Sig Sauer P 226

Armi corte

Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » dom giu 14, 09:27:28

Salve ragazzi, sto valutando la possibilità di acquistare una Sig. Sauer p 226, non sportiva, ho letto qualcosina su altri post ma vorrei approfondire per bene l'argomento. Chiedo, dunque, aiuto agli amci del forum per meglio comprendere...... Grazie per il vostro contributo.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda ordotempli » dom giu 14, 12:08:20

Per me è ASSOLUTAMENTE il meglio che si può trovare. No ho possedute ben tre , da oltre trenta anni resta la mia preferita e, subito dopo, Remington (ritrovamento) cal. .45 e dopo la stupenda HP 35 canadese
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » dom giu 14, 12:30:13

Concordo con Ordo, dopo la SIG P210, ritengo la Sig Sauer P226 il meglio in materia di armi corte. Concordo anche sull'ordine di preferenze...
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » dom giu 14, 14:31:42

Quali sono i punti forti che rendono la P 226 il meglio delle armi corte? Qualche controindicazione da tener presente? Al momento possiedo una Cz Sp01,una Caracal F QS entrambe in cal. 9x21, comuni, una Smith & Wesson MP 45 da 4 pollici con cui sparo benissimo, la mia esigenza è quella di semplificare. Secondo la vostra opinione, un'eventuale sacrificio a favore della P 226 è giustificato?

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda rommel » dom giu 14, 17:10:11

non so secondo me per certi aspetti la sp01 gli va alla pari alla P2226, se non addirittura superiore... come qualità delle lavorazioni meglio Sig, come bilanciamento generale per me meglio cz, a quest ultima per un uso operativo (colpo in canna cane abbattutto) manca forse proprio l abbatticane.... pero' direi due ottimi progetti decisamente sopra a peretta...
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda christianerr » dom giu 14, 19:52:17

mi piace molto la sig 226 e ne sento sempre parlare benissimo! anche se preferisco la 229,più compatta ed estiticamente più proporzionata secondo me ma ovviamente de gustibus :mrgreen: :ok:
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » dom giu 14, 20:30:09

Non ho mai provato la CZ Sp-01. Nel mio piccolo ho avuto la possibilità, in svariate occasioni, di provare le armi di altre forze armate. L'elenco di corte e lunghe è particolarmente lungo. Tra queste la CZ75. Non ho "critiche" particolari a riguardo di questa ottima bifilare. Però, dal punto di vista dell'impiego operativo visto in tutti i suoi aspetti, preferisco la P226. Devo dire che, per il tiro, mi risulta un po' fastidiosa l'altezza della linea di mira e, per l'estetica, la "pesantezza" della forma del grilletto...Per il resto. Non consiglio la Sig Sauer P226 tutta in acciaio. E' particolarmente pesante (1196 grammi, 232grammi più della versione con fusto in lega) un peso inutile per una munizione come il 9x19 o il 9x21. Amante del tutto acciaio e vero legno ne ho avuta una con guancette in noce Sig Sauer, l'ho cambiata dopo poco tempo con una COLT M1911.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » lun giu 15, 07:48:03

rommel ha scritto:non so secondo me per certi aspetti la sp01 gli va alla pari alla P2226, se non addirittura superiore... come qualità delle lavorazioni meglio Sig, come bilanciamento generale per me meglio cz, a quest ultima per un uso operativo (colpo in canna cane abbattutto) manca forse proprio l abbatticane.... pero' direi due ottimi progetti decisamente sopra a peretta...


Grazie rommel. A proposito di abbaticane, quello a leva della Sig. P226 manda in "folle" analogamente alla Beretta 92 oppure ha un funzionamento diverso?

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Viper » lun giu 15, 08:23:38

Ho avuto una P226 SL , gran bella arma, ma per un uso ludico potresti non trovarti meglio che con la Shadow. Come già detto, linea alta di mira, oltre che scatto piuttosto impegnativo. Ciò detto, e' sempre un gran bel pezzo, soprattutto se si riesce a trovarla poco usata ad un prezzo equo. Dalla tua lista, mio pare personale epurerei la Caracal, volendo limiate i danni al portafoglio.
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » lun giu 15, 09:10:11

Viper ha scritto:Ho avuto una P226 SL , gran bella arma, ma per un uso ludico potresti non trovarti meglio che con la Shadow. Come già detto, linea alta di mira, oltre che scatto piuttosto impegnativo. Ciò detto, e' sempre un gran bel pezzo, soprattutto se si riesce a trovarla poco usata ad un prezzo equo. Dalla tua lista, mio pare personale epurerei la Caracal, volendo limiate i danni al portafoglio.


Ciao Viper, condivido perfettamente il tuo punto di vista. L'ergonomia della Cz è prefetta per la mia mano. Vocata al tiro dinamico e meno ad un ambito operativo, è un'arma ottima, ben bilanciata. La MP 45 è addirittura migliore per ciò che concerne la velocità di acquisizione del bersaglio. Infatti, provandola sulle sagome utilizzate nel tiro dinamico, mai praticato sino a poco tempo fa, sono riuscito ad abbattere tutti i bersagli con relativa facilità divertendomi un mondo. Staremo a vedere. La ricerca di un buon usato è certamente la soluzione ottimale.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » lun giu 15, 09:56:29

La leva abbatticane della Beretta 92 prende il funzionamento delle Walther. E', prima di tutto, una sicura che, inserita, abbatte il cane, disconnette la leva di scatto e disarma il percussore. Nella Sig Sauer abbatte il cane ma non inserisce alcuna sicura, per cui premendo il grilletto si può armare il cane in DA. Nella Beretta 92, se si vuole rendere l'arma operativa in DA con mezza monta inserita e colpo in canna, dopo aver abbassato la leva della sicura la si deve rialzare in posizione di fuoco.

