Cartuccia 9x21 GP - 9x21 Jager - 9x21 IMI
Cartuccia 9x21 GP - 9x21 Jager - 9x21 IMI
Il frutto proibito era il calibro 9 di qualsiasi tipo, corto, lungo, grasso. Poi finalmente la luce fu, ed alla plebe fu graziosamente concesso il 9x18, una cartuccia dalle origini teutoniche che ebbe un momentaneo successo ed uso in Italia ed in Germania all’inizio degli anni 80.
Naturalmente qualcuno provò a camerarlo in pistole nate in 9x19, sostituendo la canna, oppure rifacendo la camera di cartuccia intubandone un’altra. Ma fu connubio non felice tra una cartuccia nata per armi con chiusura a massa ed armi dotate di chiusura geometrica che mal si accoppiavano e che non hanno dato risultati eclatanti ma spesso una serie di problemi.
Da ricordare giusto in quel periodo il coraggioso tentativo del nostro amico Ordotempli che cercò di coinvolgere una fabbrica di munizioni italiana a realizzare una cartuccia da lui ideata e che sicuramente avrebbe trovato il giusto successo: un 9X20, ma nemo profeta in patria, si trovò a combattere contro un muro di gomma, e come altre rimase sulla carta, siamo in Italia.
E qui entra in ballo ancora uno dei tanti appassionati di armi e balistica che pensò di trovare un sostituto legale al 9x19 proibito. Un altro coraggioso tentativo: avrà successo? Indovinate un po’!
Erasmo Giordano pensò ad un bossolo più lungo dei vietati 19 mm in modo da essergli precluso l’uso di camere più corte. E per fare i primi esperimenti, dato che difficilmente una qualsiasi fabbrica di munizioni gli avrebbe fornito i bossoli, pensò di sfruttare quelli del 7,65 Para lunghi giusto circa 21 mm. Con un punzone ne allargò il colletto formando dei bellissimi nuovi 9x21 dotati di una conicità pari quasi a quella del famigerato 9X19. A questo punto chi si prestò a preparare una canna camerata 9x21? Di nuovo il grande Armando Piscetta, titolare dell’allora fabbrica d’Armi Jager, che fu felice di partecipare all’impresa. E, meraviglia, le armi utilizzate funzionavano perfettamente. Il secondo passo fu quello di far catalogare un’arma in tale calibro ed interessare una industria di munizioni a produrre le nuove cartucce in calibro 9x21 GP (ovvero 9 Giordano-Piscetta ).
Era il 1982 e come anno nero bisognava ricordarlo davvero. L’arma, una Colt Combat Commander, fu rifiutata per il semplice motivo che “poteva” sparare il terrificante 9x19, ed allo stesso tempo la Fabbrica interessata dai due autori alle munizioni, la Fiocchi, non ne volle sapere.
Per ovviare al primo inconveniente Giordano allora pensò ad un 9 cilindrico e, messo mano ad alcuni bossoli in 9 Steyr lunghi 23mm, li accorciò di 2 mm e li dotò di una palla da 100 grs FMJTC.
Stavolta la pistola e quindi la cartuccia passarono le forche caudine della Commissione Consultiva per le Armi e così ebbe i natali la 9 Jager, una 9x21 cilindrica.
Naturalmente era una cartuccia direi wildcat in quanto si poteva solo ottenere per ricarica dato che ancora nessuno era interessato a produrla.
Tutte queste circostanze fecero un po’ da freno alla voglia di fare dei due autori, che si disinteressarono degli ulteriori sviluppi della faccenda.
Ed a questo punto il panorama armiero subì una svolta mai pensata.
Dopo meno di un paio di mesi fu presentata dalla Ditta Benvenuti di Firenze, importatrice di armi della IMI (Israel Military Industries ) Ramat Hasharon ISRAEL, la pistola UZI Defender (ovvero la Micro Uzi) in calibro 9x21 IMI, e cioè sparante una cartuccia che era pari pari la 9x21 GP. La Commissione Consultiva approvò e fece passare la piccola Uzi.
