rommel ha scritto:non so secondo me per certi aspetti la sp01 gli va alla pari alla P2226, se non addirittura superiore... come qualità delle lavorazioni meglio Sig, come bilanciamento generale per me meglio cz, a quest ultima per un uso operativo (colpo in canna cane abbattutto) manca forse proprio l abbatticane.... pero' direi due ottimi progetti decisamente sopra a peretta...
Viper ha scritto:Ho avuto una P226 SL , gran bella arma, ma per un uso ludico potresti non trovarti meglio che con la Shadow. Come già detto, linea alta di mira, oltre che scatto piuttosto impegnativo. Ciò detto, e' sempre un gran bel pezzo, soprattutto se si riesce a trovarla poco usata ad un prezzo equo. Dalla tua lista, mio pare personale epurerei la Caracal, volendo limiate i danni al portafoglio.
Silvio Biagini ha scritto:La leva abbatticane della Beretta 92 prende il funzionamento delle Walther. E', prima di tutto, una sicura che, inserita, abbatte il cane, disconnette la leva di scatto e disarma il percussore. Nella Sig Sauer abbatte il cane ma non inserisce alcuna sicura, per cui premendo il grilletto si può armare il cane in DA. Nella Beretta 92, se si vuole rendere l'arma operativa in DA con mezza monta inserita e colpo in canna, dopo aver abbassato la leva della sicura la si deve rialzare in posizione di fuoco.
Concordo con Viper sulla eliminazione della Caracal dato che hai già una "plastica" (la S&W). Al suo posto una Sig P226 completerebbe una varietà di corte. Non si deve dimenticare che la Sp-01 è una variante della P-01, versione militare "moderna" della CZ75 che risponde allo STANAG NATO, con l'unica differenza che è tutta in acciaio rispetto alla versione militare...fondamentalmente non è una leva abbatticae che rende una corta più o meno idonea ad un ambito operativo. E' una sommatoria di particolari che fanno la differenza...poi non credo sia difficile reperire una buona P226 usata (qualche mese fa ho visto sul mercato quelle di ordinanza dismesse in condizione di nuovo...).
Un cordiale saluto, Silvio
Silvio Biagini ha scritto:Ringrazio per il "lei" (sinonimo di "vecchiaia") ma non serve.
Quali sono gli elementi che fanno la differenza in ambito operativo? Domanda interessante...La differenza la fanno, essenzialmente, i requisiti che deve possedere una arma da fianco. Di solito, questi requisiti, sono imposti dai selettori della nuova arma (Ministero della Difesa o equivalenti per gli altri corpi armati della nazione interessata). Vengono predisposti sulla base delle lezioni apprese in svariate situazioni che hanno dimostrato l'inadeguatezza del materiale in servizio e sono quindi necessari per migliorare le possibilità di risposta. Stabiliti i requisiti si procede ad una serie di prove comparative con quanto di più rispondente attingendo dai materiali più moderni in servizio presso altre nazioni. In alcuni casi si può anche richiedere alle industrie nazionali di sviluppare progetti specifici. Nel caso della tanto vituperata Beretta 92, per esempio, gli USA la adottarono ufficialmente dopo che questa risultò superiore alle concorrenti in ben tre diversi "concorsi". In uno di questi (il secondo se non ricordo male) riuscì a superare anche la SigSauer P226.
La scelta di una nuova arma da fianco, come qualsiasi altro materiale di equipaggiamento individuale, si basa anche sui risultati dell'impiego di vari campioni di fabbriche diverse, per un lungo periodo, in sostituzione della precedente. La prova "in servizio" è condotta presso una rappresentanza di reparti scelti tra quelli impiegati in varie realtà operative/addestrative. Questi risultati di "stress" sul campo vengono uniti ai risultati di "stress" forzati simulando varie tipologie di situazioni operative "decisamente estreme" (come le prove di fuoco continuato, lo sparo dopo immersione prolungata in acqua salina o nel fango o a temperature limite o altro ancora).