Concordo con Viper sulla eliminazione della Caracal dato che hai già una "plastica" (la S&W). Al suo posto una Sig P226 completerebbe una varietà di corte. Non si deve dimenticare che la Sp-01 è una variante della P-01, versione militare "moderna" della CZ75 che risponde allo STANAG NATO, con l'unica differenza che è tutta in acciaio rispetto alla versione militare...fondamentalmente non è una leva abbatticae che rende una corta più o meno idonea ad un ambito operativo. E' una sommatoria di particolari che fanno la differenza...poi non credo sia difficile reperire una buona P226 usata (qualche mese fa ho visto sul mercato quelle di ordinanza dismesse in condizione di nuovo...).

Un cordiale saluto, Silvio
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » lun giu 15, 12:26:52

Silvio Biagini ha scritto:La leva abbatticane della Beretta 92 prende il funzionamento delle Walther. E', prima di tutto, una sicura che, inserita, abbatte il cane, disconnette la leva di scatto e disarma il percussore. Nella Sig Sauer abbatte il cane ma non inserisce alcuna sicura, per cui premendo il grilletto si può armare il cane in DA. Nella Beretta 92, se si vuole rendere l'arma operativa in DA con mezza monta inserita e colpo in canna, dopo aver abbassato la leva della sicura la si deve rialzare in posizione di fuoco.

Concordo con Viper sulla eliminazione della Caracal dato che hai già una "plastica" (la S&W). Al suo posto una Sig P226 completerebbe una varietà di corte. Non si deve dimenticare che la Sp-01 è una variante della P-01, versione militare "moderna" della CZ75 che risponde allo STANAG NATO, con l'unica differenza che è tutta in acciaio rispetto alla versione militare...fondamentalmente non è una leva abbatticae che rende una corta più o meno idonea ad un ambito operativo. E' una sommatoria di particolari che fanno la differenza...poi non credo sia difficile reperire una buona P226 usata (qualche mese fa ho visto sul mercato quelle di ordinanza dismesse in condizione di nuovo...).

Un cordiale saluto, Silvio


Quali sono, a suo avviso, gli elementi essenziali che fanno la differenza in ambito operativo?

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » lun giu 15, 15:03:59

Ringrazio per il "lei" (sinonimo di "vecchiaia") ma non serve.

Quali sono gli elementi che fanno la differenza in ambito operativo? Domanda interessante...La differenza la fanno, essenzialmente, i requisiti che deve possedere una arma da fianco. Di solito, questi requisiti, sono imposti dai selettori della nuova arma (Ministero della Difesa o equivalenti per gli altri corpi armati della nazione interessata). Vengono predisposti sulla base delle lezioni apprese in svariate situazioni che hanno dimostrato l'inadeguatezza del materiale in servizio e sono quindi necessari per migliorare le possibilità di risposta. Stabiliti i requisiti si procede ad una serie di prove comparative con quanto di più rispondente attingendo dai materiali più moderni in servizio presso altre nazioni. In alcuni casi si può anche richiedere alle industrie nazionali di sviluppare progetti specifici. Nel caso della tanto vituperata Beretta 92, per esempio, gli USA la adottarono ufficialmente dopo che questa risultò superiore alle concorrenti in ben tre diversi "concorsi". In uno di questi (il secondo se non ricordo male) riuscì a superare anche la SigSauer P226.

La scelta di una nuova arma da fianco, come qualsiasi altro materiale di equipaggiamento individuale, si basa anche sui risultati dell'impiego di vari campioni di fabbriche diverse, per un lungo periodo, in sostituzione della precedente. La prova "in servizio" è condotta presso una rappresentanza di reparti scelti tra quelli impiegati in varie realtà operative/addestrative. Questi risultati di "stress" sul campo vengono uniti ai risultati di "stress" forzati simulando varie tipologie di situazioni operative "decisamente estreme" (come le prove di fuoco continuato, lo sparo dopo immersione prolungata in acqua salina o nel fango o a temperature limite o altro ancora).

La sommatoria dei rapporti derivanti dalle prove dei vari materiali con i relativi pro e contro può portare all'adozione di un'arma nuova sic e sempliciter oppure alla richiesta di alcune piccole modifiche emerse durante le prove da apportare sul tipo prescelto (se più di uno, quasi ex equo come nel caso della Beretta e della Sig Sauer, si procede poi ad una nuova serie di test).

Quindi la rispondenza operativa, essenzialmente, è la risposta "positiva" che la scelta di un determinato tipo di arma da fianco offre alle esigenze di chi la deve utilizzare. Esigenze che il precedente tipo di armamento non è più in grado di soddisfare non solo per decadimento "strutturale" (anzianità di servizio) ma anche per mutate tecniche di combattimento. Un esempio può essere il concetto che l'arma corta non deve essere considerata solo un semplice mezzo di difesa per l'utilizzatore (mentalità ancora presente dopo il seconda dopoguerra in alcune nazioni dei due blocchi) ma anche, anzi soprattutto, un mezzo di offesa in grado di utilizzare le stesse munizioni di altre armi individuali come le pistole mitragliatrici con un range di tiro più profondo ed un elevato numero di colpi a disposizione.

Un altro motivo che può spingere alla scelta di un nuovo tipo di arma da fianco (e quindi diventa la specifica più importante) è l'adozione di un nuovo calibro imposta sia dalle scelte di una alleanza alla quale si appartiene come anche dalla logica della standardizzazione logistica...

Ed altro ancora...da qui il rapporto dell'utilizzatore, unito a tutte le altre risposte provenienti dai vari test porta alla scelta della nuova arma, è fondamentale per capire se si è sulla strada giusta o meno.

