juan galvez ha scritto:bon, grazie a tutti, topic molto interessante.
io prima di leggervi avevo alcune convinzioni, che ora non sono più tali.
Mi spiego:
avevo notato, in un paio di occasioni agli inizi della ricarica, che a parità di OAL, palla, innesco e tipo di polvere, unica variabile la quantità della stessa, il punto d'impatto a 25 m si alzava con il diminuire della dose.
A suo tempo un direttore di tiro mi giustificò il fatto spiegandomi che minor carica=minor velocità=maggior tempo di canna=maggior impennamento della stessa con il proiettile che ancora la sta percorrendo.
dato che si parlava di pochi cm di cm a 25 metri, rilevamento non credo avvertibile dai filmati in slow motion, poteva forse esserci un fondo di verità?
ciao Juan
Come avrai capito dai miei post precedenti, io e Silvio dissentiamo leggermente sul concetto di movimento dell'arma....
Indubbiamente qualcosa si muove!... dipende secondo me dall'utilizzo che facciamo dell'arma se questo movimento può o meno essere disturbante per la prestazione che vogliamo ottenere.
Penso comunque che a questo punto chiunque disponga degli elementi per farsi una propria opinione.
Per quanto riguarda la tua domanda, ho incontrato più volte sui siti USA che trattano del rinculo, il concetto espresso dal tuo istruttore di tiro, e devo dire con una certa sorpresa in quanto la logica vorrebbe che all'aumentare della dose aumentasse anche la forza del rinculo e quindi l'altezza del punto di impatto. Inoltre la maggior velocità della palla diminuisce la caduta gravitazionale e quindi alza il punto di impatto.
--Ipotizziamo ad esempio una differenza di velocità da 300 a 350 m/s. I calcoli ci dicono che la differenza di impatto a 25 metri è di +9 millimetri (34,0 -25,0 millimetri). --
Tutto questo per dire che il fenomeno ipotizzato deve avere una certa rilevanza per contrastare sia la differenza nella caduta gravitazionale e sia la differenza nella forza del primo rinculo.
Naturalmente la lunghezza della canna è un fattore determinante.
Sarebbe estremamente interessante fare una verifica sul campo relativa all'esistenza o meno di questo fenomeno.
Occorre innanzi tutto avere una certa accuratezza nel tiro (meglio sarebbe
anche una buona precisione) oltre ad una ricarica estremamente precisa.
Dopo una serie di tiri ad almeno 25 metri con due cariche diverse si potrebbe fare un calcolo statistico sul centro di rosata. Esiste un programma gratuito per questo calcolo (ON TARGET) che parte da un'immagine scansionata del bersaglio e ti permette di fare con estrema semplicità tutti i calcoli (centro di rosata, raggio di rosata, ecc...). Si potrebbe inoltre verificare la differenza di comportamento tra revolver e semiauto.
Con un certo numero di bersagli forse si potrebbero ricavare dei risultati utili...
Ho intenzione di provare anche se occorreranno alcuni mesi.
Se qualcun altro è interessato posso condividere il programma con l'istruzioni per l'uso, occorre solo uno scanner (anche economico) e un computer.