La sommatoria dei rapporti derivanti dalle prove dei vari materiali con i relativi pro e contro può portare all'adozione di un'arma nuova sic e sempliciter oppure alla richiesta di alcune piccole modifiche emerse durante le prove da apportare sul tipo prescelto (se più di uno, quasi ex equo come nel caso della Beretta e della Sig Sauer, si procede poi ad una nuova serie di test).
Quindi la rispondenza operativa, essenzialmente, è la risposta "positiva" che la scelta di un determinato tipo di arma da fianco offre alle esigenze di chi la deve utilizzare. Esigenze che il precedente tipo di armamento non è più in grado di soddisfare non solo per decadimento "strutturale" (anzianità di servizio) ma anche per mutate tecniche di combattimento. Un esempio può essere il concetto che l'arma corta non deve essere considerata solo un semplice mezzo di difesa per l'utilizzatore (mentalità ancora presente dopo il seconda dopoguerra in alcune nazioni dei due blocchi) ma anche, anzi soprattutto, un mezzo di offesa in grado di utilizzare le stesse munizioni di altre armi individuali come le pistole mitragliatrici con un range di tiro più profondo ed un elevato numero di colpi a disposizione.
Un altro motivo che può spingere alla scelta di un nuovo tipo di arma da fianco (e quindi diventa la specifica più importante) è l'adozione di un nuovo calibro imposta sia dalle scelte di una alleanza alla quale si appartiene come anche dalla logica della standardizzazione logistica...
Ed altro ancora...da qui il rapporto dell'utilizzatore, unito a tutte le altre risposte provenienti dai vari test porta alla scelta della nuova arma, è fondamentale per capire se si è sulla strada giusta o meno.
Come per ogni cosa, in maniera più o meno accentuata secondo l' "educazione generale" dell'utilizzatore medio, non mancano mai le critiche al materiale adottato. Per esempio io non mi sono mai trovato male con nessuna Beretta 92 dei tre modelli utilizzati (S, SB e FS). E' chiaro che la FS era "meglio" delle altre due, tuttavia...Se mi fosse stata data la possibilità l'avrei sostituita solo con una Sig P226 come quella utilizzata da altre nazioni. Invece alcuni reparti avevano cominciato ad avere le Glock che non avrei mai scambiato con la mia FS.
Detto questo, cosa porta anche alla scelta di un determinato tipo di arma corta da sperimentare e poi adottare? Possono essere determinanti il numero delle nazioni che hanno adottato quella specifica arma (anche suoi cloni costruiti su licenza), il numero di anni che è in servizio come progetto di base (seguendo questa logica qualche unità, corpo speciale, forza di polizia, ha riesumato il progetto Browning M1911 per determinati impieghi), la possibilità di poter procedere alla costruzione/distribuzione avvalendosi di proprie catene industriali (quindi aspetto logistico), etc. Anche se resta un concetto un poco opinabile, possono essere determinanti i costi per quelle nazioni che non hanno una propria capacità industriale. E' opinabile perché in alcune nazioni sono presenti varie fabbriche. Se prendiamo gli USA, per esempio, vediamo che hanno in servizio la Beretta M9 presso le Forze Armate ed alcuni corpi di polizia. La Sig Sauer compare presso Corpi Speciali ed altri corpi di polizia così come vari modelli di Glock sono utilizzati da altri corpi di polizia. Eppure, negli USA, sono presenti le fabbriche di tutte e tre le marche. Questo significa che la M9, per gli USA, ha risposto meglio alle specifiche (la Glock non mi risulta abbia mai partecipato nonostante fosse già in distribuzione all'epoca).
La differenza, come scelta operativa, la vediamo a livello mondiale con la Glock in testa utilizzata in ben 53 nazioni, segue la Beretta in 44 e la Sig Sauer in 29. La CZ mi risulta solo in una....
Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...
Un cordiale saluto, Silvio
Silvio Biagini ha scritto:Per cortesia non facciamo accostamenti equivoci...