Come per ogni cosa, in maniera più o meno accentuata secondo l' "educazione generale" dell'utilizzatore medio, non mancano mai le critiche al materiale adottato. Per esempio io non mi sono mai trovato male con nessuna Beretta 92 dei tre modelli utilizzati (S, SB e FS). E' chiaro che la FS era "meglio" delle altre due, tuttavia...Se mi fosse stata data la possibilità l'avrei sostituita solo con una Sig P226 come quella utilizzata da altre nazioni. Invece alcuni reparti avevano cominciato ad avere le Glock che non avrei mai scambiato con la mia FS.

Detto questo, cosa porta anche alla scelta di un determinato tipo di arma corta da sperimentare e poi adottare? Possono essere determinanti il numero delle nazioni che hanno adottato quella specifica arma (anche suoi cloni costruiti su licenza), il numero di anni che è in servizio come progetto di base (seguendo questa logica qualche unità, corpo speciale, forza di polizia, ha riesumato il progetto Browning M1911 per determinati impieghi), la possibilità di poter procedere alla costruzione/distribuzione avvalendosi di proprie catene industriali (quindi aspetto logistico), etc. Anche se resta un concetto un poco opinabile, possono essere determinanti i costi per quelle nazioni che non hanno una propria capacità industriale. E' opinabile perché in alcune nazioni sono presenti varie fabbriche. Se prendiamo gli USA, per esempio, vediamo che hanno in servizio la Beretta M9 presso le Forze Armate ed alcuni corpi di polizia. La Sig Sauer compare presso Corpi Speciali ed altri corpi di polizia così come vari modelli di Glock sono utilizzati da altri corpi di polizia. Eppure, negli USA, sono presenti le fabbriche di tutte e tre le marche. Questo significa che la M9, per gli USA, ha risposto meglio alle specifiche (la Glock non mi risulta abbia mai partecipato nonostante fosse già in distribuzione all'epoca).

La differenza, come scelta operativa, la vediamo a livello mondiale con la Glock in testa utilizzata in ben 53 nazioni, segue la Beretta in 44 e la Sig Sauer in 29. La CZ mi risulta solo in una....

Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » lun giu 15, 17:15:05

Silvio Biagini ha scritto:Ringrazio per il "lei" (sinonimo di "vecchiaia") ma non serve.

Quali sono gli elementi che fanno la differenza in ambito operativo? Domanda interessante...La differenza la fanno, essenzialmente, i requisiti che deve possedere una arma da fianco. Di solito, questi requisiti, sono imposti dai selettori della nuova arma (Ministero della Difesa o equivalenti per gli altri corpi armati della nazione interessata). Vengono predisposti sulla base delle lezioni apprese in svariate situazioni che hanno dimostrato l'inadeguatezza del materiale in servizio e sono quindi necessari per migliorare le possibilità di risposta. Stabiliti i requisiti si procede ad una serie di prove comparative con quanto di più rispondente attingendo dai materiali più moderni in servizio presso altre nazioni. In alcuni casi si può anche richiedere alle industrie nazionali di sviluppare progetti specifici. Nel caso della tanto vituperata Beretta 92, per esempio, gli USA la adottarono ufficialmente dopo che questa risultò superiore alle concorrenti in ben tre diversi "concorsi". In uno di questi (il secondo se non ricordo male) riuscì a superare anche la SigSauer P226.

La scelta di una nuova arma da fianco, come qualsiasi altro materiale di equipaggiamento individuale, si basa anche sui risultati dell'impiego di vari campioni di fabbriche diverse, per un lungo periodo, in sostituzione della precedente. La prova "in servizio" è condotta presso una rappresentanza di reparti scelti tra quelli impiegati in varie realtà operative/addestrative. Questi risultati di "stress" sul campo vengono uniti ai risultati di "stress" forzati simulando varie tipologie di situazioni operative "decisamente estreme" (come le prove di fuoco continuato, lo sparo dopo immersione prolungata in acqua salina o nel fango o a temperature limite o altro ancora).

La sommatoria dei rapporti derivanti dalle prove dei vari materiali con i relativi pro e contro può portare all'adozione di un'arma nuova sic e sempliciter oppure alla richiesta di alcune piccole modifiche emerse durante le prove da apportare sul tipo prescelto (se più di uno, quasi ex equo come nel caso della Beretta e della Sig Sauer, si procede poi ad una nuova serie di test).

Quindi la rispondenza operativa, essenzialmente, è la risposta "positiva" che la scelta di un determinato tipo di arma da fianco offre alle esigenze di chi la deve utilizzare. Esigenze che il precedente tipo di armamento non è più in grado di soddisfare non solo per decadimento "strutturale" (anzianità di servizio) ma anche per mutate tecniche di combattimento. Un esempio può essere il concetto che l'arma corta non deve essere considerata solo un semplice mezzo di difesa per l'utilizzatore (mentalità ancora presente dopo il seconda dopoguerra in alcune nazioni dei due blocchi) ma anche, anzi soprattutto, un mezzo di offesa in grado di utilizzare le stesse munizioni di altre armi individuali come le pistole mitragliatrici con un range di tiro più profondo ed un elevato numero di colpi a disposizione.

Un altro motivo che può spingere alla scelta di un nuovo tipo di arma da fianco (e quindi diventa la specifica più importante) è l'adozione di un nuovo calibro imposta sia dalle scelte di una alleanza alla quale si appartiene come anche dalla logica della standardizzazione logistica...

Ed altro ancora...da qui il rapporto dell'utilizzatore, unito a tutte le altre risposte provenienti dai vari test porta alla scelta della nuova arma, è fondamentale per capire se si è sulla strada giusta o meno.

Come per ogni cosa, in maniera più o meno accentuata secondo l' "educazione generale" dell'utilizzatore medio, non mancano mai le critiche al materiale adottato. Per esempio io non mi sono mai trovato male con nessuna Beretta 92 dei tre modelli utilizzati (S, SB e FS). E' chiaro che la FS era "meglio" delle altre due, tuttavia...Se mi fosse stata data la possibilità l'avrei sostituita solo con una Sig P226 come quella utilizzata da altre nazioni. Invece alcuni reparti avevano cominciato ad avere le Glock che non avrei mai scambiato con la mia FS.