A questo punto la storia finisce, e mentre tutti sanno cosa significhi l’acronimo IMI, non direi altrettanto del nome del progettista Erasmo Giordano “padre” di tale cartuccia, autore di tanti articoli interessanti di ricarica ed esperto di balistica. Non mi dilungo neanche a rinfrescare la memoria a proposito di Armando Piscetta, che oltre ad essere il costruttore di tantissime canne che vengono montate su armi da tiro accademico, è anche il coraggioso (ripeto spesso la parola coraggio, perché in questo campo bisogna averne tanto per tanti motivi) autore di trasformazione in calibri consentiti di armi che altrimenti sarebbero rimaste tra il novero delle proibite.
Dopo questa breve storia vogliamo rinfrescare alcuni punti interessanti sulla ricarica di questa cartuccia? In poco tempo soppiantò tutti i nove mm allora in circolazione e decretò la fine della gloriosa cartuccia 7,65 Para, utilizzata ancora da coloro che amano fare del tiro con le varie Luger, con le rare Sig, e con le superstiti armi corte camerate in tale calibro tra gli anni 60/80.
Alcuni si pongono la domanda: conviene fare la ricarica delle proprie cartucce? Sono precise quelle che si ottengono? È pericoloso maneggiare polvere e capsule? Ed ancora altri dubbi terrificanti: quanto deve essere lunga la cartuccia (il famigerato OAL)? Che polvere devo usare? Che cosa devo comperare per iniziare? Etc! E gli etc. sono tanti e spesso bloccano chi ha una mezza intenzione di cominciare.
Un po’ dappertutto cercando in rete si possono trovare le risposte, ma come dicevano i nostri antenati repetita iuvant.
Sì, conviene caricarsi le proprie cartucce! Quelle che ne risultano costano sicuramente meno e spesso sono molto precise. Non è pericoloso maneggiare polvere e capsule, se uno usa le minime precauzioni: alcuni sciagurati si permettono di fumare mentre lavorano.
Quale deve essere la OAL? Dipende da alcuni fattori: il tipo di palla (Round Nose / Truncated Cone / Conical Nose / etc.), il tipo di caricatore, il Free Bore della canna.
La prima cosa da fare è inserire la parte cilindrica della palla nella bocca del bossolo. A questo punto scorre bene nel caricatore? Se sì… allora ci siamo. Per ultimo camera bene? Ovvero la palla non tocca la rigatura della canna impedendo la chiusura dell’otturatore? No? Benissimo… siamo a posto.
Che attrezzatura bisogna comperare? Qui stiamo parlando con chi inizia la sua attività di ricarica: una pressa monostazione di qualsiasi tipo va più che bene, eppoi comunque servirà per caricare cartucce da fucile a canna rigata.
La polvere? Ci vorrebbe un discorsetto un po’ più circostanziato: per il 9x21 personalmente raccomando l’uso di polveri mediamente vivaci e mediamente lente. Scarto quelle lente adatte a cartucce magnum e quelle spiccatamente vivaci adatte a cartucce per armi con chiusura a massa.
Il seguito lo riporterò sulla ricarica della cartuccia 9x21 IMI.
NB: Alcuni fatti e alcune notizie sono state citate su riviste ed in rete, mentre di mio c’è solo l’esperienza accumulata in quasi quaranta anni di prove ed attività di tiro.
Prima di raccontare un po’ di fatti noti e non su questa cartuccia, vorrei descrivere come “settare” , ovvero mettere a posto i Dies per ottenere buoni risultati.
Come già sappiamo (sennò si rimedia subito!) i dies delle fabbriche più comuni sono tre, ma a volte se ne trovano anche quattro nella scatola: die ricalibratore-decapsulatore (sizer), die svasatore (expander), die inseritore-crimpatore (crimper), ed a volte anche un die che produce solo un “taper” o “roll” crimp.
I nomi dei singoli die spiegano già quello che fanno, ma leggendo questa breve nota si avranno dopo, un po’ più di lumi.
Allora per i più fortunati da qualche parte in casa ci sarà l’angolo dei “giochi” o meglio una piccola stanza dedicata, dove ci sarà un tavolo su cui montare la torretta, o sul quale lavorare magari con una piccola “hand press”, ovvero la famosa leva che fa il lavoro consiste in uno “schiaccianoci” un po’ cresciuto, ma che esegue egregiamente il suo lavoro.