Un cordiale saluto, Silvio
Silvio Biagini ha scritto:Ringrazio per il "lei" (sinonimo di "vecchiaia") ma non serve.
Quali sono gli elementi che fanno la differenza in ambito operativo? Domanda interessante...La differenza la fanno, essenzialmente, i requisiti che deve possedere una arma da fianco. Di solito, questi requisiti, sono imposti dai selettori della nuova arma (Ministero della Difesa o equivalenti per gli altri corpi armati della nazione interessata). Vengono predisposti sulla base delle lezioni apprese in svariate situazioni che hanno dimostrato l'inadeguatezza del materiale in servizio e sono quindi necessari per migliorare le possibilità di risposta. Stabiliti i requisiti si procede ad una serie di prove comparative con quanto di più rispondente attingendo dai materiali più moderni in servizio presso altre nazioni. In alcuni casi si può anche richiedere alle industrie nazionali di sviluppare progetti specifici. Nel caso della tanto vituperata Beretta 92, per esempio, gli USA la adottarono ufficialmente dopo che questa risultò superiore alle concorrenti in ben tre diversi "concorsi". In uno di questi (il secondo se non ricordo male) riuscì a superare anche la SigSauer P226.
La scelta di una nuova arma da fianco, come qualsiasi altro materiale di equipaggiamento individuale, si basa anche sui risultati dell'impiego di vari campioni di fabbriche diverse, per un lungo periodo, in sostituzione della precedente. La prova "in servizio" è condotta presso una rappresentanza di reparti scelti tra quelli impiegati in varie realtà operative/addestrative. Questi risultati di "stress" sul campo vengono uniti ai risultati di "stress" forzati simulando varie tipologie di situazioni operative "decisamente estreme" (come le prove di fuoco continuato, lo sparo dopo immersione prolungata in acqua salina o nel fango o a temperature limite o altro ancora).
La sommatoria dei rapporti derivanti dalle prove dei vari materiali con i relativi pro e contro può portare all'adozione di un'arma nuova sic e sempliciter oppure alla richiesta di alcune piccole modifiche emerse durante le prove da apportare sul tipo prescelto (se più di uno, quasi ex equo come nel caso della Beretta e della Sig Sauer, si procede poi ad una nuova serie di test).
Quindi la rispondenza operativa, essenzialmente, è la risposta "positiva" che la scelta di un determinato tipo di arma da fianco offre alle esigenze di chi la deve utilizzare. Esigenze che il precedente tipo di armamento non è più in grado di soddisfare non solo per decadimento "strutturale" (anzianità di servizio) ma anche per mutate tecniche di combattimento. Un esempio può essere il concetto che l'arma corta non deve essere considerata solo un semplice mezzo di difesa per l'utilizzatore (mentalità ancora presente dopo il seconda dopoguerra in alcune nazioni dei due blocchi) ma anche, anzi soprattutto, un mezzo di offesa in grado di utilizzare le stesse munizioni di altre armi individuali come le pistole mitragliatrici con un range di tiro più profondo ed un elevato numero di colpi a disposizione.
Un altro motivo che può spingere alla scelta di un nuovo tipo di arma da fianco (e quindi diventa la specifica più importante) è l'adozione di un nuovo calibro imposta sia dalle scelte di una alleanza alla quale si appartiene come anche dalla logica della standardizzazione logistica...
Ed altro ancora...da qui il rapporto dell'utilizzatore, unito a tutte le altre risposte provenienti dai vari test porta alla scelta della nuova arma, è fondamentale per capire se si è sulla strada giusta o meno.
Come per ogni cosa, in maniera più o meno accentuata secondo l' "educazione generale" dell'utilizzatore medio, non mancano mai le critiche al materiale adottato. Per esempio io non mi sono mai trovato male con nessuna Beretta 92 dei tre modelli utilizzati (S, SB e FS). E' chiaro che la FS era "meglio" delle altre due, tuttavia...Se mi fosse stata data la possibilità l'avrei sostituita solo con una Sig P226 come quella utilizzata da altre nazioni. Invece alcuni reparti avevano cominciato ad avere le Glock che non avrei mai scambiato con la mia FS.