Detto questo, cosa porta anche alla scelta di un determinato tipo di arma corta da sperimentare e poi adottare? Possono essere determinanti il numero delle nazioni che hanno adottato quella specifica arma (anche suoi cloni costruiti su licenza), il numero di anni che è in servizio come progetto di base (seguendo questa logica qualche unità, corpo speciale, forza di polizia, ha riesumato il progetto Browning M1911 per determinati impieghi), la possibilità di poter procedere alla costruzione/distribuzione avvalendosi di proprie catene industriali (quindi aspetto logistico), etc. Anche se resta un concetto un poco opinabile, possono essere determinanti i costi per quelle nazioni che non hanno una propria capacità industriale. E' opinabile perché in alcune nazioni sono presenti varie fabbriche. Se prendiamo gli USA, per esempio, vediamo che hanno in servizio la Beretta M9 presso le Forze Armate ed alcuni corpi di polizia. La Sig Sauer compare presso Corpi Speciali ed altri corpi di polizia così come vari modelli di Glock sono utilizzati da altri corpi di polizia. Eppure, negli USA, sono presenti le fabbriche di tutte e tre le marche. Questo significa che la M9, per gli USA, ha risposto meglio alle specifiche (la Glock non mi risulta abbia mai partecipato nonostante fosse già in distribuzione all'epoca).

La differenza, come scelta operativa, la vediamo a livello mondiale con la Glock in testa utilizzata in ben 53 nazioni, segue la Beretta in 44 e la Sig Sauer in 29. La CZ mi risulta solo in una....

Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...

Un cordiale saluto, Silvio


Grazie per la risposta, chiara ed esaustiva :cinesino: Meno male che Silvio c'è...... :wink:
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » lun giu 15, 17:33:42

Per cortesia non facciamo accostamenti equivoci...

Un cordiale saluto, Silvio
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » lun giu 15, 18:18:21

Silvio Biagini ha scritto:Per cortesia non facciamo accostamenti equivoci...

Un cordiale saluto, Silvio


Ci mancherebbe altro..... :birra: :wink:

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda G962 » lun giu 15, 23:46:31

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda christianerr » mar giu 16, 08:59:51

Silvio Biagini ha scritto:Ringrazio per il "lei" (sinonimo di "vecchiaia") ma non serve.

Quali sono gli elementi che fanno la differenza in ambito operativo? Domanda interessante...La differenza la fanno, essenzialmente, i requisiti che deve possedere una arma da fianco. Di solito, questi requisiti, sono imposti dai selettori della nuova arma (Ministero della Difesa o equivalenti per gli altri corpi armati della nazione interessata). Vengono predisposti sulla base delle lezioni apprese in svariate situazioni che hanno dimostrato l'inadeguatezza del materiale in servizio e sono quindi necessari per migliorare le possibilità di risposta. Stabiliti i requisiti si procede ad una serie di prove comparative con quanto di più rispondente attingendo dai materiali più moderni in servizio presso altre nazioni. In alcuni casi si può anche richiedere alle industrie nazionali di sviluppare progetti specifici. Nel caso della tanto vituperata Beretta 92, per esempio, gli USA la adottarono ufficialmente dopo che questa risultò superiore alle concorrenti in ben tre diversi "concorsi". In uno di questi (il secondo se non ricordo male) riuscì a superare anche la SigSauer P226.

La scelta di una nuova arma da fianco, come qualsiasi altro materiale di equipaggiamento individuale, si basa anche sui risultati dell'impiego di vari campioni di fabbriche diverse, per un lungo periodo, in sostituzione della precedente. La prova "in servizio" è condotta presso una rappresentanza di reparti scelti tra quelli impiegati in varie realtà operative/addestrative. Questi risultati di "stress" sul campo vengono uniti ai risultati di "stress" forzati simulando varie tipologie di situazioni operative "decisamente estreme" (come le prove di fuoco continuato, lo sparo dopo immersione prolungata in acqua salina o nel fango o a temperature limite o altro ancora).

La sommatoria dei rapporti derivanti dalle prove dei vari materiali con i relativi pro e contro può portare all'adozione di un'arma nuova sic e sempliciter oppure alla richiesta di alcune piccole modifiche emerse durante le prove da apportare sul tipo prescelto (se più di uno, quasi ex equo come nel caso della Beretta e della Sig Sauer, si procede poi ad una nuova serie di test).

Quindi la rispondenza operativa, essenzialmente, è la risposta "positiva" che la scelta di un determinato tipo di arma da fianco offre alle esigenze di chi la deve utilizzare. Esigenze che il precedente tipo di armamento non è più in grado di soddisfare non solo per decadimento "strutturale" (anzianità di servizio) ma anche per mutate tecniche di combattimento. Un esempio può essere il concetto che l'arma corta non deve essere considerata solo un semplice mezzo di difesa per l'utilizzatore (mentalità ancora presente dopo il seconda dopoguerra in alcune nazioni dei due blocchi) ma anche, anzi soprattutto, un mezzo di offesa in grado di utilizzare le stesse munizioni di altre armi individuali come le pistole mitragliatrici con un range di tiro più profondo ed un elevato numero di colpi a disposizione.

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Ed altro ancora...da qui il rapporto dell'utilizzatore, unito a tutte le altre risposte provenienti dai vari test porta alla scelta della nuova arma, è fondamentale per capire se si è sulla strada giusta o meno.

Come per ogni cosa, in maniera più o meno accentuata secondo l' "educazione generale" dell'utilizzatore medio, non mancano mai le critiche al materiale adottato. Per esempio io non mi sono mai trovato male con nessuna Beretta 92 dei tre modelli utilizzati (S, SB e FS). E' chiaro che la FS era "meglio" delle altre due, tuttavia...Se mi fosse stata data la possibilità l'avrei sostituita solo con una Sig P226 come quella utilizzata da altre nazioni. Invece alcuni reparti avevano cominciato ad avere le Glock che non avrei mai scambiato con la mia FS.

