Di questa pistoletta non parla nessuno.
Abbiamo sempre saputo che gli ufficiali italiani durante la prima guerra mondiale, le armi dovevano comprarsele di tasca loro, e quella che avevano a fianco era la loro arma personale.
Ma ci sono state delle eccezioni.
Ad esempio dopo la disfatta di Caporetto in tanti si trovarono sbandati, e spesso senza un'arma.
Il Regio Esercito intervenne acquistando all'estero le armi che si riuscivano a trovare, e distribuendo ai militari (ed agli ufficiali) quello che era stato acquistato.
Sappiamo che la Spagna, che non era belligerante, produceva un po' per tutti.
Per l'Inghilterra lavoravano sia la Orbea Hermanos che la Trocaola Aranzabal.
Per l'Italia sappiamo che la Orbea Hermanos produceva per conto di Tettoni quel clone della Smith Wesson Russian che va sotto il nome di Tettoni 1916.
La Arostegui di Eibar produceva le Bodeo su licenza italiana.
E la Astra era nata da pochissimo, dopo avere cambiato parecchi nomi (come Esperanza y Unceta).
La prima arma che la Astra marcò con il nome "Astra" fu un clone della Browning 1906, denominata "ASTRA modello 1911", in calibro 7,65.
L'unico intervento italiano fu l'apposizione, sul lato sinistro, dei punzoni di controllo dell'ispettore, RP, e lo stesso ispettore compare molto spesso sulle Bodeo dello stesso periodo.
In particolare questa pistola fu data ad un Tenente del Genio Pontieri, che si era ritrovato sbandato dopo la disfatta di Caporetto e che venne rivestito da capo a piedi, armato e rimandato al fronte.
Le guancette sono tipiche di quella fornitura, con la doppia vite da ogni parte.
Si tratta di un'arma di produzione anteriore al 1920 ed è un'arma di sanatoria, che è sempre rimasta di proprietà della stessa famiglia dell'ufficiale, sino ad ora.
Tornando alla pistola, è chiaramente una Ruby-type e la troveremo, con le guancette dotate di un'unica vite, anche in Francia con l'indicazione "Victoria patent" (e con la Manufacture de Saint Etienne come importatore).
Nel caso della pistola italiana, il fatto che non fosse inizialmente destinata all'Italia lo possiamo capire facilmente sia dal fatto che la leva della sicura è contraddistinta dal termine "fire", in inglese, sia dalla scritta "Hope" visibile dalla finestra di espulsione (il termine inglese "hope" si traduce in spagnolo con "Esperanza, come "Esperanza y Unceta").
E' un classico caso di "arma dimenticata", della quale nessuno parla mai.
Ed è più facile trovare riferimenti sui forum americani che in Italia.
Un'arma dimenticata....
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Re: Un'arma dimenticata....
Non ha il cane esterno. Ci fosse scritto Glock, direbbero che è in semi-doppia azione?
Pentitevi!!!
Re: Un'arma dimenticata....
Nemmeno la Beretta 15 ha il cane esterno.... ed è un'arma coeva.
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Re: Un'arma dimenticata....
Brutta e' bruta....
Sono il Signor Wolf... Risolvo problemi......
"Non creadiamo a tutto quello che ci dicono....."
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Re: Un'arma dimenticata....
E' una Browning 1906 ingrandita dal calibro 6,35 al 7,65...
Stiamo parlando di cent'anni fa, quando le pistole non le disegnava Giugiaro (e ci aggiungerei "per fortuna")!
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Re: Un'arma dimenticata....
Nemmeno la colt pacemaker la disegno giugiaro...... Ma si poteva guadare
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Re: Un'arma dimenticata....
Pensa a quante Colt Peacemaker sono state vendute, e quante ruby :-)
Ho la sensazione che in tanti abbiano preferito la bruttezza delle semiautomatiche al fascino dei revolvers.
E comunque questa è stata comprata dall'Italia per esigenze belliche, non è che ci fosse tanta scelta!
Ed anche le Beretta dello stesso periodo, la 15 e la 15/17 non erano "belle" armi.
Forse l'ultima arma "bella" che abbiamo avuto in dotazione è stata la Glisenti 1910.
Ho la sensazione che in tanti abbiano preferito la bruttezza delle semiautomatiche al fascino dei revolvers.
E comunque questa è stata comprata dall'Italia per esigenze belliche, non è che ci fosse tanta scelta!
Ed anche le Beretta dello stesso periodo, la 15 e la 15/17 non erano "belle" armi.
Forse l'ultima arma "bella" che abbiamo avuto in dotazione è stata la Glisenti 1910.