la verità sulle armi prodotte per fusione a cera persa

Qui si parla genericamente di armi

la verità sulle armi prodotte per fusione a cera persa

Messaggioda metzger » sab dic 12, 17:37:33

cz, fusto tanfoglio, ruger, kimber...
il mio professore di tecnologia dei materiali all'università, quando voleva fare l'esempio di un componente meccanico prodotto in economia e dalle scadenti proprietà meccaniche e strutturali, faceva riferimento a questo procedimento...

voi cosa ne pensate? ecco cosa ne pensava la smith, anche se di parte:

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Messaggioda radioamerica » sab dic 12, 17:54:30

Penso che ognuno tira l'acqua al suo mulino per quanto riguarda la smith & wesson, non capisco cosa sosterrebbe il tuo insegnante
Comunista è qualcuno che legge Marx e Lenin. Anticomunista è qualcuno che li capisce.
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Messaggioda paricutin » sab dic 12, 18:22:37

Onestamente non capisco le perplessità del Professore. Un componente fresato dal pieno e lo stesso componente ottenuto per fusione a cera persa avrebbero proprietà strutturali così diverse da dire che il secondo sarebbe addirittura "qualitativamente scadente" rispetto al primo?
Beh... con tutto il rispetto per il prof, e facendo ammenda per la mia ignoranza, in tutta onestà dire che CZ e Kimber producano dei pezzi scadenti mi pare eccessivo... :birra:
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Messaggioda rommel » sab dic 12, 21:15:16

Smith e wesson li fa così anche lei, però secondo me è vero che tra pezzi ricavati da forgiati e pezzi microfusi c'è differenza, anche se quest' ultima tecnica negli ultimi anni ha fatto progressi tali da renderla estremamente efficace
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Messaggioda ordotempli » sab dic 12, 22:47:40

La prima derivata Colt in acciaio inox era la AMT (Arcadia Machine Tools) e fù anche uno dei primi tentativi di produrre armi con il metodo della cera persa. Tale tecnologia mirava a risparmiare sul costo delle fresature (con l'acciaio inox tale lavorazione impone l'uso di frese molto più resistenti e costose).
Io acquistai una delle prime armi giunte in Italia ... era molto precisa nonostante avesse il carrello che ballava il tip-tap sulle sue guide. Nello smontare l'arma mi resi conto che tale lavorazione a cera persa lasciava vistose bolle per l'aria che era rimasta intrappolata. La successiva arma inox fu la splendida 66 della S&W, fresata dal pieno (credo) ... la tecnologia ha tuttavia fatto passi da gigante e credo che i pregiudizi, inizialmente legittimi, siano da rimuovere.
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Messaggioda metzger » sab dic 12, 22:58:55

ecco un commento a favore della microfusione nei componenti meccanici:

D'altro canto un pistone microfuso ha presenza di fibre "rotte" soltanto nelle zone dove viene rifinito meccanicamente (lavorato a macchina, normalmente rettificato) per dare la tolleranza richiesta. La minore quantità di fibre spezzate rispetto al "fratello" ottenuto dal pieno gli conferiscono una resistenza meccanica maggiore sotto l'aspetto complessivo.
Modellando un pistone dal pieno per mezzo di asportazione di truciolo (lavorazione meccanica) si vanno infatti a rompere le fibre del metallo disposte longitudinalmente nei profilati in barre. Questa rottura può essere lievemente bonificata con un trattamento termico, detto appunto bonifica, tramite il quale riscaldando il materiale si portano le fibre ad un'eccitazione tale da riformare alcuni legami delle fibre rotti dalla precedente lavorazione meccanica.
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Messaggioda eltabaker » sab dic 12, 23:05:16

metzger ha scritto:ecco un commento a favore della microfusione nei componenti meccanici:

D'altro canto un pistone microfuso ha presenza di fibre "rotte" soltanto nelle zone dove viene rifinito meccanicamente (lavorato a macchina, normalmente rettificato) per dare la tolleranza richiesta. La minore quantità di fibre spezzate rispetto al "fratello" ottenuto dal pieno gli conferiscono una resistenza meccanica maggiore sotto l'aspetto complessivo.
Modellando un pistone dal pieno per mezzo di asportazione di truciolo (lavorazione meccanica) si vanno infatti a rompere le fibre del metallo disposte longitudinalmente nei profilati in barre. Questa rottura può essere lievemente bonificata con un trattamento termico, detto appunto bonifica, tramite il quale riscaldando il materiale si portano le fibre ad un'eccitazione tale da riformare alcuni legami delle fibre rotti dalla precedente lavorazione meccanica.