Detto questo, cosa porta anche alla scelta di un determinato tipo di arma corta da sperimentare e poi adottare? Possono essere determinanti il numero delle nazioni che hanno adottato quella specifica arma (anche suoi cloni costruiti su licenza), il numero di anni che è in servizio come progetto di base (seguendo questa logica qualche unità, corpo speciale, forza di polizia, ha riesumato il progetto Browning M1911 per determinati impieghi), la possibilità di poter procedere alla costruzione/distribuzione avvalendosi di proprie catene industriali (quindi aspetto logistico), etc. Anche se resta un concetto un poco opinabile, possono essere determinanti i costi per quelle nazioni che non hanno una propria capacità industriale. E' opinabile perché in alcune nazioni sono presenti varie fabbriche. Se prendiamo gli USA, per esempio, vediamo che hanno in servizio la Beretta M9 presso le Forze Armate ed alcuni corpi di polizia. La Sig Sauer compare presso Corpi Speciali ed altri corpi di polizia così come vari modelli di Glock sono utilizzati da altri corpi di polizia. Eppure, negli USA, sono presenti le fabbriche di tutte e tre le marche. Questo significa che la M9, per gli USA, ha risposto meglio alle specifiche (la Glock non mi risulta abbia mai partecipato nonostante fosse già in distribuzione all'epoca).

La differenza, come scelta operativa, la vediamo a livello mondiale con la Glock in testa utilizzata in ben 53 nazioni, segue la Beretta in 44 e la Sig Sauer in 29. La CZ mi risulta solo in una....

Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...

Un cordiale saluto, Silvio


:ok: :birra: :cinesino: :cinesino: :cinesino: :cinesino: :cinesino:
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Mr45 » mar giu 16, 12:57:30

Silvio Biagini ha scritto:
...Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...

Un cordiale saluto, Silvio



...io metterei al primo posto la CZ :D :D :D
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » mar giu 16, 13:05:01

Lo immaginavo...che saresti venuto allo scoperto!

Un cordiale saluto, Silvio
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » mar giu 16, 13:41:43

Mr45 ha scritto:
Silvio Biagini ha scritto:
...Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...

Un cordiale saluto, Silvio



...io metterei al primo posto la CZ :D :D :D


Ciao Claudio, mi piacerebbe conoscere nei dettagli il tuo punto di vista.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda christianerr » mar giu 16, 13:44:48

Albatros ha scritto:
Mr45 ha scritto:
Silvio Biagini ha scritto:
...Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...

Un cordiale saluto, Silvio



...io metterei al primo posto la CZ :D :D :D


Ciao Claudio, mi piacerebbe conoscere nei dettagli il tuo punto di vista.

Donatello :italia:


io la cz la vedo più come un'arma prettamente per il tiro e non assimilabile alla categoria delle armi per uso militare e/o per forze di polizia...non so il perchè :mrgreen:
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Mr45 » mar giu 16, 15:29:28

Albatros ha scritto:
Mr45 ha scritto:
Silvio Biagini ha scritto:
...Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...

Un cordiale saluto, Silvio



...io metterei al primo posto la CZ :D :D :D


Ciao Claudio, mi piacerebbe conoscere nei dettagli il tuo punto di vista.

Donatello :italia:


E' una delle pochissime pistole progettate con particolare riguardo in merito all'ergonomia, eccellente impugnatura e puntabilità, robusta, precisa, fatta bene, ha la DA che non serve a nulla ma c'è... non credo che sia necessario dire altro :D
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » mer giu 17, 13:47:31

Silvio Biagini ha scritto:Concordo con Ordo, dopo la SIG P210, ritengo la Sig Sauer P226 il meglio in materia di armi corte. Concordo anche sull'ordine di preferenze...
Silvio


In che cosa la Sig 210 e' da preferirsi rispetto alla Sig P 226?

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda ordotempli » mer giu 17, 17:40:18

La Sig 210-1, che per ragioni "particolari" posi in vendita nell'ormai lontano '89, è stato il top della produzione armiera di tutti i tempi. Una maccchina assolutamente perfetta. La comperai nel 1972 al prezzo (allora elevato considerando che il mio stipendio di ufficiale di complemento era di ben £ 110.000) al prezzo di £ 150.000 in calibro 7,65 pb. Avevo, a quel tempo anche la canna in 9 pb (e relativa licenza per collezione armi da guerra), la prima conversione in cal. .22 (£ 60.000), fondina in cuoio chiaro, pertanto era un oggetto, allora ed ancora, di grande valore. La prima volta che ci sparai si inceppò spesso ... era in inverno e la temperatura era intorno allo zero. Avevo lubrificato il carrello con un filino d'olio .... la temperatura aveva fatto condensare l'olio che ostacolava lo scorrimento del carrello ... le guide del carrello erano a "tolleranza zero" o, se si preferisce a "rifiuto d'olio". Troppo perfetta e costosa per un esercito, delicata, ottima per il tiro, ma rimase in servizio pochi anni.

La Sig 226 è molto diversa, sia tecnologicamente che per concezione. Diciamo che risponde meglio ad un uso molto più spartano, adatta anche per essere utilizzata da un esercito. Ma per comprenderne le effettive qualità è necessario utilizzarla : le parole servono a poco.
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » mer giu 17, 17:59:17

Mi aggrego a Ordo. La Sig P210 è considerata una "leggenda". Non avrebbe potuto essere altrimenti, destinata com'era a sostituire la Luger Svizzera. E come tutte le armi svizzere non poteva non essere un concentrato di tolleranze precise. Io non ho mai avuto una Sig P210, ho solo avuto la possibilità di sparare diversi caricatori con la M49 di un collega danese. Con tutta franchezza non credo di aver mai provato una immediata confidenza o feeling con un'arma corta come in quella occasione.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda G962 » mer giu 17, 21:17:23

Io ho una 210/6 del 68/69 in 7,65 Pb delle primissime serie, ancora con il mirino fisso incastrato sul carrello e con finitura bicolore.

