paricutin ha scritto:Il mio punto di vista e' che esistono due categorie di persone: quelle perbene e quelle no. Inserire di default i rom o i tossicodipendenti nella seconda e' una semplificazione che non condivido. Condivido pienamente invece la linea della tolleranA zero con chi delinque.
Facciamo un ragionamento serio.
Quanto hai appena scritto (ti do del tu col massimo rispetto possibile, come si fa in forum, ma anche quando do del lei lo faccio con lo stesso rispetto) è pari pari il punto di vista, sintetico, di uno di qui che ora gravita su Pisa, frequenta l'ambiente politico del governo della provincia, lavora col CNR e ha la moglie che lavora a Coltano, nella comunità di accoglienza. Voi dite: il malandrino è il capotribù che alla stessa stregua di un capomafia sanguinario, tiene tutti schiavi e omertosi al suo comando, pertanto se a qualche famiglia do la possibilità di emanciparsi da lui e dal campo, dandogli l'appartamento popolare ammobiliato e pagandogli le prime bollette, probabilmente li strapperò al loro triste destino.
Io e mia moglie (stracattolica e che ha avuto la zia suora laica iperattiva) la pensiamo diversamente. Secondo noi non è educativo dare un premio aspettando che qualcuno si penta. Quando ho dovuto accompagnare mia mamma al Don Bosco per il riconoscimento del capocampo ladro e poi anche rapinatore, anzitutto non ritengo una cosa civile che il PM sia sottostato a far fare un viaggio di 70 km a una ottantenne cardiopatica e diabetica, aspettando ben 4 ore i comodi dei difensori per il riconoscimento, poiché, visto che abbiamo un carcere anche qui, dovevano trasferire qui i trojai ladri e loro difensori, quantomeno per rispetto e civiltà. Detto questo (Paese in mano ai citrulli!), dovevi vedere che ad aspettare gli esiti dei difensori, fuori nel parco pubblico, c'erano 2 donne e 30 bambini! Io lo interpreto come apprensione per sapere se quella volta il pane a casa lo portavano; un pane frutto di furto e rapina, della serie tanto mangio io e bazza a chi l'hanno rubato, magari anche con violenza! Queste persone quando parlano con gli educatori, fanno i poverelli per convenienza, ma altrettanto convenientemente sono ben lieti di spartirsi il bottino, una volta riunitisi nel campo nomadi a fare le parti! Aiutarli come sopra è diseducativo anche nei confronti dei molti giovani che oggi fanno la fame e esitano a sposarsi perché non hanno una casa, ma vengono messi indietro nelle graduatorie per decisioni politiche pilotate dagli educatori di cui sopra. A parte che sono educatori che secondo me vivono nelle nuvole, comunque sempre secondo me per smontare il modus vivendi di certe tribù di ladri non è regalandogli una casa che si risolve il problema, ma TOGLIENDOGLI I FIGLI E MANDANDOLI A MILLE CHILOMETRI, presso famiglie qualificate di persone che hanno studiato nel sociale e sanno come trattare i ragazzi difficili: rubi e vivi di delitto? Ti toglo subito la patria potestà!!!
Chiaramente sono soluzioni più complicate ed evidentemente la classe dirigente (mi riferisco a tutti i poteri dello Stato) odierna non ci arriva a capirlo, quasi che le risultanze scientifiche sociali degli anni 50-70 fossero tutte da gettrare nel cesso. Secondo me è solo questione di quattrini risparmiati in strutture, assistenza e sorveglianza, ma si tratta di opinione personale; che però mi tengo ben stretta.....