Complimenti è sempre un piacere leggervi. :ok2:
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Messaggioda lucasb67 » lun dic 14, 10:56:30

personalmente ho esperienze similari a ordo, e quindi interpreto le parole del professore di metz come un distinguo ... anch'io credo che le odierne tecniche di microfusione avvicinino molto la qualità a quella di un buon forgiato, ma rimangono scelte produttive orientate al risparmio seppure ambiscono a qualità sempre più elevate

esempi armieri di forgiati pessimi ce ne sono molti, ma le migliori armi sono ancora ottenute co questa tecnica e la smith anche se evidentemente di parte fa fulcro su questo assioma in quella geniale e mitica pubblicità

:ok:
... fai bene tutto quello che sai fare e poi "lascia che il colpo ti racconti la sua storia!"
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Messaggioda ilbolscevico » lun dic 14, 11:12:43

Oggi la tecnologia della microfusione ha raggiunto livelli di qualità ottimali.
Consideriamo che Rolls Royce in joint venture con Finmeccanica ha una linea di produzione presso l'azienda EMA (european microfusion airway) dove producono turbine per motori per applicazioni aeronautiche e chi ha un minimo di conoscenze in campo di motori aerospaziali sa a quali sollecitazioni e temperature è soggetta una turbina di un motore a reazione, e tutti possono immaginare cosa possa succedere se un componente del genere ceda durante la sua vita operativa.
Questo esempio per sostenere che la microfusione se ben fatta è in grado di produrre un materiale omogeneo e con caratteristiche meccaniche anche superiori a quelle di un forgiato in quanto si possono eliminare tutti i difetti interni di un pezzo unico. Non dimentichiamo che anche i migliori acciai possono avere problemi di impurità interstizioni e quant'altro...problemi che con una microfusione fatta a dovere vengono superati. Inoltre la microfusione permette di realizzare pezzi di elevatissima complessità geometrica anche perché poi lo stampo essendo a perdere e in cera viene rimosso per via chimica e non per via meccanica.
Carmine penso che il tuo prof. sia lo stesso che ai tempi dell'Università fu il mio docente di Tecnologia dei Materiali Non Convenzionali, dove insegnarono tutto il processo produttivo e tutte le possibili lavorazioni sui materiali compositi sia a base polimerica che metallica.
Un'altra precisazione, non mi risulta che le Kimber abbiano il fusto microfuso....ma verificherò

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Messaggioda faxbat » lun dic 14, 14:17:22

Ho il ricordo di quello che scrisse a proposito il valente armaiolo GG in arte Gianluca Garolini: lui ha visto molti revolver Smith & Wesson che per aver esploso cartucce con ricarica a pene di segugio si sono aperti letteralmente ( ripeto: ricariche sbagliatissime!), mentre di Ruger ne ha visti altrettanti, ma mai con tacca di mira saltata via, ma solo con parti contorte e rimaste al loro posto. Un motivo ci deve essere.........
ma continuo ancora a preferire un bel S&W :birra:
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Messaggioda ilbolscevico » lun dic 14, 14:26:09

Quoto Pasquale anche sul preferire uno SW che rappresetna ancora oggi nonostante un notevole cadimento della qualità un punto di riferimento.
L'esempio riportato di GG è spiegabile nel fatto che le sezioni resistenti dei Ruger sono superiori a quelle di uno Smith&Wesson questo unito ad una uniformità del materiali ottenute per microfusione, che come detto, in alcuni casi può essere superiore a quella di un forgiato...e penso che su questo, viste le tue conoscenze chimico-fisico superiori alle mie concordi.