Ho fatto i salti mortali per comprarla ed importarla dalla Svizzera. Da allora ho sparato pochissimo con lei, circa 300 colpi ma vi garantisco che appena riesco a trovare un paio di scatole di 7,65 pb con dei bei bossoli la riporto al volo al poligono.

Scatto magnifico, finiture favolose, solo parti scavate dal pieno, mire maggiorate. Che chiedere di più?
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda mimmo002 » mer giu 17, 22:06:09

ma.... nesuno che inserisce immagini, anche prese dal web :lol:
......................................
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » gio giu 18, 09:03:54

@ Mr45
Cosa ne pensi della P 226?

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » gio giu 18, 11:19:10

Silvio Biagini ha scritto:Mi aggrego a Ordo. La Sig P210 è considerata una "leggenda". Non avrebbe potuto essere altrimenti, destinata com'era a sostituire la Luger Svizzera. E come tutte le armi svizzere non poteva non essere un concentrato di tolleranze precise. Io non ho mai avuto una Sig P210, ho solo avuto la possibilità di sparare diversi caricatori con la M49 di un collega danese. Con tutta franchezza non credo di aver mai provato una immediata confidenza o feeling con un'arma corta come in quella occasione.

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Immagino che il modello cui entrambi vi riferite sia questo
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » gio giu 18, 11:30:10

ordotempli ha scritto:La Sig 210-1, che per ragioni "particolari" posi in vendita nell'ormai lontano '89, è stato il top della produzione armiera di tutti i tempi. Una maccchina assolutamente perfetta. La comperai nel 1972 al prezzo (allora elevato considerando che il mio stipendio di ufficiale di complemento era di ben £ 110.000) al prezzo di £ 150.000 in calibro 7,65 pb. Avevo, a quel tempo anche la canna in 9 pb (e relativa licenza per collezione armi da guerra), la prima conversione in cal. .22 (£ 60.000), fondina in cuoio chiaro, pertanto era un oggetto, allora ed ancora, di grande valore. La prima volta che ci sparai si inceppò spesso ... era in inverno e la temperatura era intorno allo zero. Avevo lubrificato il carrello con un filino d'olio .... la temperatura aveva fatto condensare l'olio che ostacolava lo scorrimento del carrello ... le guide del carrello erano a "tolleranza zero" o, se si preferisce a "rifiuto d'olio". Troppo perfetta e costosa per un esercito, delicata, ottima per il tiro, ma rimase in servizio pochi anni.

La Sig 226 è molto diversa, sia tecnologicamente che per concezione. Diciamo che risponde meglio ad un uso molto più spartano, adatta anche per essere utilizzata da un esercito. Ma per comprenderne le effettive qualità è necessario utilizzarla : le parole servono a poco.


Grazie ordo, sarebbe bello poterle provare e ancor più possederle entrambe. Cosa ne pensi della P 210 in foto, confrontata con la P 226?

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda ordotempli » gio giu 18, 12:29:23

Cosa penso l'ho descritto in precedenza ... la versione della P 210 nella tua immagine è una versione "commemorativa" ... mentre la P 226 in foto mi sembra quella giusta ma, non so se sia un errore nella foto, mi sembra un tantino più corta .. forse una versione "combat" ? (nella tua foto viene indicata, erroneamente, come P 210-2)
La P 210-2 à la medesima della P 210-1 ma è brunita opaca.
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda ordotempli » gio giu 18, 12:34:22

La P 210 è un'arma che è quasi un eresia se intendi utilizzarla ... è un'arma da ammirare
La P 226 puoi usarla per un porto frequente e per un uso in poligono abbastanza intenso, è robusta e, come dicevo, spartana.
Entrambe hanno un difetto : il costo (con le dovute differenze) :paura:
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Viper » gio giu 18, 13:53:25

Quella in foto sembra più una 228
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » gio giu 18, 14:02:28

Quella della foto indicata come P210-2 non è una P210-2 come evidenzia Ordo. Concordo con Viper, sembra anche a me che sia una P228 (si distingue dalla P226 per la guardia del grilletto arrotondata, la canna più corta ed il caricatore da 13 per l'impugnatura più corta). C'è un particolare costruttivo che accomuna la Sig P210 e la CZ 75 e derivati. Albatros, vediamo se lo individui.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Mr45 » gio giu 18, 14:16:48

Albatros ha scritto:@ Mr45
Cosa ne pensi della P 226?

Donatello :italia:



Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto... don't like :cool:
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda RasKebir » gio giu 18, 17:40:48

Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...

Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » gio giu 18, 20:25:53

RasKebir ha scritto:
Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...

Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.


Una semplice riflessione: se l'arma rileva e si scompone molto com'è possibile doppiare con adeguata velocità e precisione? E' solo questione di allenamento?

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Viper » gio giu 18, 20:37:46

RasKebir ha scritto:
Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...

Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » gio giu 18, 20:42:10

Silvio Biagini ha scritto:Quella della foto indicata come P210-2 non è una P210-2 come evidenzia Ordo. Concordo con Viper, sembra anche a me che sia una P228 (si distingue dalla P226 per la guardia del grilletto arrotondata, la canna più corta ed il caricatore da 13 per l'impugnatura più corta). C'è un particolare costruttivo che accomuna la Sig P210 e la CZ 75 e derivati. Albatros, vediamo se lo individui.

