert. Poi, se funziona (in tutti i casi da testare), converto le assert in controlli per parare i casi non (ancora) testati.
Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui.

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"La prima e più grande sicura nella pistola d'ordinanza è quella del dito, collegato al cervello!" (M.Zanette)