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Messaggioda metzger » lun dic 14, 14:46:48

il parametro principale per valutare la qualità di un acciaio nel settore che ci interessa è il modulo di resilienza.
tale modulo è direttamente proporzionale al quadrato della tensione di snervamento ed inversamente proporzionale al doppio del modulo di elasticità.
dunque è preferibile un materiale piu' duttile e meno fragile.
però spesso tali materiali sono meno resistenti all'usura, dunque almeno sulle parti soggette a sfregamento (guide di un fusto), è preferibile un materiale duro e spesso meno duttile.
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Messaggioda faxbat » lun dic 14, 15:11:45

metzger ha scritto:il parametro principale per valutare la qualità di un acciaio nel settore che ci interessa è il modulo di resilienza.
tale modulo è direttamente proporzionale al quadrato della tensione di snervamento ed inversamente proporzionale al doppio del modulo di elasticità.
dunque è preferibile un materiale piu' duttile e meno fragile.
però spesso tali materiali sono meno resistenti all'usura, dunque almeno sulle parti soggette a sfregamento (guide di un fusto), è preferibile un materiale duro e spesso meno duttile.

Mi sa che hai dato la giusta spiegazione a quanto sopra, anzi e' la risposta esatta:
"" il modulo di resilienza.
tale modulo è direttamente proporzionale al quadrato della tensione di snervamento ed inversamente proporzionale al doppio del modulo di elasticità.
dunque è preferibile un materiale piu' duttile e meno fragile.
però spesso tali materiali sono meno resistenti all'usura, dunque almeno sulle parti soggette a sfregamento (guide di un fusto), è preferibile.........""
Infatti ho sentito ( spero di aver udito bene....sono mezzo sordo!) dire che le canne dei revolver Ruger durano molto, ma molto meno di una canna S&W.
Ma....per comsumare le rigature di una canna da revolver specialmente se vengono usate palle in lega ci vorrebbero i bisnipoti.
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Messaggioda ilbolscevico » lun dic 14, 15:38:32

Sono d'accordissimo con voi, ma Carmine tu non facevi riferimento alle canne...perché nell'inizio del tuo post parli di fusti per cui io ho inteso parti strutturali ma non le canne...o sbaglio???

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Messaggioda lucasb67 » lun dic 14, 16:10:29

faxbat ha scritto:
metzger ha scritto:il parametro principale per valutare la qualità di un acciaio nel settore che ci interessa è il modulo di resilienza.
tale modulo è direttamente proporzionale al quadrato della tensione di snervamento ed inversamente proporzionale al doppio del modulo di elasticità.
dunque è preferibile un materiale piu' duttile e meno fragile.
però spesso tali materiali sono meno resistenti all'usura, dunque almeno sulle parti soggette a sfregamento (guide di un fusto), è preferibile un materiale duro e spesso meno duttile.

Mi sa che hai dato la giusta spiegazione a quanto sopra, anzi e' la risposta esatta:
"" il modulo di resilienza.
tale modulo è direttamente proporzionale al quadrato della tensione di snervamento ed inversamente proporzionale al doppio del modulo di elasticità.
dunque è preferibile un materiale piu' duttile e meno fragile.
però spesso tali materiali sono meno resistenti all'usura, dunque almeno sulle parti soggette a sfregamento (guide di un fusto), è preferibile.........""
Infatti ho sentito ( spero di aver udito bene....sono mezzo sordo!) dire che le canne dei revolver Ruger durano molto, ma molto meno di una canna S&W.
Ma....per comsumare le rigature di una canna da revolver specialmente se vengono usate palle in lega ci vorrebbero i bisnipoti.


ecco, questo mi spiega anche perchè il gp100 del papà di un amico dopo qualche anno d'uso aveva la canna liscia ... c'è da dire comunque che la durezza superficiale di alcune odierne palle in lega è superiore a quella di alcune palle camiciate

questo aspetto fa la felicità di chi non vorrebbe mai traccie di piombo in canna pur ricaricando con dosi e polveri inadeguate, ma evidentemente ha le sue controindicazioni
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Messaggioda metzger » mar dic 15, 15:56:03

in effetti non avevo mai considerato l'ipotesi che si potessero utilizzare metodi poco nobili come la microfusione anche per le canne...