Un cordiale saluto, Silvio


Presumo sia l'ottima ergonomia ed in particolar modo l'impugnatura che sembra avere la stessa inclinazione su entrambe. A prescindere dal sistema d'arma e dal brand è la discriminanate principale su cui seleziono ciò che desidero acquistare.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » gio giu 18, 21:28:29

Donatello, è vero che c'è qualcosa in comune con l'angolo dell'impugnatura e anche qualcosa in comune con il profilo posteriore del dorso all'altezza dello sperone. Questi, comunque, sono particolari abbastanza comuni nelle pistole per cercare di rendere più istintivo possibile il puntamento (il noto discorso del "dito indice" della mano forte disteso parallelamente al carrello). Questi particolari sono comuni ma importanti se visti insieme alla ricerca di una meccanica che renda il più bassa possibile la linea di mira. Aspetto, questo, che non brilla nella P226 dove l'asse della canna e la linea di mira sono più alti rispetto al perno del grilletto di quanto lo sono, invece, nella Sig P210 o nella Luger. Questo particolare e la minore lunghezza di canna influiscono, nella P226, sul centro di gravità dell'arma al momento dello sparo con una diversa reazione o rilevamento rispetto alla P210, nonostante le due pistole abbiano (scariche) un peso sovrapponibile (solo 20 grammi in meno per la P226).

Il particolare che accomuna P210 e CZ75 è un altro, ovvero il sistema di accoppiamento fusto-carrello. Non dimentichiamo che la Sig P210 nasce nel 1949 con molte affinità al progetto della francese M1935A.

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Pyno&dyno » gio giu 18, 22:22:29

Mentre nel tiro da poligono, una pistola che abbia sul fusto le guide lunghe rappresenta un pregio per la maggior precisione degli accoppiamenti, non sono mica tanto sicuro , che per un impiego tattico o militare che dir si voglia la guida lunga rappresenti un vantaggio, anzi a mio avviso è un "difetto"
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda G962 » gio giu 18, 22:41:38

Ecco la mia 210/6. Credo che sia la mia corta migliore.


IMG_0465.JPG




IMG_0463.JPG
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda waltherp38 » ven giu 19, 05:58:48

Tremendi gli svizzeri. Ti prendono il progetto e te lo copiano, portandolo a perfezione. Lo stesso hanno fatto con la P.08...Costa troppo...produciamola in casa...seguendo lo stesso ragionamento dalla SACM mod 35 hanno tirato fuori la Sig P.210.
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Mr45 » ven giu 19, 08:13:52

RasKebir ha scritto:
Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...

Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.


Ras, confronta gli split della 226 con quelli di una SP01, e dopo ne riparliamo :cool:
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Mr45 » ven giu 19, 08:15:37

Albatros ha scritto:
RasKebir ha scritto:
Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...

Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.


Una semplice riflessione: se l'arma rileva e si scompone molto com'è possibile doppiare con adeguata velocità e precisione? E' solo questione di allenamento?

Donatello :italia:



...la velocità di ripetizione del colpo non è pari a quella che puoi ottenere, ad esempio, con una SP01 :D
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » ven giu 19, 08:42:28

G962 ha scritto:Ecco la mia 210/6. Credo che sia la mia corta migliore.


IMG_0465.JPG




IMG_0463.JPG


Immagino che ti divertirai un mondo..... :complimenti:

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Albatros » ven giu 19, 09:05:52

Silvio Biagini ha scritto:Donatello, è vero che c'è qualcosa in comune con l'angolo dell'impugnatura e anche qualcosa in comune con il profilo posteriore del dorso all'altezza dello sperone. Questi, comunque, sono particolari abbastanza comuni nelle pistole per cercare di rendere più istintivo possibile il puntamento (il noto discorso del "dito indice" della mano forte disteso parallelamente al carrello). Questi particolari sono comuni ma importanti se visti insieme alla ricerca di una meccanica che renda il più bassa possibile la linea di mira. Aspetto, questo, che non brilla nella P226 dove l'asse della canna e la linea di mira sono più alti rispetto al perno del grilletto di quanto lo sono, invece, nella Sig P210 o nella Luger. Questo particolare e la minore lunghezza di canna influiscono, nella P226, sul centro di gravità dell'arma al momento dello sparo con una diversa reazione o rilevamento rispetto alla P210, nonostante le due pistole abbiano (scariche) un peso sovrapponibile (solo 20 grammi in meno per la P226).

Il particolare che accomuna P210 e CZ75 è un altro, ovvero il sistema di accoppiamento fusto-carrello. Non dimentichiamo che la Sig P210 nasce nel 1949 con molte affinità al progetto della francese M1935A.

Un cordiale saluto, Silvio


Grazie Silvio. Raffinatezza del progetto, qualità costruttiva e affidabilità sono gli elementi essenziali intorno a cui si dovrebbero realizzare ottime armi. Tuttavia non è sempre così. Consapevole che l'arma perfetta non esiste, viene spontaneo formulare una semplice domanda: prescindendo dalle diverse tipologie di capitolati, quali caratteristiche dovrebbe possedere un'arma corta da impiegare in scenari operativi?

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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Silvio Biagini » ven giu 19, 10:28:23

Buongiorno Donatello, penso di poterti rispondere partendo da una osservazione di Pyno.

"Mentre nel tiro da poligono, una pistola che abbia sul fusto le guide lunghe rappresenta un pregio per la maggior precisione degli accoppiamenti, non sono mica tanto sicuro , che per un impiego tattico o militare che dir si voglia la guida lunga rappresenti un vantaggio, anzi a mio avviso è un "difetto"".

L'osservazione di Pyno è corretta. Più l'arma è tecnicamente o meccanicamente perfetta tanto più aumentano i problemi legati alla "mancanza di rusticità". Tra le famose specifiche che decretano il successo di un'arma c'è anche (sottolineo "anche" che significa che non è la specifica prioritaria) la rusticità. Il mio sottolineare che la rusticità non è prioritaria va letta in sinergia con le "caratteristiche geografiche, politiche e quant'altro" che caratterizzano la nazione che adotta una specifica arma come ordinanza per le proprie forze armate.