Detto questo, cosa porta anche alla scelta di un determinato tipo di arma corta da sperimentare e poi adottare? Possono essere determinanti il numero delle nazioni che hanno adottato quella specifica arma (anche suoi cloni costruiti su licenza), il numero di anni che è in servizio come progetto di base (seguendo questa logica qualche unità, corpo speciale, forza di polizia, ha riesumato il progetto Browning M1911 per determinati impieghi), la possibilità di poter procedere alla costruzione/distribuzione avvalendosi di proprie catene industriali (quindi aspetto logistico), etc. Anche se resta un concetto un poco opinabile, possono essere determinanti i costi per quelle nazioni che non hanno una propria capacità industriale. E' opinabile perché in alcune nazioni sono presenti varie fabbriche. Se prendiamo gli USA, per esempio, vediamo che hanno in servizio la Beretta M9 presso le Forze Armate ed alcuni corpi di polizia. La Sig Sauer compare presso Corpi Speciali ed altri corpi di polizia così come vari modelli di Glock sono utilizzati da altri corpi di polizia. Eppure, negli USA, sono presenti le fabbriche di tutte e tre le marche. Questo significa che la M9, per gli USA, ha risposto meglio alle specifiche (la Glock non mi risulta abbia mai partecipato nonostante fosse già in distribuzione all'epoca).
La differenza, come scelta operativa, la vediamo a livello mondiale con la Glock in testa utilizzata in ben 53 nazioni, segue la Beretta in 44 e la Sig Sauer in 29. La CZ mi risulta solo in una....
Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...
Un cordiale saluto, Silvio
Silvio Biagini ha scritto:
...Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...
Un cordiale saluto, Silvio
Mr45 ha scritto:Silvio Biagini ha scritto:
...Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...
Un cordiale saluto, Silvio
...io metterei al primo posto la CZ
Albatros ha scritto:Mr45 ha scritto:Silvio Biagini ha scritto:
...Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...
Un cordiale saluto, Silvio
...io metterei al primo posto la CZ
Ciao Claudio, mi piacerebbe conoscere nei dettagli il tuo punto di vista.
Donatello
Albatros ha scritto:Mr45 ha scritto:Silvio Biagini ha scritto:
...Tornando all'educazione generale dell'operatore, io vedrei la classifica in senso inverso escludendo la CZ...
Un cordiale saluto, Silvio
...io metterei al primo posto la CZ
Ciao Claudio, mi piacerebbe conoscere nei dettagli il tuo punto di vista.
Donatello
Silvio Biagini ha scritto:Concordo con Ordo, dopo la SIG P210, ritengo la Sig Sauer P226 il meglio in materia di armi corte. Concordo anche sull'ordine di preferenze...
Silvio
Silvio Biagini ha scritto:Mi aggrego a Ordo. La Sig P210 è considerata una "leggenda". Non avrebbe potuto essere altrimenti, destinata com'era a sostituire la Luger Svizzera. E come tutte le armi svizzere non poteva non essere un concentrato di tolleranze precise. Io non ho mai avuto una Sig P210, ho solo avuto la possibilità di sparare diversi caricatori con la M49 di un collega danese. Con tutta franchezza non credo di aver mai provato una immediata confidenza o feeling con un'arma corta come in quella occasione.
Averne una è un sogno nel cassetto che coltivo da anni...