non sono inoltre sicuro che duttilità e resistenza all'usura siano parametri contraddittori per tutte le leghe.
in ogni caso una canna microfusa mi lascia sbalordito: che fine fanno le canne dei revolver microfusi in .357 magnum in cui si usano prevalentemente palle leggere (dai 125 grani in giù) e cariche piene?
l'usura con queste alte velocità deve essere molto rapida!
mi viene comunque in mente il tamburo di titanio di alcuni smith completamente eroso per lo sfiato dai gas delle fiocchi black mamba da 110grani, articolo apparso di recente su armi e munizioni( se non sbaglio)...
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Messaggioda ilbolscevico » mar dic 15, 16:07:40

Non vorrei insistere ma non so se le canne siano ottenute per microfusione, ho un articolo di Armi e Munizioni apparso uno o due mesi or sono sulla Ruegr e sui loro processi produttivi e mi sembra che le canne fossero sempre forgiate dal pieno.

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Messaggioda metzger » mar dic 15, 17:20:06

ecco alcuni dati interessanti per calcolare il modulo di resilienza di alcune leghe molto utilizzate, servono solo per farsi una idea, di solito è molto difficile sapere la lega esatta con cui è costruita una arma, ed noltre anche conoscendo la denominazione commerciale o la composizione non è facile trovare dati:

acciaio temprato ASTM A-514 (mi interesserebbe sapere i dati dell'aisi 4350 che sono sicuramente superiori dato che è un trilegato con cui les baer realizza le canne):
sy=690[MPa] E=200[GPa]

lega di alluminio 7075-T6 (e se aggiungiamo scandio? ho letto che questo elemento, usato da s&w ha raggiunto quotazioni al kg 10 volte superiori all'oro!!!):
sy=500[MPa] E=72[GPa]

acciaio inossidabile aisi 302 laminato (il più usato per le canne è il 416-T ma non ho trovato dati):
sy=520[MPa] E=190[GPa]

super lega di titanio (8%Mo;8%V;2%Fe;3%Al) ( questa lega è il top di quello che attualmente esiste per il titanio, non credo sia quella della smith)
sy=1241[MPa] E=107[GPa]

nylon tipo 6\6 (lo glock che tipo usa?)
sy=50[MPa] E=3[GPa]
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Messaggioda TepoGlock » mar dic 15, 18:14:49

Il Fusto vuole resiliente, mentre la canna, soggetta ad usura andrebbe realizzata con una boccola (possibilmente sostituibile) di materiale più duro!! Mi pare che Dan Wesson utilizzassero questa concezione...

Probabilmente costerebbero di più, durerebbero moltissimo e sarebbero rigenerabili e... chi lo compra più un Revolver nuovo!?!?! In pratica la morte del consumismo...
Maledetti Dan Wesson antiplutocratici!!..
:che: Confessa Bol, è una cospirazione a nome tuo!!

:ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah:

:risatissima2:
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Messaggioda robbi » gio dic 31, 12:00:55

dopo 30 anni che freso metalli queste conversazioni mi apassionano incredibilmente, peronalmente credo molto negli effetti finali, mi spiego meglio, è sbagliato perchè anti economico costuire parti non sollecitate con materiali e tolleranze pazzesche, così come costruire canne di pappa. le cosa ancora peggiore è costuire uno s&w che è stato progettato per essere costruito da forgiati in micro fusione!! ultimamente ho avuto tra le mani tamburi s&w cal.45 di recente cosrtuzione quadrati...e ho visto stelle di rotazione usurate (686) dopo poche migliaia di colpi...Se aumentiamo le superfici di contatto possiamo ridurre la durezza dei materiali ,se riduciamo le superfici dobbiamo aumentare le durezze. Possiedo due vecchie S&W ed una Ruger ,ma se domani dovessi comprare un revolver nuovo francamente non saprei. :roll:
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Messaggioda ordotempli » gio dic 31, 13:42:38

Vero.. si và inesorabilmente verso il rapido consumo .... una volta una S&W non moriva mai. Preferisco comperare armi ex-ordinanza le cui specifiche di fabbricazione sono ( oggi forse dovrei dire ..erano) alquanto severe. Oggi si assiste al " mordi e fuggi " anche nel settore armamenti e questo proprio non mi và giù ... :fatti:
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Messaggioda ordotempli » gio dic 31, 13:43:59

Un'altra fesseria e sono a 600 :onda: :primo2:
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