Sempre richiamando un classico, uno dei motivi che portarono gli USA ad adottare la M1911 per sostituire la Colt Mod. 1892 in .38 Long Colt (dopo solo pochi anni di servizio, neanche una decade) fu l'inadeguatezza del progetto sia in termini di rusticità (giungla) che di potere d'arresto (guerriglieri Moro) evidenziata durante la guerra Filippino-Americana a determinarne la fine operativa. La rusticità della M1911 (dopo vari prototipi che, comunque, rispecchiavano la mentalità "precisa" europea per le semiauto) e la sua indubbia efficacia come "potere d'arresto" (anche a distanza) oltre che una naturale, istintiva capacità di puntamento (la dottrina sull'impiego dell'arma corta in combattimento ravvicinato dell'epoca era un po' diversa da quella odierna) ne ha fatto una icona nel mondo delle armi militari da fianco. Sempre a proposito di revolver militari c'è da osservare che anche la nuova S&W Mod 1907 Triple Lock adottata da Canada e Regno Unito dopo le prime esperienze di guerra in trincea venne modificata (semplificata) nella chiusura per aumentarne la rusticità. Stava emergendo, con le nuove situazioni di combattimento, una realtà particolare per le armi da guerra in genere.

Agli inizi del secolo scorso vi erano parecchie novità in gioco come le polveri infumi, le nuove tipologie di proiettili, le armi semiautomatiche che contendevano il posto a quelle a rotazione, i fucili a otturatore girevole scorrevole che dovevano "valorizzare" le nuove munizioni così come si profilava la necessità di rivedere il concetto di mitragliatrice e, soprattutto, l'urgenza di armare grandi quantità di uomini all'emergenza. Ecco che cominciarono ad emergere "specifiche" (sempre non in ordine prioritario) come costi, rusticità, facilità di produzione, reperimento di materie prime in caso di blocco, semplicità di impiego con un minimo di addestramento, standardizzazione del munizionamento, potere d'arresto, etc., etc.

In questa logica, presto, l'elegante P08 cominciò a dimostrare i suoi limiti che diventarono palesi nel confronto con la M1911 già alla fine della IGM. La ricerca di una "corta" nuova, meno costosa, più semplice da costruire (per una Luger erano necessarie centinaia di lavorazioni, solo il castello veniva ricavato da un massello di acciaio di circa 4,5 chili) divenne imperativa. In attesa delle P38, la Germania della IIGM utilizzava le HP35 belghe, le Radom Vis polacche e quanto altro reperibile in 9mm Luger e non solo.

Tutto questo preambolo per dire che alla "tranquilla" Svizzera poteva, invece, andare bene sostituire la meccanicamente precisa e costosa Luger (nei vari modelli adottati) con una altrettanto meccanicamente precisa, ma relativamente più semplice da produrre, "nuova" semiauto P210 in calibro 9mm Luger in sostituzione del 7,65 Parabellum. Questo fintanto che altre esigenze, come una nuova interpretazione della presenza militare svizzera in un mutato contesto internazionale, hanno richiesto di rivedere determinati requisiti in materia di armamento individuale passando alla P75 (Sig 220) che ancora oggi è l'arma corta militare (la Polizia Militare ha la P03, denominazione militare della Sig Pro).

Anche la Danimarca ha avuto in linea fino a tutti agli anni '90 la M49 (denominazione militare della Sig P210). Anche in questo caso la fine della Guerra Fredda e il coinvolgimento in nuovi scenari geo strategici mondiali, le diverse modalità di impiego delle armi corte, i costi, la cessazione della produzione della Sig ed altro ancora hanno imposto l'adozione di una o più nuove corte (a seconda delle unità, principalmente la Glock). Così come avvenuto per la Germania, l'Italia, la Turchia, etc.

In altre parole oggi, per un impiego "medio normale" (escludendo quindi gli impieghi "estremi" propri di certe unità speciali che, proprio per assolvere al meglio compiti assegnati hanno a disposizione una amplia panoplia di armi individuali) una semiauto corta dovrebbe avere una ergonomia tale da creare un immediato feeling con l'utilizzatore, una scarsa (nulla) propensione agli inceppamenti utilizzando qualsiasi munizionamento "standardizzato" disponibile sul campo (ovviamente del calibro corretto!!), una estrema facilità di smontaggio da campo e manutenzione, una meccanica semplice con parti facilmente sostituibili ricorrendo alla logistica a livello compagnia-battaglione, una capacità ad adattarsi a qualsiasi latitudine, un trattamento superficiale idoneo a proteggerla anche in assenza di manutenzione per tempi prolungati, un adeguato volume di fuoco ed altro ancora che ne fanno uno strumento sul quale si può contare in ogni situazione o scenario.

Ripercorrendo la storia delle armi leggere militari individuali ci si accorge facilmente che l'adozione di ognuna di esse riempie uno specifico spazio nel tempo in linea con gli scenari mondiali che lo contraddistinguono. Altrettanto facilmente ci si accorge come il persistere nell'impiego della stessa diventi anacronistico al mutare di quegli scenari.

Un cordiale saluto, Silvio
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Re: Sig Sauer P 226

Messaggioda Viper » ven giu 19, 11:56:20

Albatros ha scritto:
RasKebir ha scritto:
Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...

Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.


Una semplice riflessione: se l'arma rileva e si scompone molto com'è possibile doppiare con adeguata velocità e precisione? E' solo questione di allenamento?

Donatello :italia:

Non è arma in questione, ma se vedi su youtube i video comparativi della Arsenal Firearma Strike One, si vede come l'equilibrio delle masse in moto dopo lo sparo sia determinante rispetto al tempo che trascorre per poter tornare in punteria. Posto che uno bravo sarà sempre più veloce di uno scarso anche con un tirasassi
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