Sistemiamo il Die ricalibratore:
Inseriamo lo shell holder sulla testa del pistone ed abbassiamo del tutto la leva per portare lo stesso alla massima altezza. Avvitiamo il Die alla sommità della torretta fino a quando non tocca lo shell holder senza forzare. Si blocca avvitando la ghiera (che se ha un grano di fissaggio si stringe per evitare la “staratura”)… di bloccaggio.
Settiamo il Die Svasatore:
La bocca del bossolo deve essere leggermente svasata (sboccata) per non trafilare la palla, (specialmente in lega), quando si inserisce.
Si inserisce un bossolo ricalibrato nello shell holder, e si porta tutto in alto abbassando la leva, quindi si avvita il Die svasatore (expander) fino a che la sua oliva svasatrice non tocchi il bordo della sua bocca. Si avvita il Die ancora per tre quarti di giro e si verifica se basta. In caso contrario si avvita ancora un po’. Si può agire anche avvitando o svitando il perno dell'oliva. Quindi si fa come sopra: si avvita la ghiera di bloccaggio.
Sistemiamo il Die inseritore-crimpatore:
Si prende un bossolo calibrato, ma non svasato e si inserisce come al solito sullo Shell Holder e si porta tutto in alto abbassando la solita leva della torretta. A questo punto si avvita il terzo die (preventivamente svitare di un bel po’ il vitone inseritore che regoleremo dopo) fino a che tocca la bocca del bossolo. Ecco qui c’è il crimpaggio zero (chiamiamolo così). Si avvita ancora il die di ¾ di giro e a questo punto dovremmo essere a posto. Per regolare l’inserimento della palla, un metodo pratico sarebbe quello di mettere sullo shell holder una cartuccia commerciale che porti una palla dallo stesso profilo, portarla tutta su fino a che il bordo del suo bossolo tocchi il bordo interno del die che crimpa e poi avvitare il perno inseritore fino a che tocchi la punta della palla. Questo è tutto.
Adesso facciamo ancora due chiacchiere sulla cartuccia di nostro interesse.
La cartuccia calibro 9x21 in Italia è nata anche e soprattutto per scopi ludici, a differenza della sua progenitrice 9x19, e la maggior parte delle palle utilizzate per la sua ricarica commerciale e domestica consiste in palle fuse in lega ternaria di piombo.
Un'altra caratteristica: la maggior parte delle palle in lega, ma anche quelle che recentemente vengono ricoperte di una pellicola di rame per via galvanica, hanno come diametro .356 pollici o poco più.
Ancora: stranamente il diametro massimo di rigatura delle pistole in 9mm , specialmente di fabbricazione europea è di .357 se non .358 pollici. Provare per credere!
Insomma le palle forzano poco sotto sparo.
E qui viene il bello: la scelta della polvere!
Abbiamo parlato di Erasmo Giordano, il padre-inventore della cartuccia 9x21: cito un’altra sua esperienza vissuta nei primi momenti in cui si dedicò alla ricarica del 9x18, il primo 9 permesso.
Lui constatò che usando polveri vivaci del tipo Norma R1, ICI Pistol 3, BA10, etc sotto una palla in lega di piombo, spesso oltre a colpire il bersaglio a casaccio, otteneva dei bellissimi Key holes, ovvero la palla arrivava di traverso. Eravamo nel lontano 1980 più o meno. Ma non finì qui, infatti notò che passando all’uso di polveri meno vivaci cominciava a ottenere dei buoni risultati di tiro ed i Key Holes sparivano.
Bisogna considerare un altro fattore: il passo della rigatura della canna.
Il passo adottato da tutti i fabbricanti di armi (personalmente non conosco eccezioni) nelle canne calibro 9mm è 1/250 ovvero un giro in 250 mm, che dopo esperienze fatte è un passo molto corto che stabilizza palle blindate soprattutto e con qualsiasi tipo di polvere.
Il Giordano infatti fece un'ulteriore esperienza. Si fece costruire dall’Armando nazionale (Armando Piscetta della Jager e sennò chi???) una canna in 9mm con un passo più lungo, di 1/400 mm per la sua pistola muletto e magicamente ottenne buoni risultati anche con polveri vivaci.