Un cordiale saluto, Silvio
ordotempli ha scritto:La Sig 210-1, che per ragioni "particolari" posi in vendita nell'ormai lontano '89, è stato il top della produzione armiera di tutti i tempi. Una maccchina assolutamente perfetta. La comperai nel 1972 al prezzo (allora elevato considerando che il mio stipendio di ufficiale di complemento era di ben £ 110.000) al prezzo di £ 150.000 in calibro 7,65 pb. Avevo, a quel tempo anche la canna in 9 pb (e relativa licenza per collezione armi da guerra), la prima conversione in cal. .22 (£ 60.000), fondina in cuoio chiaro, pertanto era un oggetto, allora ed ancora, di grande valore. La prima volta che ci sparai si inceppò spesso ... era in inverno e la temperatura era intorno allo zero. Avevo lubrificato il carrello con un filino d'olio .... la temperatura aveva fatto condensare l'olio che ostacolava lo scorrimento del carrello ... le guide del carrello erano a "tolleranza zero" o, se si preferisce a "rifiuto d'olio". Troppo perfetta e costosa per un esercito, delicata, ottima per il tiro, ma rimase in servizio pochi anni.
La Sig 226 è molto diversa, sia tecnologicamente che per concezione. Diciamo che risponde meglio ad un uso molto più spartano, adatta anche per essere utilizzata da un esercito. Ma per comprenderne le effettive qualità è necessario utilizzarla : le parole servono a poco.
Albatros ha scritto:@ Mr45
Cosa ne pensi della P 226?
Donatello
Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...
RasKebir ha scritto:Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...
Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.
RasKebir ha scritto:Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...
Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.
Silvio Biagini ha scritto:Quella della foto indicata come P210-2 non è una P210-2 come evidenzia Ordo. Concordo con Viper, sembra anche a me che sia una P228 (si distingue dalla P226 per la guardia del grilletto arrotondata, la canna più corta ed il caricatore da 13 per l'impugnatura più corta). C'è un particolare costruttivo che accomuna la Sig P210 e la CZ 75 e derivati. Albatros, vediamo se lo individui.
Un cordiale saluto, Silvio
RasKebir ha scritto:Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...
Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.
Albatros ha scritto:RasKebir ha scritto:Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...
Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.
Una semplice riflessione: se l'arma rileva e si scompone molto com'è possibile doppiare con adeguata velocità e precisione? E' solo questione di allenamento?
Donatello
G962 ha scritto:Ecco la mia 210/6. Credo che sia la mia corta migliore.
Silvio Biagini ha scritto:Donatello, è vero che c'è qualcosa in comune con l'angolo dell'impugnatura e anche qualcosa in comune con il profilo posteriore del dorso all'altezza dello sperone. Questi, comunque, sono particolari abbastanza comuni nelle pistole per cercare di rendere più istintivo possibile il puntamento (il noto discorso del "dito indice" della mano forte disteso parallelamente al carrello). Questi particolari sono comuni ma importanti se visti insieme alla ricerca di una meccanica che renda il più bassa possibile la linea di mira. Aspetto, questo, che non brilla nella P226 dove l'asse della canna e la linea di mira sono più alti rispetto al perno del grilletto di quanto lo sono, invece, nella Sig P210 o nella Luger. Questo particolare e la minore lunghezza di canna influiscono, nella P226, sul centro di gravità dell'arma al momento dello sparo con una diversa reazione o rilevamento rispetto alla P210, nonostante le due pistole abbiano (scariche) un peso sovrapponibile (solo 20 grammi in meno per la P226).
Il particolare che accomuna P210 e CZ75 è un altro, ovvero il sistema di accoppiamento fusto-carrello. Non dimentichiamo che la Sig P210 nasce nel 1949 con molte affinità al progetto della francese M1935A.
Un cordiale saluto, Silvio
Albatros ha scritto:RasKebir ha scritto:Mr45 ha scritto:Bella pistola realizzata benissimo con ottimi materiali, il comportamento allo sparo non è all'altezza, rileva e si scompone molto...
Questo è vero ma.....
io trovo che con la sig sia molto più facile doppiare i colpi sia rispetto ad altre 9mm, sia con le 45 auto che uso abitualmente.
Una semplice riflessione: se l'arma rileva e si scompone molto com'è possibile doppiare con adeguata velocità e precisione? E' solo questione di allenamento?
Donatello
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