Che cosa succedeva al momento della decomposizione esplosiva della polvere? Nel caso delle polveri vivaci la palla veniva violentemente distaccata dal collo del bossolo e lanciata in un tempo brevissimo contro la rigatura. La palla non riusciva a trafilare tranquillamente attraverso le righe, le saltava e andava contro il bersaglio di traverso. Con polveri dalla combustione più lenta la palla riusciva ad essere stabilizzata, trafilava attraverso la rigatura, ed arrivava giusta sul bersaglio. Se si mette in grafico la Pressione contro il Tempo si osserverà nel primo caso che il picco massimo viene raggiunto in un tempo più breve, ovvero, come dice un mio dotto amico, l’integrale della funzione della pressione/tempo con le polveri più lente ha uno sviluppo più largo, più lento (mi scuso per la povertà del linguaggio).
Ed allora torniamo coi piedi in terra… che polvere scegliere? Direi quella che costa meno, quella che dà risultati buoni, una polvere piuttosto densa (deve prendere poco spazio nel bossolo… poi vedremo il perché…), mediamente vivace o mediamente lenta.
Un breve elenco: GM3 / Cheddite Granular S grossa / PEFL 26 / REX Gialla / VIHTA N 320 / VIHTA N 330 / VIHTA N 340 / BA9 / REX Verde / VIHTA N 350 / SIPE N / 3N37 / 3N38 / JK3 etc
Il limite delle pressioni della cartuccia è fissato in Europa dalle norme CIP (Comitato Internazionale Permanente per la prova delle Armi portatili). Le pressioni non devono superare 2350 bar, ma noi teniamo conto anche del limite imposto dalle norme SAAMI (Small Arms and Ammunition Manufaturers Institute) che in USA pongono a 35000 psi ovvero 2413 bar la pressione massima per il 9x19, ovvero il loro 9 Luger, parente stretto del 9 italiano.
Non immaginate quante volte questi due limiti vengono abbondantemente superati quando si “imbottiglia” invece di caricare “cum grano salis” la nostra munizione. Purtroppo è facile munirsi di cronografo e misurare velocità, energia, etc, ma non di una canna manometrica (per controllare le pressioni ) che è un po’ fuori dalla portata dei più.
Quante volte leggo sui vari forum: ”Mi date la carica di polvere per una data palla e per una data cartuccia???“
Naturalmente chi domanda spesso al 99% è un principiante che ha ancora la sua bella arma intonsa nella sua scatola. E c’è sempre chi risponde: metti x grani di …. No, non la do la carica: secondo me è sbagliato, non è corretto. Bisogna tenere conto sempre di tanti fattori: il tipo e lo stato dell’arma, i dati dimensionali della sua canna, lo stato delle molle nel caso delle semiauto, il lotto della polvere, il suo stato di conservazione, etc. Il modo più corretto di procedere è quello di consultare il più alto numero di dati possibili, a cominciare da quello fornito dall’esperto in buona fede.
È sbagliato confezionare un gran numero di cartucce usando dose e palle identiche. È estremamente consigliato partire da una dose minima e “lavorarci” su partendo da pochissime cartucce per volta, osservando attentamente segni fuori norma. Si perde un po’ di tempo, ma si guadagna in salute ed indulgenza plenaria.
Allora che facciamo adesso insieme? Ci leggiamo qualche dato? Bisogna pur cominciare!
Un gran lavoro su questa cartuccia lo ha fatto ultimamente il carissimo amico Massimo Mortola che ha pubblicato su TAC Armi ed adesso su Armi e Munizioni. Citerò pertanto alcuni dei suoi dati.
REX GIALLA grs 4,2 palla LTC 122 grs Pressione media 1894 bar grs 5,2 palla PTC 124 grs Pressione media 2191 bar grs 4,8 palla PRN 138 grs Pressione media 2340 bar al limite CIP
i dati per palle dai pesi superiori non li cito perché sconsigliati
LTC= Lead Truncated Cone
PTC= Plated Truncated Cone; Plated cioè Ramata ad alto spessore
PRN= Plated Truncated Cone
VIHTAVUORI N 310 grs 4,4 palla PRN 100 grs P media 1985 grs 4,0 palla FMJRN 115 grs P media 2157 grs 3,4 palla LTC 122 grs P media 1951 grs 3,7 palla PTC 124 grs P media 1812 VIHTAVUORI N 340 grs 5,2 palla LTC/PTC/FMJTC da 122-124 grs P media intorno ai 2000 bar
(Da TAC Armi 3/2009)
Per esperienza personale con N 340 si ottengono buoni risultati partendo da 4,6/ 4,8 grs, con palla in lega da 122/124 grs.
DAL MANUALE FIOCCHI PRIMA EDIZIONE
PALLA FMJHP 90 grs GM3 4,2-5,0 grs Norma R 1 3,0-4,0 grs W231 5,0-5,8 grs BA10 3,8-4,4 grs SIPE 7,4-8,0 grs N 310 3,5-4,3 grs N 340 5,3-6,3 grs PALLA FMJTC 100 grs GM3 4,0-4,8 grs SIPE 6.5-7,4 grs BA9 5,3-6,2 grs W231 4,7-5,5 grs N340 5,0-5,8 grs PALLA FMJHP 115 grs GM3 3,6-4,4 grs SIPE 6,0-7,0 grs N340 4,7-5,4 grs JK3 7.0-7.6 grs PALLA LTCTFL 123 grs GM3 3,5-4,2 grs SIPE 5,0-6,0 grs BA9 4,8-5,6 grs N340 4,2-5,3 grs JK3 5,7-6,5 grs
Ed adesso una domanda da non fare (non tutti ne vedono la necessità): Si possono usare palle “pesanti” fuori ordinanza nel 9x21, ad esempio quelle da 158 grani???
Se andiamo a leggere un po’ la storia della sua progenitrice, la 9x19, nel passato si sono viste realizzazioni con tali tipi di palla. È notizia di pochi giorni fa che la Fiocchi ha realizzato una linea di cartucce in 9x19 munite di palla FMJRN da 158 grani (cartucce chiaramente destinate ai mercati esteri in quanto proibitissime in Italia ).
Allora rispondiamo alla prima domanda con un sì. A che pro? Infatti per fini sportivi non se ne vede l’utilità data la bassa velocità e quindi energia. Per altri scopi le realizzazioni con palle più leggere o al limite “un po’ più leggere” danno risultati di energia superiori. Ed allora?
Da esperienze di vari autori si è notato quanto segue:
Una palla con velocità non esasperata è più precisa. Una palla con “un corpo” più lungo difficilmente salta la rigatura, trafila meglio, è più precisa. Una palla con queste proprietà, come le altre, se trafilata a diametro 357 dà ottimi risultati.
Naturalmente le polveri da usare devono possedere due requisiti: devono essere relativamente lente, e devono essere dense per occupare nel bossolo meno spazio. Per esempio tra la voluminosa REX Verde e la JK3 o SIPE, sono da preferire queste ultime.
Alcuni dati?
PALLA 158 grs LRN VIHTA 3N37 grs 4,8 E = 42 Kgm V= 285 mt/sec PALLA 158 grs LRN VIHTA 3N38 grs 6,0 E= 41,8 Kgm V=284 mt/sec Attz!!!
Dosi superiori hanno dato pressioni al di là delle norme CIP e quindi assolutamente da evitare.
(TAC Armi 10/2008 Massimo Mortola)
PALLA 158 grs LTCTFL Fiocchi JK3 grs 4,5 E=33 Kgm V= 253 mt/sec PALLA 158 grs LRNTFL Fiocchi BA9 grs 4,3 E= 43 Kgm V= 288 mt/sec
(Magnum 11/1993 Erasmo Giordano)
Prima di chiudere, per ora, questa chiacchierata raccomando vivamente a tutti di fare molta attenzione nel consultare, usare, sperimentare, basandosi su questi dati. È consigliabile confrontare più tabelle ricavate da più fonti. In rete ci sono le tabelle di ricarica pubblicate dalle maggiori fabbriche di polveri, inoltre ci sono molti portali in cui sono pubblicati tantissimi dati. Ci sono anche tabelle dove si paragonano le vivacità relative (Burning Rate) di tantissimi propellenti per armi corte e lunghe, e che sono da usare solo per avere una idea vaga di quello che si ha tra le mani, specialmente se nuovo prodotto, oppure polveri che hanno quasi lo stesso nome. Detto questo, a ciascuno il suo, o come dicevano i nostri antenati unicuique suum, per quanto attiene alle responsabilità derivanti dal non corretto uso di quanto detto.
Un grazie di cuore anche ai vari autori, di articoli di ricarica, citati o meno, che hanno reso popolare questa bellissima ed interessante attività.